La settimana bianca
Adelphi, 2021
Traduzione di Maurizia Balmelli
139 pagine
Si girò più volte a guardare le orme dei suoi passi, profonde e soprattutto solitarie, prodigiosamente solitarie: era solo lì fuori quella notte, solo a camminare nella neve, a piedi nudi, con il pigiama bagnato, e nessuno lo sapeva, e nessuno mai l'avrebbe rivisto. Nel giro di pochi minuti le sue orme si sarebbero cancellate.
Nicolas parte per una settimana bianca in montagna con la sua classe. Sono le sue prime notti fuori casa. Allo chalet, dove lo aspettano i compagni e gli insegnanti arrivati in pullman, lo accompagna il padre in macchina. Nicolas è un ragazzino timido, riservato, curioso, ma spaventato da questa prima avventura. Appena arrivato, la maestra si accorge che non ha con sé lo zaino con tutti gli indumenti necessari per la settimana. Se lo è dimenticato nell'automobile del padre, ma sicuramente lui tornerà indietro non appena se ne renderà conto...
Nicolas, ora dopo ora, aspetta il ritorno del padre, ma il tempo passa e non si vede nessuno tornare indietro verso lo chalet. Si sistema in una delle camerate in cui sono divisi i ragazzi, condivide il letto a castello con Hodkann, il compagno che più di tutti ammira e teme. Nicolas aspetta il padre e lo zaino, aspetta la notte e il sonno; con la notte e il sonno arrivano paure, incubi, cupi ricordi e tanti dubbi. Incubi che sembrano realizzarsi quando i gendarmi arrivano allo chalet a chiedere della scomparsa di un bambino, e allora Nicolas inizia a pensare, riflettere e credere che forse quel bambino riuscirà a trovarlo lui.
Nicolas, ora dopo ora, aspetta il ritorno del padre, ma il tempo passa e non si vede nessuno tornare indietro verso lo chalet. Si sistema in una delle camerate in cui sono divisi i ragazzi, condivide il letto a castello con Hodkann, il compagno che più di tutti ammira e teme. Nicolas aspetta il padre e lo zaino, aspetta la notte e il sonno; con la notte e il sonno arrivano paure, incubi, cupi ricordi e tanti dubbi. Incubi che sembrano realizzarsi quando i gendarmi arrivano allo chalet a chiedere della scomparsa di un bambino, e allora Nicolas inizia a pensare, riflettere e credere che forse quel bambino riuscirà a trovarlo lui.
Commenti
05/06/2022 19:32
seconda o - Liceo Scientifico “A.Pacinotti” di Cagliari
"La settimana bianca" è un libro scritto da Emmanuel Carrère . E' molto importante nella storia il pensiero di Nicolas, il protagonista; si tratta di un bambino timido, solitario e molto introverso ed è molto facile immedesimarsi in lui. Nicolas è per la prima volta lontano da casa per andare in settimana bianca con la scuola ed è proprio durante questa vacanza che si svolge l'intera vicenda. All'interno del romanzo è ricorrente la presenza della sua voce interiore. Colpisce particolarmente in questi monologhi il fatto che un bambino della sua età possa immaginare scenari così macabri. Inoltre credo che molti aspetti del suo carattere siano dovuti alla mancanza di attenzioni nei suoi confronti da parte dei genitori. Infatti Nicolas tende spesso ad esagerare le situazioni, e a comportarsi quasi come una "vittima"; perciò pensa che essere abbandonato o che succeda una tragedia ai suoi genitori non gli dispiaccia, poiché in questo modo avrebbe potuto ricevere delle attenzioni da parte dei suoi compagni. Questi pensieri negativi prendono il sopravvento sul ragazzo, che infatti in una notte tranquilla finisce per sognare anche la sua stessa morte. Ho trovato il libro molto scorrevole e ricco di emozioni forti, quindi il lettore sente la necessità di continuare pagina dopo pagina. Si tratta inoltre di una storia piuttosto interessante e coinvolgente, ed è per questo che lo consiglio.
24/05/2022 15:05
2BT - I.I.S. Cesare Battisti, Bolzano
Questo libro mi ha coinvolto molto nella lettura e soprattutto nel continuare a leggerlo. Il libro parla di questo bambino pieno di insicurezze e paure ma con tanta curiosità e voglia di conoscere veramente il mondo. Mi è piaciuto molto Nicolas, perché nonstante tutti i suoi problemi cerca di trovare una via di fuga da essi. La sua situazione famigliare è un po' disagiata, soprattutto nella parte in cui il padre non volle che lui andasse in bus insieme ai suoi compagni ma di andare in macchina con lui.
A prima vista e a primo impatto non ero convinto, ma leggendolo ho capito che questo libro aiuta molto le persone che si chiudono troppo in sè cercando di evitare qualsiasi contatto con altre persone, ma che poi riescono a trovare il loro modo di trovarsi con se stessi e con gli atri. Questo libro lo consiglierei assolutamente a tutti, essendo un libro semplice e molto comprensibile. Il mio voto è 7 perché nel complesso mi ha soddisfatto.
26/05/2022 22:05
1i - Liceo Galvani, Bologna
Al romanzo “La settimana bianca” assegnerei un 8 perché anzitutto mi sono rivisto nel protagonista, Nicolas. Come lui da piccolo ero timido e introverso e quindi ho empatizzato facilmente con le sue paure.
In particolare mi è piaciuto molto lo stile dell'autore perché riesce a catturare l'attenzione del lettore catapultandolo dentro i pensieri e le emozioni del protagonista. Ecco alcune citazioni del libro che testimoniano lo stile così emozionante dello scrittore: “La neve ricopriva ogni cosa. I fiocchi continuavano a cadere volteggiando dolcemente nel vento. Era la prima volta che Nicolas vedeva così tanta neve, e dal fondo del suo sconforto provò un senso di meraviglia. L'aria gelida della notte gli investì il petto seminudo, creando un violento contrasto con il calore della casa addormentata alle sue spalle come un grosso animale satollo dal respiro tiepido e regolare”.
“Nicolas non sapeva cosa rispondere. Non si era mai posto il problema. A casa non ne ascoltavano mai, non avevano neanche il giradischi, e a scuola l'ora di musica era da tutti considerata un tormento. L'insegnante, il maestro Ribotton, faceva dei dettati musicali, vale a dire che suonava il piano una sequenza di note che loro dovevano scrivere sul pentagramma di un quaderno apposito. Nicolas non ci riusciva mai. Ribotton era un uomo molto piccolo e una testa enorme e tutti, pur temendo i violenti accessi di collera, che secondo la leggenda della scuola l'avevano indotto addirittura a scaraventare uno sgabello addosso ad un alunno, lo giudicavano un po' ridicolo”.
Ho trovato la trama molto avvincente: dall'inizio alla fine sono rimasto attaccato al libro, curioso di scoprire quale sarebbe stato l'epilogo di questa storia insolita.
Secondo te c'è una colonna sonora perfetta?
25/05/2022 12:15
2i - Liceo Galvani, Bologna
Il libro "La settimana bianca" è da considerare un romanzo scorrevole alla lettura anche se emergono lungo lo svolgimento della storia emozioni forti e passionali che personalmente non mi sarei mai aspettata. L'argomento che è stato da filo conduttore per me è il pensiero del protagonista Nicolas. Per esempio questa citazione fa capire bene al lettore quanto possa essere ampia l' immaginazione del bambino: “Cosa potranno mai pensare i genitori, eh? Che il figlio è morto? Oppure che sarà vivo da qualche parte, che sarà cresciuto? Uno vede i dati segnaletici, la giacca a vento, i moon boot, un metro e dodici di altezza, trentuno chili di peso, e poi vede la data, e sono passati sette anni. Sette anni che il bambino
è alto un metro e dodici e pesa trentuno chili. Che senso ha?”
All'interno del romanzo infatti l'autore dà ampio spazio alla voce interiore del bambino . La cosa che stupisce molto di questi monologhi è il protagonista di essi, che immagina scenari macabri e abbastanza precoci per la sua età.
Secondo la mia opinione il protagonista ha veramente una grande mancanza di attenzione da parte dei suoi genitori e molti aspetti del suo carattere sono dovuti principalmente a questo. Infatti Nicolas si comporta spesso come se fosse lui la vittima e tende sempre ad esagerare le situazioni, come si può capire dalla seguente citazione: “Aveva deciso di non parlare più, mai più. Ormai era l'unica forma di protezione che riuscisse a immaginare. Neanche una parola, da lui non avrebbero cavato più niente. Sarebbe diventato un blocco compatto di silenzio, una superficie liscia e scivolosa contro cui la sventura sarebbe rimbalzata senza trovare un accesso.” Questo suo comportamento lo porta a pensare che l'idea di essere abbandonato o che possa succedere una tragedia ai suoi genitori non gli dispiace, poiché se gli fosse successa una vera tragedia dopo avrebbe ricevuto delle attenzioni da parte dei suoi compagni; quelle che non ha mai avuto da parte dei suoi genitori. Questi pensieri negativi prendono sempre più parte della vita del ragazzo, così tanto che il ragazzo in una notte tranquilla finisce di sognare anche la sua stessa morte.
Un luogo che posso associare al libro è un bosco buio, mi ricorda le sensazioni di paura e mistero,che il protagonista stesso ha immaginato durante tutta la vicenda.
Una canzone che potrebbe fare da colonna sonora al testo è: “Let Me Down Slowly” di Alec Benjamin. Nella canzone l'autore dice che non vuole essere abbandonato e restare da solo, la stessa cosa che vuole il protagonista.
Il libro, per quanto possa essere impegnativo, nel complesso mi è piaciuto e il mio voto finale è 8!
Secondo te c'è una colonna sonora perfetta?
25/05/2022 08:11
2i - Liceo Galvani, Bologna
“La settimana bianca” di Emmanuel Carrère è un racconto estremamente coinvolgente e appassionante, che fa immedesimare il lettore nel protagonista delle vicende. Si tratta di una narrazione scorrevole e una storia con un finale inaspettato.
“Attraversò lo spiazzo affondando i piedi nudi nella neve che nessuno aveva ancora calpestato.
Anche il pullman aveva l'aria di un animale addormentato: cucciolo dello chalet, stretto al suo fianco, che dormiva a occhi aperti coi suoi grandi fari spenti. Nicolas lo superò e prosegui lungo lo sterrato fino alla strada, anch'essa coperta di neve. Si girò più volte a guardare le orme dei suoi
passi, profonde e soprattutto solitarie, prodigiosamente solitarie: era solo lì fuori quella notte,
solo a camminare nella neve, a piedi nudi, con il pigiama bagnato, e nessuno lo sapeva, e nessuno mai lo avrebbe rivisto. Nel giro di pochi minuti le sue orme si sarebbero cancellate”.
In questo libro viene raccontata la storia di un bambino, Nicolas, di cui è preso il punto di vista nelle vicende, che si distingue per essere timido e molto introverso. Nicolas e la sua classe partono per una settimana bianca. Giunti allo chalet di montagna (i compagni insieme e Nicolas in macchina con il padre che ha insistito per accompagnarlo), incontreranno i due animatori che organizzeranno le attività della settimana. Già dall'inizio sorge un primo problema: Nicolas ha scordato il suo zaino nel bagagliaio dell'auto del padre. Inoltre durante una notte esce da solo e cammina nella neve, entrando in uno stato di ipotermia. Viene poi salvato da uno di questi animatori. Ciononostante Nicolas sembra trovare un equilibrio tra le attenzioni che gli vengono prestate da parte degli adulti: Il protagonista dimostra una grande carenza di affetto e approvazione che riversa sugli adulti che sono nello chalet e che si occupano di lui, nello specifico su Patrick.
“Sperava solo che suo padre non tornasse (a consegnargli lo zaino), che la settimana bianca continuasse così, che tutti i giorni fossero come quello, e che la febbre non scendesse”.
La tranquillità della settimana viene interrotta da un grave evento: un bambino del paese é stato rapito e ucciso.
La notizia sconvolge tutti i compagni di classe e gli adulti, che chiaramente si interessano a capire chi sia il promotore di un tale atto. Proseguendo nel racconto ci si avvicina sempre più all'ipotesi che l'assassino sia più vicino alla classe, in particolare a Nicolas, di quanto non si creda.
Questa storia ti ha fatto venire in mente un luogo?
Secondo te c'è una colonna sonora perfetta?
23/05/2022 15:52
2i - Liceo Galvani, Bologna
“La settimana bianca” è un romanzo che sicuramente si può definire impegnativo,. Infatti dalla lettura, che risulta anche piacevole, emergono forti emozioni che personalmente non mi aspettavo. Le parti più interessanti del libro a mio parere sono quelle che si incentrano maggiormente sui pensieri del protagonista Nicolas. Infatti l'autore si concentra molto su lunghi monologhi che il bambino svolge tra sé e sé. E Mi ha stupita molto, infatti, quanto un bambino di quella tenera età possa sviluppare pensieri e comportamenti così complicati e inusuali. Il bambino di cui si parla, d'altra parte, a parer mio non è un bambino comune, non ha gli stessi pensieri banali degli altri suoi compagni ma anzi si immagina spesso scenari macabri e agghiaccianti, precoci per la sua età, come morti trucide o altre tragedie. E' proprio questo che mi fa riflettere molto: il fatto che Nicolas pensi sempre, ma senza mai agire. Questo suo comportamento secondo me è dovuto alla mancanza di attenzioni da parte dei genitori: infatti durante tutta la storia Nicolas immagina catastrofi che potrebbero succedere a loro mentre è lontano da casa . E più ci pensa più in fondo si affeziona all'idea di una tragedia, che lo farebbe risaltare agli occhi dei compagni, ricevendo così le attenzioni tanto desiderate. Per esempio quando il ragazzino scopre che suo padre non è tornato indietro allo Chalet a portargli lo zaino, reagisce subito pensando al peggio : “ E Se l'avessero catturato, o addirittura ammazzato? Sua madre sicuramente avrebbe spiegato che suo padre aveva avuto un incidente durante una trasferta, e che per una ragione o l'altra non potevano andare a trovarlo all'ospedale. Oppure che era morto e non sarebbero andati neanche al suo funerale, né a raccogliersi sulla sua tomba. Avrebbero di nuovo cambiato città, forse anche nome, nella speranza di lasciarsi alle spalle quel silenzio e quella vergogna che li avrebbero ormai accompagnati ovunque”. I pensieri malati del bambino e la sua fervida immaginazione si manifestano anche nei suoi sogni, come quando una notte Nicolas sogna la propria morte. “ Nicolas Aveva avuto più volte lo stesso incubo. Al mattino non ne ricordava i dettagli, ma conservava la sensazione di essere trascinato verso un orrore indicibile , da cui rischiava di non svegliarsi più. Era al luna park. La carcassa metallica del bruco si alzava al di sopra dei baracconi, il sogno lo invitava a seguirla. L'orrore si annidava lassù, e lo aspettava per divorarlo. La seconda volta comprese di esserci andato vicino, e che la terza gli sarebbe stata fatale. L''avrebbero ritrovato morto nel suo letto e nessuno avrebbe capito che cosa gli fosse accaduto “.
21/05/2022 18:58
1i - Liceo Galvani, Bologna
Questo libro mi ha particolarmente e piacevolmente colpito. Quando lo ho iniziato non immaginavo che la storia si sviluppasse in modo così inaspettato e coinvolgente, tanto da non riuscire in certi momenti a smettere di leggerlo, per capire cosa sarebbe accaduto nelle pagine successive. All' 'interno della storia mi è piaciuto il personaggio di Patrick . Lo ho trovato molto pertinente con il AL racconto ed è una figura positiva che aiuta Nicolas in varie circostanze, cercando di dargli coraggio e speranza fino alla fine, quando non potrà più essergli d'aiuto.
Un luogo che mi viene in mente da accostare all'ambientazione può essere uno chalet in montagna: sperduto nel nulla; imboscato tra alberi innevati, perciò invisibile; infatti l'autore infonde al luogo un'atmosfera molto macabra.
04/05/2022 19:34
2i - Liceo Galvani, Bologna
Il libro mi ha inspirato sin da subito, perché i temi che tratta (come la paura, il mistero) sono quelli che più preferisco leggere; per cui la sua lettura è stata molto coinvolgente e soprattutto mi ha trascinato pagina per pagina sino alla fine. In questo breve romanzo ci troviamo catapultati dentro il cervello di Nicolas, un bambino, del quale sentiremo le sue angosce, paure, disagi e amore per l'affetto che gli viene trasmesso da uno sconosciuto. Partiamo con lui in una settimana bianca, in una città in montagna, con gli altri suoi compagni e per imparare a usare gli sci e divertirsi in gruppo . Lui non è abituato a tutto ciò, ha sempre paura e a "migliorare" la situazione durante questa vacanza è una scoperta fatta dai suoi compagni di classe, i quali vengono a conoscenza che vicino al proprio chalet un bambino è stato rapito e ucciso. Questo lo perseguiterà, provocandogli incubi tutte le notti. La storia dunque si compone anche di un po' di thriller, un modo, attraverso il quale, l'autore riesce a farci entrare perfettamente nella psiche del racconto.
Questa storia ti ha fatto venire in mente un luogo?
Secondo te c'è una colonna sonora perfetta?
11/05/2022 22:40
1i - Liceo Galvani, Bologna
Il libro mi è piaciuto nonostante non mi sia immedesimato nel protagonista. Nicolas è un ragazzo emarginato, con una situazione familiare disagiata. E l'autore lo vuole mettere bene in evidenza: il ragazzo infatti parte dopo per la settimana bianca, non in pullman ma con il padre, che per lavoro era abituato a guidare. “Chi poteva garantire che non si sarebbe verificata una disgrazia come quella di cui tutti avevano visto le immagini la sera prima? La maestra “poteva soltanto dire che per quanta raguardava la sicurezza erano stati molto scrupolosi. […] Per avere la certezza assoluta che i loro figli non sarebbero finiti sotto una macchina, i genitori avrebbero dovuto rinchiuderli in casa […]” Inoltre, per i tanti fatti accaduti, deve tornare prima a casa con Patrick, l'accompagnatore.
Ma Nicolas non vuole tornare a casa, non vuole sapere cosa è successo e rientrare nel suo schema di vita quotidiana, infatti “si rimproverò per aver dormito, lasciando che la prima metà del viaggio passasse così in fretta. Intuiva che da quel momento in poi tutto sarebbe precipitato.”
Molto utile la strategia dei capitoli corti, che permettono di leggere il libro molto velocemente; al contrario, in alcune parti, tra flashback, sogni e immaginazione, non è molto chiaro di chi l'autore stia parlando.
Nella foto - Villa Ghigi
Questa storia ti ha fatto venire in mente un luogo?
16/05/2022 17:46
1B - Liceo Nomentano, Roma
Il libro la settimana bianca di Emmanuel Carrere mi è piaciuto molto, ho trovato molto intrigante il rapporto di Nicolas con le altre persone, questa sua continua angoscia che lui stesso continuava ad alimentare leggendo libri, proprio questa sua passione lo ha portato però ad avere timore di tutto ciò che gli è attorno e non avere più concezione della realtà.
17/05/2022 19:10
1i - Liceo Galvani, Bologna
Commento Xanadu sul libro: “ La settimana bianca” di Emmanuel Carrère
Il voto che ho deciso di assegnare a questo libro è 8, perché la narrazione è molto scorrevole e l'autore è bravo a far immaginare le scene al lettore, dando i giusti dettagli.
Un personaggio che mi ha colpito molto in questa storia è Patrick, l'animatore, perchè si preoccupa di Nicolas fin dal suo arrivo; infatti, la notte in cui Nicolas esce con la neve, e successivamente si rifugia nella macchina di Patrick, sarà proprio quest'ultimo a ritrovare Nicolas (cit. “Nicolas, ma Nicolas, che succede?”), cercando anche un po' di difenderlo dalle prese in giro degli altri e cambiando argomento (cit. “E adesso tutti al bar!”).
Un luogo ricollegabile a questa descrizione di Carrère può essere il tipico chalet di montagna, come l'Alpenrose, nel parco nazionale dello Stelvio, perché la trama del libro si svolge prevalentemente in uno chalet di montagna.
chaletalpenrose.it
Un brano che potrebbe fare da colonna sonora a questo libro è il Tannhäuser di Richard Wagner, perché dà l'idea di avventura, ma anche di tensione, oltre che di mistero, che alla fine si avvia comunque all'esplosione della soluzione.
https://youtu.be/SRmCEGHt-Qk
Secondo te c'è una colonna sonora perfetta?
25/03/2022 21:17
2Z - Liceo Copernico, Bologna
"La settimana bianca" è un libro che a prima vista può sembrare spensierato avendo come protagonista un bambino di nome Nicolas. E' un bambino timido, solitario e molto introverso ed è proprio grazie al suo particolare carattere che è molto facile immedesimarsi a pieno in lui. Nicolas è per la prima volta lontano da casa per andare in settimana bianca con la scuola ed è proprio durante questa vacanza che si svolge l'intera vicenda: Nicolas sarà pervaso da incubi, pensieri angoscianti, inquietudini e preoccupazioni che saranno alla base di tutta la storia. La narrazione è persuasiva e magnetica e ti tiene incollato al libro fino a che non lo finisci. Queste essenziali caratteristiche sono date sopratutto dalla bravura dell'autore. Attraverso la sua scrittura Carrère descrive in maniera molto dettagliata i tormenti di Nicolas e riesce a trasmettere tutto il dolore provato dal bambino. Nel libro di per sé non succede niente di ché ma il libro è molto scorrevole quindi il lettore sente comunque la necessità di continuare pagina dopo pagina. In generale ho trovato il libro interessante soprattutto per le emozioni e le sensazioni che trasmette. Consiglio il libro a tutti, soprattutto agli appassionati delle storie noir.
25/03/2022 21:53
2Z - Liceo Copernico, Bologna
In questo breve romanzo è come se ci trovassimo catapultati nella testa di Nicolas (il protagonista), un bambino che in un certo senso si distingue dagli altri: è ricco di angoscia, paure, insicurezze, ma soprattutto è solito fantasticare molto.
Come denota il titolo, il racconto è ambientato in montagna, in una baita nella quale Nicolas e i suoi compagni di scuola stanno passando, appunto, una settimana bianca. Il protagonista però non è abituato a tutto ciò, infatti fin dal suo arrivo inizia ad avere paura e, usando la sua grande fantasia, si fa strani viaggi mentali. Un altro personaggio che ci viene presentato all'inizio del romanzo è il padre di Nicolas, che fin da subito viene ritratto come una figura strana, che emana ambiguità; di lui sappiamo solo che è molto protettivo, che fa il chirurgo e che spesso lavora in trasferta.
Il culmine della vicenda lo abbiamo quando, nel mezzo di questa vacanza, i bambini vengono a conoscenza che in un paese lì vicino è stato rapito e ucciso in modo brutale un loro coetaneo.
Chi sarà lo spietato assassino? Questo l'autore non lo scrive concretamente ma , tramite vari indizi, ci porta a capirlo.
Personalmente non mi aspettavo molto da questo libro, ma poi, inaspettatamente, l'ho amato, probabilmente anche perché è il mio genere di romanzi preferito. Ho trovato il racconto molto avvincente, quasi da non riuscire a smettere di leggere, ma allo stesso tempo inquietante. La cosa che inizialmente mi ha fatto arrabbiare, ma che poi ho apprezzato, è proprio il fatto che Emmanuel Carrère ha preferito lasciare il finale come sospeso proprio nel punto che tutti aspettavamo dopo aver letto la prima metà/i tre quarti del libro.
In conclusione sono molto contenta di aver scelto questo romanzo e sicuramente proverò a leggere qualche altro libro di questo autore.
25/03/2022 22:12
2Z - Liceo Copernico, Bologna
Sono rimasto molto colpito dal romanzo Carrère. Innanzitutto perché penso sia riuscito a dare ai suoi lettori quella sensazione di angoscia per provare a mettersi nei panni del protagonista Nicolas. In secondo perché, a parere mio, la storia di quest'ultimo è caratterizzata molto bene, e penso che essa giustifichi le azioni che fa e il suo modo di pensare molto cupo e melodrammatico. Personalmente questo non è il mio genere preferito, e infatti non mi è piaciuto particolarmente l'inizio, lento per i miei gusti, ma ho trovato interessante l'idea di narrare la storia dal punto di vista di un bambino che la vive di persona. Inoltre, per farci mettere nei panni del ragazzo, l'autore trasmette molto spesso i suoi pensieri riguardo a ciò che sta accadendo, infatti la maggior parte della storia si svolge “nella testa di Nicolas”. Consiglio vivamente questo romanzo, ma non particolarmente a chi piacciono storie movimentate e piene di azione.
30/03/2022 23:01
2ALN - Liceo Rosmini, Rovereto
“La settimana bianca” di Emmanuel Carrère parla della movimentata vacanza del piccolo Nicolas, il protagonista, assieme ai suoi compagni in uno chalet di montagna.
Benchè mi è sembrata inizialmente una storia banale, con un finale già segnato, in un secondo momento mi ha appassionato e trasportato nelle idee a volte infantili dei ragazzi, e delle paure che gli adulti possono talvolta sottovalutare.
La suspense è molto comune all' interno della storia. Infatti in quasi tutti i sogni e nei pensieri di Nicolas c'è sempre questa punta di attesa e leggera tensione che caratterizza e incuriosisce sempre di più il lettore.
Ogni dettaglio è caratterizzato da una descrizione molto ampia di qualsiasi luogo, persona o stato d' animo: dal mio punto di vista è un requisito importante di una storia perchè ti permette di rendere sempre più reali i personaggi, imparando a conoscerli meglio su vari fronti.
I rapporti relazionali tra Nicolas e le varie persone che ha modo di conoscere durante la vacanza, sembrano delle prove generali della vita perché lo preparano a quello che sarà il futuro: composto da diverse persone, con differenti modi di vivere con una propria storia.
Nicolas, grazie alla vacanza, conosce meglio un ragazzo piú grande, il quale sembra avere un carattere molto diverso dal suo e da quello degli altri ragazzi, ma che alla fine si rivela il contrario. Quel suo essere scontroso nei confronti degli altri era solo uno scudo dalle sue paure e debolezze. Grazie a lui Nicolas capisce che le persone bisogna conoscerle bene, perché sono imprevedibili!
Le figure retoriche presenti, soprattutto metafore, arricchiscono molto il testo che è efficace grazie ad una scrittura semplice.