Il naso. Il cappotto

BUR, 2015
Traduzione di Tommaso Landolfi, Eridano Bazzarelli
180 pagine
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Spaventato, Kovalev chiese dell'acqua e si strofinò gli occhi con un asciugamano bagnato: non c'era che dire, di naso neppur l'ombra! Si palpò ben bene per essere sicuro di non dormire, non dormiva, no! Saltò dal letto, si riscosse, e sempre niente naso!... Egli chiese i suoi vestiti e si precipitò difilato dal capo di polizia.
Due racconti direttamente da metà Ottocento (ma che sembrano scritti oggi) del grande Gogol', in cui il ridicolo e il grottesco sono ulteriormente enfatizzati dalle spassosissime immagini moderne di Altan, anche lui maestro della satira.
 
Il naso è un racconto assurdo, narrato però con le caratteristiche del realismo: un tizio si sveglia una mattina e non ha più il naso. Lo cerca ovunque, ma niente. Al suo posto un buco, pelle liscia, che lui nasconde subito con un fazzoletto, perché terrorizzato dal mostrarsi in società in quelle condizioni: sa già che saranno guai sul lavoro, e le donne non lo vorranno più. Contemporaneamente, un barbiere sta per addentare un panino che ha in casa, e dentro ci trova un bel naso. Così uno il naso lo cerca disperatamente, l'altro ha bisogno invece di disfarsene. E ad un certo punto proprio il naso verrà avvistato a zonzo su una carrozza, vestito in alta uniforme...
Qui puoi ascoltare l'audiolibro.
 
Il cappotto si basa su un gioco simile, in cui al centro c'è il rapporto tra un individuo e la società, e come tutto sia regolato dalle apparenze: Akakij Akakievič (potrebbe essere tradotto Ingenuo Ingenuotti) ha un cappotto ormai a pezzi, e il suo sarto si rifiuta di rammendarlo per l'ennesima volta, perché ormai non c'è più nulla da rammendare. Lui è poverissimo, ma il freddo russo e lo sguardo dei colleghi lo costringono a enormi sacrifici per comprarne uno nuovo, e come per magia la sua vita cambia: prima era considerato una nullità, ora tutti lo cercano e lo trattano con i maggiori riguardi. 

Commenti

Avatar Giga_Giando_Gengis
25/03/2023 16:11
1E - Liceo Laura Bassi, Bologna
E' un libro che racchiude due storie narrate dallo stesso autore ma non sono connesse tra di loro. Entrambi i racconti sono ambientati in Russia, nel XIX secolo, e risultano molto scorrevoli alla lettura! Il primo racconto, ovvero "Il naso", racconta le avventure del sergente Kovalev alla ricerca del proprio naso: infatti una mattina, senza sapere per quale motivo, si risveglia miracolosamente senza quest'ultimo. Infatti si rivela essere una parte del corpo indispensabile per darsi un tono e mantenere una certa serietà, e col lavoro del sergente, di queste caratteristiche non si può di certo fare a meno. Il secondo racconto, intitolato "Il cappotto", narra di un impiegato, che riceve una misera paga, nonostante ciò è molto affezionato al suo lavoro tanto che ad ogni momento libero, invece di dedicarlo come gli altri suoi colleghi a praticare quello che più gli piace fare, si porta avanti col lavoro; più avanti il protagonista riscontrerà alcuni problemi dovuti al freddo invernale della Russia e dei pochi soldi, ma nonostante la molta fatica e i tanti sacrifici per questo secondo racconto il lieto fine non lo troveremo.

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Avatar brandodotti
25/03/2023 12:07
2GT - Liceo Galvani, Bologna
il libro è diviso in due novelle diverse intitolate “IL naso e IL cappotto”.Consiglierei il libro poiché Il genere prevalente è il fantastico, infatti nel corso delle tue vicende ci sono episodi molto insoliti, e anche perché è un genere umoristico dunque il narratore utilizza formule per far divertire il lettore. le due novelle hanno due trame diverse, infatti IL naso parla di un barbiere che si trova in un panino il naso di un suo cliente e cerca in ogni modo di sbarazzarsene. L'organo olfattivo in qualche modo prende vita e inizia girare per la città spacciandosi per un consigliere politico.Il cliente si chiamava Kovalev, il quale si accorse per caso di aver perso il suo naso.Kovalev cerco disperatamente il suo beccuccio senza però trovarne mai traccia, finché un giorno l'organo venne riconsegnato da una guardia. Il protagonista cerca di riporre il naso al suo posto diverse volte pero con un risultato sempre negativo, fin quando una mattina la prominenza è tornata al suo posto.La seconda trama invece è più riflessiva, in effetti racconta la storia di un uomo chiamato Amalia Akakievic Basmackin che dopo anni di risparmi riuscì ad acquistare un nuovo cappotto. Il cappotto ha un significato simbolico per Akakievic, “ una gioia che rompe l'assoluta ripetitività di un'esistenza dedicata al proprio lavoro”. Il cappotto aiuterà il protagonista a superare le sue incertezze, finché un giorno durante un'uscita con i suoi colleghi gli venne rubato . [...] Uno degli aspetti che rende unico lo stile del libro IL naso è la scelta di Gogol di concentrarsi sulla descrizione fisica del naso del protagonista, il quale si stacca improvvisamente dal viso e acquisisce una vita propria.Inoltre Gogol utilizza spesso la ripetizione di parole e frasi, intensificando il senso della storia. Lo stile di scrittura della novella Il cappotto è ricco di ironia, sarcasmo e simboli che permettono al lettore di immergersi nella storia e di sentirsi parte della narrazione.
Avatar BiniFilipp0
24/03/2023 16:07
1AE - IIS Belluzzi Fioravanti, Bologna
Il naso e il cappotto sono due racconti uniti nello stesso libro....il narratore utilizza il ridicolo e il grottesco per protestare contro il rapporto tra un individuo e la società o per raccontare l'assurdo in chiave realistica. L'ho trovato piacevole e intrigante, a tal punto che ho riletto molte parti del libro per capirne il significato

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Avatar Bracco
22/03/2023 18:06
1P - Liceo Galvani, Bologna
Il naso e il cappotto sono due estratti dei "Racconti di Pietroburgo”. Essi furono scritti da Nikolaj Vasil'evič Gogol nella Russia zarista del 1800 e sono delle celebri rappresentazioni ironiche e surreali della corrotta e sporca società russa della metà dell'Ottocento. Entrambi i racconti sono caratteristici della scrittura di Gogol': possiedono dunque un registro molto alto e una forte morale che critica la società del tempo. “Il naso” parla di un egocentrico membro della politica russa che un giorno si sveglia senza naso. Egli ,data la sua posizione sociale, ci perde la testa e ,dopo aver visitato uno spropositato numero di persone, finisce quasi per impazzire finché una mattina il naso ricompare, senza lasciare ,però, il lettore senza una importante e nascosta morale “Il cappotto” discute di un povero impiegato che trovatisi senza cappotto spende tutti i suoi beni per acquistarne uno nuovo. Rispetto al “naso” questo estratto possiede una trama e un finale più articolati ma che comunque non riescono a mascherare l'ironica linea di critica che Gogol' vuole delineare e che in questo racconto è più forte e interessante
Avatar akteropurba
20/03/2023 20:34
5D - Liceo Galvani, Bologna
“Il naso” e “il cappotto” sono entrambi presenti nei “Racconti di Pietroburgo", raccolta di racconti di Gogol' realizzata dopo la sua morte. Il primo era stato finito il 1834, ma non era stata subito approvata la sua pubblicazione, poiché veniva ritenuto troppo volgare, infatti il brano stesso è stato sottoposto a varie rivisitazioni e modifiche da parte dell'autore, costretto dalla censura. Tuttavia il racconto raggiunge il successo meritato grazie all'arguta critica alla società russa del tempo, che traspare attraverso una trama alquanto avvincente e assurda. Si parla quindi di un assessore di collegio, Kovalëv, il quale svegliandosi una mattina e accorgendosi di non avere più il naso, teme di aver definitivamente danneggiato i propri rapporti sociali, mentre il suo organo olfattivo se ne va ora in giro per la città in carrozza fingendosi un consigliere di Stato. Questa è un'esplicita provocazione di Gogol' nei confronti della mentalità razionale del periodo, che non concede spazio alla fantasia. Il secondo invece era stato pubblicato il 1842 ed è assolutamente un grande capolavoro, in cui viene esposta la visione di una società miope e cinica, favorevole solo per i prepotenti, dove non vi è posto per gli umili, sottomessi e conformisti. Infatti si racconta di un semplice funzionario, Akakij Akakievič Bašmačkin, che viene preso in giro dai suoi colleghi e si trova in difficoltà nel momento in cui è costretto a comprarsi un nuovo cappotto, a causa delle misere condizioni di quello che già possiede. Sebbene i prezzi siano sopra la sua portata egli non demorde e comincia a risparmiare al fine di acquistarne uno. Ottenuto il capo, dopo molti sacrifici, gioisce a tal punto da partecipare alla festa organizzata dai suoi colleghi senza sapere la disgrazia che quella sera lo sta aspettando, durante la quale nessuna autorità si dimostrerà disposta ad aiutarlo. Ma verso la fine del libro il protagonista riesce a vendicarsi dell'ingiustizia subita tramite un mezzo alquanto bizzarro, che però stravolge il racconto rendendolo singolare. Ciò che mi ha invogliato alla lettura di queste invenzioni di Gogol' è stato sicuramente il suo stile grottesco, la maniera in cui è stato capace di palesare punti cruciali con una comicità tale da indurmi a consigliare queste letture a chiunque abbia il piacere di entrare in un mondo basato su un'immaginazione talmente surreale da riuscire a creare precisi parallelismi con la realtà.
Avatar Elly
15/03/2023 10:22
2F - Liceo Galvani, Bologna
I due racconti di Gogol appartengono alla raccolta “Racconti di Pietroburgo” e sono stati scritti nella prima metà del 1800. L'autore racconta storie surreali con protagonisti altrettanto insoliti, da sembrare delle caricature. Nel primo racconto l'autore narra l'incredibile vicenda dell'assessore di collegio Kovalëv, il quale una mattina scopre di non avere più il naso. La sua più grande preoccupazione è di nascondere tale menomazione nel timore dei commenti della gente. L'esperimento letterario che rende la storia più avvincente è dato dal fatto che la narrazione della sparizione del naso dal viso dell'assessore di collegio viene preceduta dal ritrovamento del naso stesso nella pagnotta addentata dal suo barbiere Ivàn Jakovlevich. La narrazione si sviluppa nelle peripezie di Kovalëv alla ricerca del suo naso. La storia del naso scomparso è stata ripresa più di cent'anni dopo da Gianni Rodari in un divertente racconto che fa parte della raccolta “Le Favole al Telefono”. In quel caso, tuttavia, il naso era scappato perché il suo proprietario ci metteva sempre le dita. Il finale del racconto di Gogol è inaspettato, non tanto per il ritrovamento del naso, quanto piuttosto per il fatto che lo stesso non si attaccava al viso del suo proprietario, salvo poi improvvisamente tornare al suo posto senza alcuna spiegazione. Nel secondo racconto il protagonista è uno strano personaggio sul cui aspetto l'autore si sofferma evidenziandone i lati negativi (“bassino di statura, un po' butterato, rossiccio, persino strabico, con una incipiente calvizie sulla fronte, con le grinze su entrambe le guance, per non parlare di altre indicibili imperfezioni…”). Le sue mansioni sono unicamente quelle di copiare testi in bella grafia. La sua vita scorre monotona e piatta fino a che non si accorge di dover sostituire il proprio cappotto, a tal punto liso e consumato da non poter più essere rattoppato. Quando finalmente il protagonista decide di commissionare al sarto la fattura di un nuovo cappotto la sua indole e il suo carattere iniziano ad evolversi. Da un lato egli si mostra più allegro e attento agli avvenimenti che lo circondano, ma dall'altro inizia a perdere concentrazione sul lavoro. Il racconto ha un finale amaro perché, una volta ottenuto il tanto desiderato cappotto, il protagonista ne viene privato da alcuni delinquenti e, durante la ricerca, si ammala gravemente, tanto da morire. Il finale è addolcito dalla presenza del suo fantasma, che si vendica su tutti coloro che lo hanno maltrattato. Due racconti molto diversi fra loro ma entrambi molto avvincenti e ricchi di significati nascosti.
Avatar MircoGallerani
03/03/2023 03:17
2A - Liceo Morandi, Finale Emilia (MO)
ne “il naso e il cappotto” vengono descritte le attitudini della società russa infatti con una descrizione realistica di fatti puramente surreali Gogol si prende gioco dei suoi concittadini, i quali sono più attaccati alle apparenze che al resto; difatti descrive persone la quale superficialità è al limite dell'impossibile. ad esempio ne "il naso" si può percepire la preoccupazione del protagonista quando perde misteriosamente il naso e pensa immediatamente a come si potrebbe presentare alle persone di alto rango conciato in quella maniera; oppure nel “cappotto “ il protagonista preferisce fare una miriade di sacrifici per comprare un cappotto nuovo per evitare la derisione da parte dei suoi colleghi. il libro l''ho molto apprezzato, soprattutto nell' aspetto satirico e comico che caratterizza tutta l''opera.
Avatar DinosauroPiccolo
05/02/2023 00:29
5D - Liceo Galvani, Bologna
Un ufficiale spavaldo ed altezzoso perde il naso che si trasforma in un vero e proprio funzionario d'alto rango. Un trascrittore povero e passivo perde il cappotto nuovo e la vita. Una storia assurda ed una tragicamente verosimile, entrambe raccontate con personaggi estremamente iperbolizzati nelle loro caratteristiche fino a diventare vere e proprie maschere. Molto ben scritti gli interventi dell'autore nella storia per commentare e/o aggiungere particolari interessanti. Sempre simpatiche le illustrazioni di Altan, che aggiungono all'assurdo e al grottesco delle vicende. Unica pecca gli infiniti commenti d'analisi utili per la comprensione del primo racconto ma completamente superflui per il secondo nonché la pessima latinizzazione del primo racconto; cose che però non mi par legittimo includere nella valutazione della storia.
Avatar ceciceciceci
03/02/2023 11:43
2X - Liceo Morandi, Finale Emilia (MO)
Il Naso e il Cappotto sono due racconti scritti da Nikolaj Gogol', nella prima metà dell'800: appartenenti alla raccolta "I Racconti di Pietroburgo". I due racconti sembrano molto differenti. Narrano di due protagonisti che conducono delle esistenze completamente diverse. Provengono da ceti sociali opposti, hanno abitudini contrapposte e perfino i loro comportamenti, se paragonati, sono in conflitto. Il primo, Kovalev, è un assessore di collegio che per darsi ancora più importanza si fa chiamare Maggiore Kovalèv. A lui capita una terribile disgrazia che potrebbe mettere a repentaglio la sua reputazione: gli scompare il naso… Il secondo protagonista, Akakij Akakievic, invece lavora nel dipartimento che è meglio non citare perché nulla è più irritabile e permaloso dei dipartimenti di qualsiasi tipo di Pietroburgo. Akakij è innamorato delle lettere. Questo è il suo lavoro: ricopiare le comunicazioni del dipartimento. Gli assegnano un plico di fogli la mattina e la sera lo riporta nel dipartimento. Passa la sua vita a ricopiare e ricalcare le lettere con la più bella calligrafia che lui possa mai fare uscire dai suoi movimenti gentili. Lui non ha una famiglia, non è sposato e non vive nemmeno in una villa, a lui bastano le lettere. Tuttavia la mattina e la sera c'era molto freddo e il suo cappotto ormai è tutto consumato. Deve recuperarne uno nuovo! Ma con quali soldi? Nonostante la diversità dei racconti, il messaggio è lo stesso: l'essere umano, insignificante e ingenuo, passa la vita in una condizione di vuoto, senza neanche pensare perché è vivo. L'uomo infimo pensa a sé, alla sua contentezza e da egoista nasce e rimane cieco. Kovalev e Akakij invece riescono a sfiorare la pienezza della vita, trovano uno scopo superiore e divengono consapevoli della loro nullità, cercando di colmarla e redimerla nel breve tempo che a loro è stato concesso. Lo stile di Gogol è originale e insolito: grottesco è come molti lo definiscono. In realtà Gogol, per tutta la sua vita nevrotica e complicata e con le sue ossessioni, è sempre stato un artista. Lui è capace di fondere la brutale realtà con un mondo fantastico dove i nasi possono parlare ed esistono i fantasmi. Questo libro mi è personalmente piaciuto molto. Ritengo che il lettore possa spiare un mondo esterno ed interno a noi e a Gogol che non ha bisogno di commenti per descriversi, proprio per il suo realismo schietto. È una semplice esperienza di acquisizione di sapere, che rende consapevoli di quanto l'essere umano sia infantile e subordinato alla completezza della vita.
Avatar biancaaa_
29/01/2023 12:00
1P - Liceo Galvani, Bologna
Il naso e il cappotto fanno parte di un insieme di racconti: "I Racconti di Pietroburgo” scritti da Nikolaj Vasil'evič Gogol'-Janovskij. Gogol racconta delle storie che hanno dell'assurdo, e spesso l'assurdo fa storcere il naso a molte persone, a meno che un giorno non ti svegli senza. Infatti il primo racconto parla proprio di un assessore di collegio del Caucaso chiamato Kovalèv, che un giorno si rende conto che il suo naso è sparito, e al suo posto è presente uno spazio liscio senza nessuna cicatrice o ferita. L''intera storia racconta di come Kovalèv cerca in ogni modo di recuperare il suo naso dopo averlo visto scendere da una carrozza con degli abiti eleganti; ma la disperata ricerca del naso diventerà sempre più difficile per Kovalèv, perché intanto il naso sta assumendo cariche sempre più importanti. Il secondo racconto: “Il cappotto” racconta della vita di un funzionario chiamato Akakij Akakievič Bašmačkin, il quale svolge una vita monotona e viene escluso dalle attività sociali di Pietroburgo. Un giorno si imbatte nella necessità di comprare una nuova mantella perché la precedente era molto rovinata, malgrado abbia molta difficoltà a trovarne una, riesce ad avere una mantella nuova. Con l'acquisto della nuova mantella la sua vita ha uno stravolgimento: l'uomo riceve rispetto dai colleghi che lo maltrattavano e addirittura viene fatta una festa per l'acquisto del capo. Ovviamente nulla è perfetto, e anche la grande gioia è momentanea, ma non credo sia giusto rivelarvi il finale. Gogol è uno scrittore particolare che racconta storie inverosimili e magari non per le menti più matematiche e rigide ma come ci dice lui: “già, perché dov'è che non si verificano delle cose inverosimili? E a rifletterci bene, in tutto questo, davvero qualcosa c'è. Si può dire quel che si vuole, ma simili avvenimenti al mondo accadono, di rado, ma accadono”.
Avatar Leone08
29/01/2023 11:16
1P - Liceo Galvani, Bologna
E' la prima volta che ho incontrato Gogol nelle mie letture e mi ha semplicemente sbalordito. I suoi racconti, soprattutto il naso, sono fantastici e fuori da ogni schema. Basta pensare che l'autore ha reso un naso protagonista e con vita propria. Usa le sue storie come una feroce critica alla società russa del suo tempo.Dopo aver letto questo libro non penserete più al naso come un semplice naso. Il cappotto invece vi farà riflettere a quanto gli oggetti materiali siano poco importanti rispetto ai sentimenti e alle emozioni. Spesso anche noi ce lo dimentichiamo. Vi piacera' leggere i suoi racconti, lo stile e' buffo e fantastico, semplice ma arguto e vi potra' anche strappare una risata.

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Avatar lettricediottocenteschi
30/01/2023 18:49
1P - Liceo Galvani, Bologna
"Il naso" e "Il cappotto" sono due racconti russi dell'ottocento scritti da Nicolaj Gogol. Sono brevi e surreali e, per mezzo di eventi fantastici, vogliono rappresentare la Russia dell'epoca. "Il naso" parla di un signore che trova un naso e cerca in tutti i modi di disfarsene, ma d'altra parte il proprietario del naso lo cerca dappertutto cercando di non far sapere che ha perso il proprio naso. Mi ha stupito molto come il protagonista fosse più preoccupato di cosa avrebbero pensato gli altri se lo avessero scoperto piuttosto che della propria salute. "Il cappotto", invece, racconta di un uomo con un cappotto trasandato e pieno di pezze che è costretto a comprare un nuovo cappotto quando si crea l'ennesimo buco in quello vecchio. Con il cappotto vecchio, il protagonista era ignorato e deriso da tutti, ma appena prende quello nuovo, tutti gli danno attenzione e improvvisamente diventa apprezzato. Entrambi i racconti mi sono piaciuti molto e, essendo brevi e scorrevoli, li consiglierei a tutti.
Avatar jacopovigato
31/01/2023 16:57
1P - Liceo Galvani, Bologna
"Il naso e Il cappotto" è un estratto di "Racconti di Pietroburgo" ed io ho trovato molto coinvolgente la lettura di questi due racconti benchè l'autore Nikolaj Gogol' abbia una scrittura assai complicata. "Il naso" è un racconto dove una mattina un barbiere trova in una pagnotta il naso di un uomo di prestigio al quale, alcuni giorni prima, aveva fatto la barba. Il barbiere cerca un modo di sbarazzarsi del naso mentre l'uomo lo cerca disperatamente e a seguito di qualche buffa vicenda il naso torna al suo posto sulla faccia dell'uomo che lo aveva perso. "Il cappotto" è un racconto simile a quello precedente: il protagonista è un comune impiegato con un cappotto malandato. L'uomo, per via del freddo russo, è costretto a comprare un altro cappotto nonostante la sua situazione economica non sia delle migliori. In seguito a questo acquisto, in ufficio viene rispettato e stimato fino a che non viene derubato del suo cappotto e si ammala. Per questo raffreddore muore e, sotto forma di fantasma, quest'ultimo deruba i passanti dei loro cappotti lasciandoli a patire il freddo che lui aveva patito in precedenza. Ho molto apprezzato la lettura di questi racconti e ne consiglio caldamente la lettura. Inoltre questi due racconti hanno due significati molto importanti dal mio punto di vista: il primo, che vediamo nel primo racconto, è l'importanza della bellezza esteriore mentre nel secondo vediamo che il disprezzo delle persone nei confronti di un'altra persona è sempre negativo.
Avatar GiovanniSimoni
31/01/2023 17:06
1P - Liceo Galvani, Bologna
Questo libro è composto da due storie completamente differenti: "Il naso" racconta di un personaggio che un giorno si sveglia senza naso e "Il cappotto" racconta la storia di un impiegato che usa i suoi risparmi per comperare un nuovo cappotto. "Il naso" è un libro molto semplice e che non mi ha fatto appassionare molto alla storia ma comunque è piacevole da leggere. Il cappotto, invece, è un libro che mi ha preso molto e che è riuscito a farmi immedesimare nelle avventure del personaggio e per questo motivo è una storia che rileggerei volentieri.
Avatar felice_mallano
28/01/2023 14:38
1P - Liceo Galvani, Bologna
I racconti "Il naso" e "Il cappotto" sono entrambi ambientati nella San Pietroburgo dell'Ottocento, e sono tutti e due contornati da un'aria di ironia, irrealtà, e in certi momenti hanno anche del grottesco. "Il naso" è un racconto il cui protagonista è un uomo della medio-alta società che si risveglia senza naso, e si dispera cercando di recuperarlo per tornare in condizioni accettabili. Contemporaneamente un barbiere trova nel suo panino proprio lo stesso naso; mentre uno lo cerca e l'altro cerca di capire come sbarazzarsene, il naso viene avvistato in città vestito da altro funzionario su una carrozza. Così, dopo un paio di vicende surreali e ironiche il naso torna al suo posto sulla faccia dell'uomo che lo aveva perso. "Il cappotto" è molto simile al racconto precedente per ambientazione, tipologie di personaggi e di eventi: in questo caso il protagonista è un comune impiegato, povero e solitario, che si ritrova con un cappotto rotto e malandato. Pur non disponendo di grandi ricchezze, l'uomo non può permettersi di patire il freddo russo, e si decide a comprare un altro cappotto; quando finalmente riesce ad acquistarlo, tutti coloro che lo avevano deriso e preso in giro per molti anni in ufficio lo iniziano a considerare una "star" e l'impiegato si trova coperto di attenzioni. Una sera però il cappotto gli viene rubato, e l'uomo, dopo essere stato maltrattato dalla persona a cui aveva chiesto aiuto, si trova molto malato a causa del freddo patito, e muore pochi giorni dopo. La storia ha un finale inaspettato quando sembra che sia proprio il suo fantasma a comparire per la città compiendo furti di cappotti, lasciando così scoperte le persone. A mio parere i due racconti sono particolari, con uno stile di scrittura molto diverso a quello a cui sono abituato, in cui compaiono riflessioni dell'autore che danno una nota d'ironia al tutto. Ogni tanto però alcuni pensieri sono difficili da cogliere subito e vanno riletti un paio di volte, ma del resto le trame sono chiare e semplici da seguire. Il libro espone anche quella che era la Russia dell'Ottocento da diversi punti di vista: spesso ci sono allusioni alle abitudini delle persone "comuni", ma si parla anche delle gerarchie che erano presenti all'interno del paese, sia nell'ambito della legge ma anche in quello del commercio, ad esempio. Inoltre, grazie ai frequenti interventi dell'autore si riesce a dare un significato a personaggi che a prima vista potrebbero sembrare nulli, ma che, grazie al loro ruolo da protagonisti, suscitano interesse dal punto di vista personale, oltre alle azioni concrete che compiono e che fanno capire solo in parte quale sia il loro ruolo. Ne è un esempio l'impiegato protagonista de "Il cappotto", che, se fosse una persona reale, sarebbe considerata nulla proprio come è considerata da tutti i suoi conoscenti nel libro; grazie alla sua storia e ad alcune precisazioni sul suo conto da parte dello scrittore, chi legge lo può apprezzare di più nonostante il suo carattere mesto e piatto.