Il mostro ruggì ancora più forte e spaccò con un braccio la finestra, fracassando vetro, legno e mattoni. [...] Conor vide le zanne irregolari, di legno duro e nodoso, e sentì l'alito caldo che gli soffiava addosso. Poi il mostro si fermò di nuovo. "Proprio non hai paura, vero?"
"No, non di te comunque."
Il mostro strinse gli occhi. "Ne avrai", disse. "Prima della fine."
 
Voi credete nei mostri? Se una notte, nel buio della vostra stanza, vi comparisse davanti un mostro, come reagireste? Conor non crede ai mostri, nemmeno quando se ne trova uno di fronte. Il mostro, possente e mastodontico, è venuto a prenderlo, dice. Eppure Conor non ha paura. Anzi, è quasi deluso. Conor ha visto di peggio. Ha visto sua madre ammalarsi di cancro, la vede ogni giorno combattere contro la malattia, diventare sempre più stanca, sempre più debole. Ha visto i compagni di scuola trasformarsi in bulli, li vede ogni giorno, e lo picchiano, lo insultano. Cosa può fare di così terribile il mostro che Conor non abbia già sperimentato? Farsi raccontare una storia, dice il mostro. Proprio così. Il mostro tornerà altre notti, sempre sette minuti dopo la mezzanotte. Le prime tre notti, racconterà a Conor tre storie. La quarta, invece, sarà Conor a raccontarne una al mostro, che però non vuole una storia qualunque: vuole il suo incubo, il suo segreto più nascosto, la verità che Conor non vuole rivelare a nessuno, nemmeno a se stesso. Perché le storie sono fra tutte le cose le più selvagge, inseguono, predano e mordono, e Conor non ha scampo... 

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