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Si girò più volte a guardare le orme dei suoi passi, profonde e soprattutto solitarie, prodigiosamente solitarie: era solo lì fuori quella notte, solo a camminare nella neve, a piedi nudi, con il pigiama bagnato, e nessuno lo sapeva, e nessuno mai l'avrebbe rivisto. Nel giro di pochi minuti le sue orme si sarebbero cancellate.
Nicolas parte per una settimana bianca in montagna con la sua classe. Sono le sue prime notti fuori casa. Allo chalet, dove lo aspettano i compagni e gli insegnanti arrivati in pullman, lo accompagna il padre in macchina. Nicolas è un ragazzino timido, riservato, curioso, ma spaventato da questa prima avventura. Appena arrivato, la maestra si accorge che non ha con sé lo zaino con tutti gli indumenti necessari per la settimana. Se lo è dimenticato nell'automobile del padre, ma sicuramente lui tornerà indietro non appena se ne renderà conto... 
Nicolas, ora dopo ora, aspetta il ritorno del padre, ma il tempo passa e non si vede nessuno tornare indietro verso lo chalet. Si sistema in una delle camerate in cui sono divisi i ragazzi, condivide il letto a castello con Hodkann, il compagno che più di tutti ammira e teme. Nicolas aspetta il padre e lo zaino, aspetta la notte e il sonno; con la notte e il sonno arrivano paure, incubi, cupi ricordi e tanti dubbi. Incubi che sembrano realizzarsi quando i gendarmi arrivano allo chalet a chiedere della scomparsa di un bambino, e allora Nicolas inizia a pensare, riflettere e credere che forse quel bambino riuscirà a trovarlo lui.

Commenti

Avatar Peddu69
06/03/2022 18:33
1B - Liceo Nomentano, Roma
La settimana bianca è un libro che non subito mi ha colpito, perché sembra raccontare una storia abbastanza banale. È stato solo verso la metà, che ho iniziato ad apprezzare e comprendere le problematiche che Nicolas affronta, e che sono descritte dall' autore con grande suspense. Il protagonista è un ragazzo timido, che proviene da una famiglia molto protettiva ed è proprio per questo che quando gli si presenterà l'occasione di andare in settimana bianca con la classe, incontrerà diverse difficoltà. Alcune di queste saranno superate mentre altre si trasformeranno in pensieri negativi e paure, che non gli permetteranno di vivere questa esperienza con gioia. All'interno del libro mi ha colpito particolarmente la figura di Patrick ed il rapporto che riesce a costruire con Nicolas nel corso di pochi giorni, andando quasi a sostituirsi ad una figura paterna.
Avatar francesco_
06/03/2022 18:53
1B - Liceo Nomentano, Roma
Questa storia mi è piaciuta. Innanzitutto perché non leggo spesso storie di questo tipo e anche perché rivedo in nicolas il me di quando avevo la sua età, per esempio mi scordavo diverse cose importanti come lui si scorda dello zaino, oppure come lui in Patrick vede una sorta di ispirazione anche io quando ero piccolo vedevo i ragazzi più grandi come un esempio da seguire.
Avatar Fraschie
06/03/2022 19:27
1B - Liceo Nomentano, Roma
Questo libro mi è piaciuto tantissimo. Non solo l'ho trovato bello, bensì, in molte parti, l'ho trovato coinvolgente. Sin dall'inizio del racconto, mi sono affezionato al protagonista, Nicolas, poiché in certi versi mi fa pensare a quando ero piccolo: un ragazzo timido, introverso e che viene condizionato dalle emozioni degli altri. Nonostante la trama possa sembrare banale, durante il corso della storia accadono eventi sconvolgenti. Il libro non è pesante da leggere, proprio per la lettura scorrevole e per il numero delle pagine, che essendo comunque poche, coinvolgono davvero tanto, facendo emergere forti emozioni, sia positive che negative, come ad esempio nella parte iniziale del libro, dove a me ha dato un senso di ansia e di suspense. L'autore si concentra molto sui monologhi che il protagonista ha tra sé e sé, ed è una cosa che mi ha colpito moltissimo, come un bambino possa avere certi pensieri così complicati a quell'età. Credo sia anche per questo che il protagonista ha difficoltà a relazionarsi con gli altri ragazzi arrivato allo chalet. Tuttavia, l'unica persona con cui riesce a relazionarsi è il più prepotente del gruppo, Hodkann, che essendo anche il più alto, si fa rispettare da tutti. Ed è proprio con questo ragazzo che Nicolas svolgerà la maggior parte delle azioni che avverranno all'interno dello chalet, come ad esempio l'indagine ad un bambino scomparso. I capitoli, nonostante siano brevi, sono molto intriganti e la narrazione è assai avvincente. Consiglio questo libro in generale a tutti gli amanti di questo genere. "La neve ricopriva ogni cosa. I fiocchi continuavano a cadere, volteggiando dolcemente nel vento. Era la prima volta che Nicolas vedeva tanta neve, e dal fondo del suo sconforto provò un senso di meraviglia. Rimase un istante sulla soglia, immobile, poi allungò una mano e un fiocco vi si posò delicatamente." Ritengo questa una frase molto bella che, come ho detto anche prima, mi fa pensare a quando ero bambino, che mi divertivo a giocare con la neve, poiché, come spesso accade ai bambini, qualsiasi cosa, provoca in loro stupore.
Avatar Nat
Nat
06/03/2022 19:43
1B - Liceo Nomentano, Roma
Il romanzo narra la storia di un giovano ragazzo chiamato Nicolas, che sta facendo una settimana bianca insieme ad alcuni suoi coetanei. Nicolas e' un ragazzo molto timido ed introverso; nel libro più volte si preoccupa per cercare di capire quale sia il migliore approccio da avere nei confronti dei suoi compagni durante la settimana; spesso subisce immagini macabre quando pensa a chi vuole bene; ad esempio, immagina la morte del padre, causata da un incidente autostradale subito per portargli una borsa da lui dimenticata ma necessaria in settimana bianca. Questi comportamenti mi pare siano il riflesso su di lui dell'ansia, dei timori e delle preoccupazioni nei suoi confronti che i genitori hanno avuto durante la sua crescita; timori probabilmente ancora maggiori perché Nicolas è un figlio unico. Nel romanzo sono rappresentati più volte anche i genitori; all'inizio, ad esempio, Nicolas viene portato in macchina fino allo chalet dal padre e dalla madre, poiché pochi giorni prima un autobus, fece un incidente molto grave e morirono quasi tutti i ragazzi all'interno; viene raccontato anche l'episodio in cui in un luna park, il padre gli aveva raccontato di ragazzini rapiti al fine di sottrargli organi per rivenderli. Stranamente poi, Nicolas, che pare un ragazzo che certamente ha difficoltà a fare amicizie, durante la prima notte della settimana bianca, avvia una conoscenza con Hodkann, che invece è il più temuto tra i ragazzi; poi la settimana bianca procede normalmente fino a quando non si scopre la sparizione di un ragazzo, e qui inizia il racconto vero e proprio, che è meglio non raccontare! Ho trovato il libro molto particolare e anche un pò macabro, mentre il modo di scrivere dell'autore l'ho trovato piacevole e con una lettura sciolta che però crea anche suspense, come mi aspettavo. La parte che più mi è piaciuta, ma anche più angosciato, è quando Nicolas riflette sulla morte, il pensiero di morire, “inabissarsi lentamente nel torpore, nel gelo, fino a un luogo calmo, buio profondo in cui presto non ci sarebbe stato più nessun Nicolas, più nessun corpo per tremare, più nessun conforto in cui sperare, più niente"; insomma sono riflessioni che, anche se molto dure e tristi, ci portano a riflettere su una cosa più grande di noi.
Avatar Virgi08
06/03/2022 20:09
1B - Liceo Nomentano, Roma
Questo libro “la settimana bianca” mi è piaciuto perché è molto coinvolgente , ricco di suspense , notevolmente affascinante e assai riflessivo, ma anche un po' strano . Il libro ha come protagonista un ragazzino un po' impacciato e molto timido, Nicolas , che parte per la settimana bianca con i suoi compagni di classe . Dopo che il padre lo lascia senza zaino , senza le sue abitudini e soprattutto senza gli affetti , il libro inizia ad assumere inaspettatamente un carattere del tutto diverso , Nicolas inizia a fare degli incubi molto spaventosi e soprattutto non adatti a un bambino di 10 anni. L'' aspetto più interessante di questo libro é che Carrère pur scrivendo un libro di non molte pagine riesce a far immergere i lettori e le lettrici nei pensieri angoscianti e macabri di Nicolas . Nicolas durante la settimana sogna la morte di molte persone tra cui quella dei suoi genitori e anche la propria ( forse questo dovuto alle mancate attenzioni da parte dei genitori ) . Il linguaggio è molto scorrevole e ricco di descrizioni , anche molto spaventose. Una frase che mi ha colpito molto all' interno del libro è quella che Nicolas rivolge al padre : «In seguito Nicolas cercò a lungo, ancora oggi cerca, di ricordarsi le ultime parole che gli aveva rivolto suo padre. L'aveva salutato sulla porta dello chalet, gli aveva nuovamente raccomandato di fare attenzione, ma Nicholas era così imbarazzato dalla sua presenza, così ansioso di vederlo andar via che non era stato a sentire. Non gli perdonava di essere lì, di attirare sguardi che immaginava ironici, e si era sottratto al suo bacio chinando la testa.» Questa frase mi ha colpito molto perché mi ha fatto riflettere sull' importanza delle parole e dei gesti perché potrebbero essere gli ultimi .
Avatar chiararomano
09/03/2022 20:02
1B - Liceo Nomentano, Roma
Questo libro inizialmente può sembrare lento poiché nei primi capitoli l'autore si focalizza solo sulla descrizione delle emozioni del protagonista e sul suo carattere timido e introverso, causato dall'atteggiamento dei suoi genitori; andando però avanti con la storia diventa più coinvolgente, scorrevole e colmo di suspense e colpi di scena. Di questo libro mi è piaciuto soprattutto il modo in cui l'autore esprime, attraverso Nicolas, l'idea che ha sulla morte, un'esperienza tanto dolorosa ma allo stesso tempo rilassante. Interessanti sono anche le descrizioni delle situazioni tragiche, drammatiche e a volte surreali che immagina Nicolas, come l'ipotetica morte del padre. L'autore è riuscito a trasmettermi le emozioni che il bambino prova come l'ansia e la paura che sente nei confronti dei suoi compagni di classe.
Avatar viola_maiuri
10/03/2022 08:47
1B - Liceo Nomentano, Roma
il libro “la settimana bianca” è un libro particolare perché crea molta suspense. Inizialmente il libro è un po' lento da leggere perché presenta molte riflessioni sui sentimenti del protagonista però indispensabili. Poi però diventa più scorrevole facendolo diventare più affascinante e coinvolgente.
Avatar sama
04/03/2022 08:31
1B - Liceo Nomentano, Roma
Questo libro mi è piaciuto molto soprattutto verso la metà perchè all'inizio può sembrare un po' lento, lo consiglio a tutte le persone a cui piacciono i colpi dì scena e il mistero. Il libro parla di Nicolas, un bambino di sei anni, che va in settimana bianca con la classe in uno chalet. Lui è un bambino molto timido che tende a stare da solo estraniandosi dalle attività di gruppo che andavano svolte con i due animatori e gli altri compagni, ma riesce ad aprirsi solo con uno, Hodkann, il “bullo” della classe con il quale farà delle indagini per scoprire di più sulla scomparsa di un bambino presente nello chalet. Mi è piaciuto anche che l'autore è riuscito a trasformare le paure dì Nicolas in piccole storie che hanno fatto capire anche ai lettori l'origine della paura. Per esempio, quando stavano al parco avventure e Nicolas aveva proposto al padre di salire su una giostra con lui, dove non poteva salire il fratello piccolo. A quel punto il padre disse che non voleva lasciare il fratello da solo perché un giorno era successa la stessa cosa ad un'altra famiglia e avevano rapito il bambino esportandogli gli organi. Per questo ora ha ansia di rimanere da solo in mezzo a molte persone.
Avatar Maria
04/03/2022 18:41
2E - Convitto Nazionale "Vittorio Emanuele II", Cagliari
“La settimana bianca” di Emmanuel Carrère è una storia misteriosa, coinvolgente, che provoca nel lettore un costante sentimento di suspence. L' ambientazione principalmente notturna contribuisce a rendere la trama inquietante. La storia procede lentamente, in quanto l'autore si sofferma nella descrizione delle riflessioni, dei pensieri e degli incubi del protagonista, Nicolas, facendo immedesimare il lettore nelle sue emozioni e nei suoi stati d' animo. Le fantasie di Nicolas si intrecciano con la realtà, in alcuni momenti è difficile distinguere i fatti realmente accaduti da quelli immaginati dal protagonista. La lettura di questo libro è stata piacevole e scorrevole.
Avatar _Luca-_-Pantaloni_
06/03/2022 20:27
1B - Liceo Nomentano, Roma
L'unicità di questo libro risiede nel fatto che la vicenda sia costantemente filtrata dagli occhi del piccolo Nicolas. Il bambino, per lo più ignaro di quello che gli succede attorno, ha però un'immaginazione fervida, che permette di comprendere al meglio la sua psicologia e il tipo di persone che lo hanno cresciuto. Grazie a questo il lettore riesce ad avere a disposizione tutti i mezzi per comprendere la vicenda senza che venga mai spiegata chiaramente. Più che la storia quello che emerge è un quadro caratteriale del piccolo protagonista e la contrapposizione molto forte con un altro personaggio che appare poco ma che lascia decisamente il segno. Il libro è molto intenso, lascia, secondo me, un certo disagio nel lettore. Lo consiglio a qualcuno a cui piacciono i libri vivaci, interessanti e coinvolgenti.
Avatar Daniele_Piazza_
06/03/2022 21:16
1B - Liceo Nomentano, Roma
Ho trovato questo libro molto interessante soprattutto per gli argomenti trattati: Nicolas è un ragazzo di circa nove anni molto introverso e timido. Questo carattere è dato dalla sua situazione familiare. In questo libro viene trattato soprattutto l'argomento della morte: pensa spesso che ai suoi genitori possa succedere qualcosa di brutto. Ho fatto però fatica a distinguere la realtà dal pensiero di Nicolas. Ho trovato però spesso la narrazione scorrevole, nonostante la lunghezza dei capitoli e a tratti molto coinvolgente, come per esempio quando riflette su pensieri tragici.
Avatar Junyang
06/03/2022 22:31
1B - Liceo Nomentano, Roma
Il libro è piacevole da leggere ma allo stesso tempo presenta molti momenti di suspense. Nicolas è un bambino parecchio diverso dai suoi compagni di classe, spesso si immerge in pensieri profondi e una delle sue principali caratteristiche è la fantasia. Tra questi profondi pensieri sono presenti spesso delle spaventose ipotesi sulla morte del padre. Il protagonista citando dei libri letti da lui viene trasportato dall'immaginazione, immagina di trovarsi al posto dei personaggi dei libri stessi inserendo di mezzo anche il suo amico Hodkann. L'autore del libro è riuscito perfettamente a portarci nei panni del protagonista facendoci sentire le ansie e le paure che prova il bambino nei momenti di riflessione. La storia è coinvolgente e il finale penso lasci un'immaginazione abbastanza libera al lettore.
Avatar daliz
07/03/2022 19:05
1GS - Liceo Scientifico Statale "Ugo Morin", Venezia - Mestre
"La settimana bianca" di Emmanuel Carrère è un libro ricco di suspense e di momenti che aumentano la curiosità del lettore. La scrittura è scorrevole perciò il libro non è molto pesante. E' composto da molte riflessioni e talvolta si creano situazioni psicologiche che potrebbero destabilizzare un lettore non abituato a leggere questo tipo di libro. Personalmente il libro in sé mi è piaciuto molto, un po' meno il finale. Lo consiglio a persone che amano leggere e "ritrovarsi" in situazioni talvolta ambigue, però, per chi non ama la lettura, potrebbe essere il libro che ti farà scoprire il mondo della lettura. Per concludere sono rimasta affascinata da Carrère che riesce a far percepire le emozioni del protagonista, il piccolo nicolas, anche se raccontate in terza persona.
Avatar adrian
07/03/2022 22:54
1B - Liceo Nomentano, Roma
A me il libro "La settimana bianca" inizialmente non è piaciuto a causa delle riflessioni di Nicolas che pur essendo essenziali per capire i suoi sentimenti, a volte compongono interi capitoli rendendo la lettura più lenta e meno scorrevole. Però con lo svolgimento della storia il libro diventa più interessante e misterioso, costringendo il lettore a proseguire la lettura.
Avatar doragiampieretti
01/03/2022 21:21
2i - Liceo Galvani, Bologna
Una riflessione riguardo al romanzo “La settimana bianca” di Emmanuel Carrère”. “La settimana bianca” è un romanzo che sicuramente si può definire molto impegnativo.Infatti dalla lettura, che risulta anche piacevole, emergono forti emozioni che personalmente non mi aspettavo. Le parti più interessanti del libro a mio parere sono quelle che si incentrano maggiormente sui pensieri del protagonista Nicolas. Infatti l'autore si concentra molto su lunghi monologhi che il bambino svolge tra sé e sé. E Mi ha stupita molto, infatti, quanto un bambino di quella tenera età possa sviluppare pensieri e comportamenti così complicati e inusuali. Il bambino di cui si parla, d'altra parte , a parer mio non è un bambino comune, non ha gli stessi pensieri banali degli altri suoi compagni ma anzi si immagina spesso scenari macabri e agghiaccianti, precoci per la sua età, come morti truci o altre tragedie. E' proprio questo che mi fa riflettere molto: il fatto che Nicolas pensi sempre, ma senza mai agire. Questo suo comportamento secondo me è dovuto alla mancanza di attenzioni da parte dei genitori: infatti durante tutta la storia Nicolas immagina catastrofi che potrebbero succedere a questi stessi loro mentre è lontano da casa. E più ci pensa più in fondo si affeziona all'idea di una tragedia, che lo farebbe risaltare agli occhi dei compagni, ricevendo così le attenzioni tanto desiderate. Per esempio quando il ragazzino scopre che suo padre non è tornato indietro allo Chalet a portargli lo zaino; reagisce subito pensando al peggio : “E se l'avessero catturato, o addirittura ammazzato? Sua madre sicuramente avrebbe spiegato che suo padre aveva avuto un incidente durante una trasferta, e che per una ragione o l'altra non potevano andare a trovarlo all'ospedale. Oppure che era morto e non sarebbero andati neanche al suo funerale, né a raccogliersi sulla sua tomba. Avrebbero di nuovo cambiato città, forse anche nome, nella speranza di lasciarsi alle spalle quel silenzio e quella vergogna che li avrebbero ormai accompagnati ovunque”. I pensieri malati del bambino e la sua fervida immaginazione si manifestano anche nei suoi sogni, come quando una notte Nicolas sogna la propria morte. “Nicolas Aveva avuto più volte lo stesso incubo. Al mattino non ne ricordava i dettagli, ma conservava la sensazione di essere trascinato verso un orrore indicibile , da cui rischiava di non svegliarsi più. Era al luna park. La carcassa metallica del bruco si alzava al di sopra dei baracconi, il sogno lo invitava a seguirla. L'orrore si annidava lassù, e lo aspettava per divorarlo. La seconda volta comprese di esserci andato vicino, e che la terza gli sarebbe stata fatale. L''avrebbero ritrovato morto nel suo letto e nessuno avrebbe capito che cosa gli fosse accaduto”.
Avatar elisaninno
03/03/2022 12:10
2BT - I.I.S. Cesare Battisti, Bolzano
Questa storia mi è piaciuta molto perché l'ho trovata molto coinvolgente e piena di suspense. L'unico dettaglio che non mi ha soddisfatto del tutto è il mix tra i pensieri del protagonista e ciò che realmente accade, secondo me non permette al lettore di farsi un'idea chiara su quello che sta realmente accadendo in determinati momenti. Per il resto l'ho trovato molto scorrevole ed abbastanza facile nel linguaggio con diverse descrizioni, anche molto agghiaccianti. Lo consiglio a chiunque possa piacere un libro horror, adatto a qualsiasi età. Sicuramente in futuro mi piacerebbe rileggerlo per immergermi nuovamente in questa avventura!
Avatar GiuliaZinghirino
28/02/2022 19:18
1B - Liceo Nomentano, Roma
Questo libro "la settimana bianca", è un racconto abbastanza coinvolgente che crea molta suspense. Personalmente lo trovo molto scorrevole e pieno di riflessioni. Nicolas rappresenta il classico bambino timido e introverso che viene molto condizionato dall'ansia nei confronti della vita che provano i genitori. Infatti il suo carattere molto pensieroso e impaurito deriva dall'atteggiamento dei genitori. Trovo molto affascinante come Carrère abbia descritto la sensazione della morte; infatti nel capitolo sedici vi è questa descrizione molto cupa:" era dunque quello morire. Inabissarsi così, lentamente, nel torpore, nel gelo, fino a un luogo calmo, buio profondo in cui presto non ci sarebbe stato più nessun Nicolas, più nessun corpo per tremare, più nessun conforto in cui sperare, più niente"; trovo queste parole molto agghiaccianti ma allo stesso tempo ti trasporta in quello che per te è il luogo perfetto per rilassarsi.
Avatar DavideOlmi
28/02/2022 15:39
2F - Liceo Copernico, Bologna
La settimana bianca è un romanzo thriller scritto da Emmanuel Carrère. Il libro narra le vicende di Nicolas, un bambino che deve andare in settimana bianca con la classe. Nicolas è il tipico bambino più timido degli altri, che fa molta fatica a relazionarsi con i suoi compagni e che spesso viene preso in giro e deriso proprio per queste sfumature del suo carattere. Il bambino viene accompagnato allo chalet dove trascorrerà la settimana bianca dal padre, dato che poco tempo prima un altro scuola bus aveva avuto un brutto incidente e non avrebbe voluto far correre questo rischio a suo figlio. Una volta arrivato allo chalet Nicolas fa fatica a fare gruppo con gli altri e cerca sempre diverse scappatoie per non partecipare alle attività di gruppo evitando momenti che lo metterebbero in evidente imbarazzo. L'unica persona con cui paradossalmente riesce a relazionarsi è Hodkann, il più prepotente, quello che più si fa rispettare all'interno del gruppo. Ed è proprio con questo suo "nuovo amico" che Nicolas si cimenterà nelle indagini relative ad un bambino scomparso nei pressi dello chalet, indagini che gli faranno scoprire delle cose che gli cambieranno definitivamente la vita. Il lessico è fluido e scorrevole, i capitoli sono brevi ma molto intriganti e la narrazione è a mio parere coinvolgente, a tratti addirittura inquietante, specialmente nei punti in cui Nicolas immagina situazioni tragiche, spesso anche un pò splatter. Credo inoltre che l'autore sia stato molto bravo a congiungere la parte in cui si parla dell'apparentemente "innocente" settimana bianca di Nicolas con la vera e propria parte thriller del libro. In generale posso dire che il libro mi sia piaciuto e lo consiglierei a tutti gli amanti del genere.
Avatar carol
26/02/2022 19:50
1C - Liceo artistico Nervi-Severini, Ravenna
Il protagonista di questo libro è un ragazzino di nome Nicholas che ha sempre vissuto in una cerchia familiare confortevole, non preoccupandosi dei contatti con il mondo e le persone, quindi è un ragazzo molto timido e pauroso. É' un personaggio che potrebbe essere considerato inadatto per una storia avvincente, ma è questo che rende interessante il libro, perché l' autore è riuscito a trasformare le paure di Nicolas in altre piccole storie all' interno di una grande storia. Nicholas ha una personalità che lo fa fantasticare più che agire, si limita ad osservare e notare quello che fanno gli altri. Questo libro mi è piaciuto molto anche per i colpi di scena presenti all'interno della storia.
Avatar Eva
Eva
08/02/2022 17:13
1G - Liceo Ulivi, Parma
Ho trovato questo libro, “La settimana bianca” di Emmanuel Carrere, particolarmente affascinante. Ti tiene incollato alle pagine fino all' ultimo momento e su tutto il libro aleggia un' atmosfera di suspense e mistero. Il protagonista è Nicolas, un bambino di 6 anni con un' immaginazione straordinaria. Durante il corso della storia, le sue fantasie si intrecciano alla realtà, creando uno scenario soprannaturale e quasi psichedelico; ad un certo punto risulterà perfino difficile distinguere la realtà, i fatti veramente accaduti, da quelli inventati dalla sua mente. Nicolas è inoltre un ragazzino molto introverso, pavido, cresciuto tra la bambagia, tenuto al riparo dal mondo, e per questo trova difficile interagire con i compagni; la sua è una costante ricerca di una figura di riferimento, al quale potersi affidare, dalla quale poter dipendere. Lo scritture è riuscito a creare una storia fuori dall' ordinario, tanto ipnotica quanto inquietante. In conclusione, questo libro mi è piaciuto molto e mi ha rapito, fino all' ultima pagina e oltre…
Avatar yas
yas
31/01/2022 20:08
2B - IIS "Vittorio Bachelet", Oggiono
Questo libro, "La settimana bianca", é una storia particolarmente coinvolgente. Tratta di un bambino molto timido, riservato, a cui non piace relazionarsi con gli altri, Nicolas. La sua storia é molto misteriosa, lascia suspence e crea dipendenza poiché non si riesce a smettere di leggerla, o almeno parlo di come mi ci sono trovata io stessa in particolar modo quando il bambino durante la settimana bianca con la scuola esce dalla sua camerata rischiando di non tornarci più mettendo in pericolo la sua vita. L'autore ha scritto in modo da dare la corretta impressione al lettore su ciò che desidera il bambino: diventare adulto, proprio per questo, egli scrive con un linguaggio "da adulti". Onestamente il libro é stato molto bello, non il mio preferito, ma é ricco di emozioni, sentimenti, storie vere per molte persone e tanta empatia, che mi hanno particolarmente colpita.
Avatar Fede
26/01/2022 09:39
2 o - Liceo Ulivi, Parma
Secondo me questo racconto non é adatto a tutti ma solo agli amanti del genere thriller, in questo racconto mi rispecchio per alcuni aspetti nel personaggio perché anche io qualche anno fa ero molto timido però non ai livelli del protagonista.
Avatar CarloPautasso
30/01/2022 11:55
seconda o - Liceo Scientifico “A.Pacinotti” di Cagliari
Ritengo "La settimana bianca" di Emmanuel Carrère abbastanza particolare poichè è un libro capace di spiazzarti. Si può considerare la trama a prima occhiata molto banale, un bambino timido che va a fare una settimana bianca con la sua classe, tuttavia accadranno degli eventi che sconvolgeranno il racconto. Il libro non è pesante da leggere sia per la lettura scorrevole sia per il moderato numero di pagine. Il protagonista di questo libro è un ragazzino di nome Nicolas che è sempre vissuto all'interno della confortevole sfera familiare, senza preoccuparsi di interagire troppo con il mondo e le persone, di conseguenza è un ragazzo molto timido, pavido, angoscioso e che immagina per ogni piccola azione le più tremende conseguenze, un personaggio che si potrebbe ritenere non adatto ad una storia avvincente, ed è qui che a mio parere entra in gioco la bravura dell'autore, il quale riesce a sfruttare i timori del ragazzo per creare tante storie nella storia. Nicolas infatti dimostra con l'andare del racconto una innata immaginazione di natura pessimistica giustificata forse dall'età, da un libro horror che conserva avidamente e che contiene storie capaci di tormentarlo nelle ore più cupe della notte, e dagli eventi macabri di omicidi e rapimenti raccontati da suo padre e che lo interesseranno personalmente con l'andare del racconto. I personaggi secondari sono importanti ed interessanti, sia per le personalità e le loro storie sia per le azioni che compiono. Nicolas, avendo la personalità che possiede e che gli permette più di fantasticare che agire, si limita ad osservare e a prendere nota di ciò che fanno le altre persone. Lo svolgimento è un po' statico e tutta la storia è vista dalla prospettiva del protagonista che come già detto non si precipita in grandi azioni, è un libro dunque che può non piacere a tutti, soprattutto a persone che preferiscono libri la cui storia è molto movimentata e dinamica e a cui poco interessa il pensiero, in questo caso costante, dei personaggi. Mi sento comunque di dare una valutazione più che positiva a questo libro.
Avatar Tuvebrosky
30/01/2022 19:55
seconda o - Liceo Scientifico “A.Pacinotti” di Cagliari
La settimana bianca è un romanzo di Emmanuel Carrère scritto contemporaneamente ad un altro intitolato L'avversario, più conosciuto (dal quale è stato tratto anche un film), che narra di un fatto di cronaca molto noto, realmente accaduto in Francia, avente come protagonista Jean-Claude-Romand che sterminò tutta la sua famiglia – moglie, figli, genitori – e persino il suo cane. La settimana bianca ha come protagonista un bambino di nome Nicolas, descritto come il classico bambino timido a cui non piace stare al centro dell'attenzione. Nicolas deve partire con la sua classe per una settimana bianca, ma, a differenza degli altri bambini, è l'unico che viene accompagnato dal padre. Arrivato allo chalet, dove avrebbe dovuto alloggiare con gli altri bambini, Nicolas si accorge di aver dimenticato lo zaino nella macchina del padre e con il passare dei giorni questo zaino non gli viene riportato. Pur non essendoci fatti violenti vissuti in prima persona, questo libro incute paura e crea suspense, infatti, viene accostato al genere psicologico-noir. Lo sfondo è la morte di un bambino in un paese vicino allo chalet che ospita la comitiva di studenti. Questo fatto alimenta i dubbi e le paure di Nicolas, paure che gli vengono in mente anche a causa di alcuni avvenimenti passati, dubbi che presto si trasformeranno in realtà. A parer mio La settimana bianca è un libro che non ti lascia respirare; infatti, i capitoli sono corti e appena ne termini uno non vedi l'ora di iniziarne un altro. Mi è piaciuto molto e ho trovato particolarmente interessanti i capitoli riguardanti la personalità e il carattere del bambino protagonista che sono i punti centrali del libro. Ci sono alcune scene che mi hanno lasciato veramente “a bocca aperta” e poi mi ha catturato la maniera in cui Carrère riesce a scrivere dei fatti senza mai farti capire come sono andate realmente le cose. Altrettanto efficace è il finale, che non svela chiaramente cosa è accaduto ma lascia intendere il motivo per cui Nicolas ha dovuto finire la settimana bianca prima del previsto…
Avatar Orefice
25/01/2022 16:35
2 o - Liceo Ulivi, Parma
Il libro ha poche pagine, ma nonostante questo l' autore è riuscito ad inserire tutti gli elementi necessari affinche la storia risultasse coninvolgente ed appassionante. La storia tratta di un ragazzino che si troverà ad affrontare le sue prime notti fori casa, in uno chalet con la classe. Questa vacanza si trasformerà da subito in un incubo poichè la sua valigia è rimasta nel bagagliaio del padre, di cui non si hanno notizie, e le notti sono costernate dalla paura di fare la pipì a letto, il suo unico conforto sarà Patrik, un animatore dello chalet.