
L'unica persona nera nella stanza
66th&2nd, 2021
Quando sei l'unica studentessa di colore della classe, o della scuola, e un ragazzo ti chiede di uscire, non sei quella con gli occhiali, quella della 4A, quella strana, quella bella - sei solo quella straniera. Quando sei l'unica ragazza nera della scuola, sei sempre quella straniera.
Nadeesha Uyangoda è un'italiana nera originaria dello Sri Lanka. Dopo essersi trasferita con sua madre in Lombardia all'età di sei anni, è diventata rapidamente quella che gli inglesi definiscono in maniera razzista una “noce di cocco”: nera fuori, bianca dentro - un esempio perfetto di assimilazione culturale. Eppure, il colore della sua pelle e la questione razziale hanno continuato a definire la sua identità e le sue relazioni con le altre persone.
Nadeesha allora ha deciso di rivolgersi alla scrittura e all'attivismo per raccontare attraverso esperienze personali, interviste e dati, cosa significa essere l'Unica Persona Nera nella Stanza: dal contesto scolastico alla realtà delle coppie miste; dal rapporto con la comunità di origine alla rappresentazione dei neri sui media e nel mondo culturale; dal razzismo istituzionalizzato al femminismo intersezionale.
A proposito di identità, migrazioni e razza l'autrice ha curato anche la serie di podcast Sulla razza, uno dei contributi più originali e onesti su questi temi in Italia.
Nadeesha allora ha deciso di rivolgersi alla scrittura e all'attivismo per raccontare attraverso esperienze personali, interviste e dati, cosa significa essere l'Unica Persona Nera nella Stanza: dal contesto scolastico alla realtà delle coppie miste; dal rapporto con la comunità di origine alla rappresentazione dei neri sui media e nel mondo culturale; dal razzismo istituzionalizzato al femminismo intersezionale.
A proposito di identità, migrazioni e razza l'autrice ha curato anche la serie di podcast Sulla razza, uno dei contributi più originali e onesti su questi temi in Italia.
Commenti
15/05/2023 12:12
1E - Liceo Laura Bassi, Bologna
Questo libro tratta una tematica molto importante: il razzismo, che è una tematica diffusa oggi.
Il libro parla di una ragazza, Nadeesha, proveniente dallo Sri Lanka, che si è trasferita in Italia a sei anni e deve affrontare i problemi derivanti dal colore della sua pelle.
Il libro è scorrevole con parole ben comprensibili: infatti io, non amante della lettura, l'ho letto in un arco di tempo molto breve.
Mi sono immedesimata nella protagonista poiché provengo anch'io dallo Sri Lanka. Sono rimasta colpita dal fatto che fosse un libro scritto su una ragazza dello Sri Lanka: questo non capita mai ed è anche il motivo che mi ha spinto a leggere questo libro.
Lo consiglio a tutti coloro che hanno voglia di leggere questo tipo di libro con una trama diversa dal solito.
14/05/2023 18:14
1E - Liceo Laura Bassi, Bologna
“L' unica persona nera nella stanza” è un libro scritto da Nadeesha Uyangoda, una scrittrice e giornalista proveniente dallo Sri Lanka.
Nadeesha si è trasferita in Italia all' età di sei anni per il volere della mamma, così, dal nulla si ritrova l' unica bambina nera a giocare insieme ad altri bambini bianchi, sentendosi “diversa”.
L'autrice attraverso le pagine ha cercato di trasmettere il disagio provato nell' avere una carnagione o provenienza differente da quella altrui.
Ci troviamo, purtroppo, in una società piena di pregiudizi, nella quale alle persone non interessa conoscere l'altro, la cosa più importante è la tua immagine, la tua carnagione, la tua provenienza, il tuo modo di vestire, ecc…
Nadeesha cerca di affrontare il tema del razzismo condividendo il suo punto di vista e la sua esperienza.
Nonostante il metodo di scrittura dell' autrice non mi abbia particolarmente entusiasmata (spesso poco scorrevole e ripetitivo), vorrei ugualmente consigliare questo libro a chiunque voglia informarsi riguardo al tema del razzismo, perché descrive perfettamente tutte le etichette e i pregiudizi che noi italiani abbiamo nei confronti delle etnie diverse dalla nostra.
14/05/2023 11:48
2BA - Istituto Tecnico Economico Einaudi, Padova
Consiglio questo libro perché parla di un argomento di attualità, inoltre è un libro semplice che non richiede particolare sforzo ed è perfetto anche per chi non ama leggere.
13/05/2023 12:04
2ASC - Liceo Rosmini, Rovereto
Nadeesha Uyangoda nasce in Sri Lanka, ma vive in Brianza fin dalla tenera età. Il suo libro “L''unica persona nera nella stanza”, pubblicato recentemente, narra la discriminazione subita dalla protagonista a causa della razza e del colore della pelle, da parte del popolo italiano e di quello quello srilankese.
Nell'autobiografia viene riportato un fenomeno da sempre presente in molte parti del mondo, ovvero il considerare inferiori le persone con tratti somatici diversi rispetto alla popolazione locale.
Le situazioni raccontate nel libro vissuto di molti immigrati o i figli di questi, che spesso si sentono inferiori a causa di pregiudizi, che portano alla paura del diverso.Io essendo figlia di immigrati, ho vissuto in prima persona queste spiacevoli situazioni e mi sono ritrovata molto nelle parole dell'autrice.
Consiglio questo libro a chiunque abbia il coraggio di guardare il mondo attraverso gli occhi della persona considerata “diversa”.
12/05/2023 17:16
1B - IIS "Vittorio Bachelet", Oggiono
Questo libro affronta il tema del razzismo in modo molto profondo, attraverso la voce dell'autrice che descrive la propria esperienza di crescita come una persona nera in una società dominata dai bianchi e la loro cultura, le cui norme sociali spesso escludono le persone nere.
L'autrice infatti spiega i modi in cui i bianchi sminuiscono i neri danneggiando le loro vite.
Il libro affronta anche il tema della solidarietà tra i neri e l'importanza di creare spazi in cui ci si può sentire accettati e compresi, infatti l'autrice parla del fatto che queste relazioni hanno avuto un ruolo fondamentale nella sua vita.
Il libro presenta una prospettiva unica su ciò che significa essere neri in una società bianca che spesso discrimina i "diversi".
E' il libro giusto per chi desidera impegnarsi per creare una società migliore.
06/02/2023 10:43
1O - Liceo Fermi, Bologna
23/03/2023 17:18
1N - Liceo Ulivi, Parma
08/05/2023 11:30
1BSA - Liceo Andrea Maffei, Riva del Garda
Il libro è una raccolta di situazioni vissute dall'autrice, ma non solo, che narrano episodi di razzismo collegati al colore della pelle. In più c'è anche una parte di ragionamento a volte leggero e ironico su quanto queste differenziazioni siano assurde.
04/05/2023 23:10
2E - I.I.S. Cesare Battisti, Bolzano
Questo libro autobiografico racconta molto schiettamente come l'autrice si sente ad essere l'unica persona nera nella stanza, perché anche se lei vive fin dall'infanzia in Italia, essere scuri di pelle è come non essere veri italiani. La scrittrice racconta di varie tematiche dal razzismo consapevole a quello inconsapevole per renderci partecipi a delle riflessioni, cercando di cambiare punto di vista ai lettori. Il detto “non giudicare un libro soltanto dalla copertina” diventa un po' come la realtà e tramite la narrazione non troppo semplice ci fa capire il punto di vista della narratrice. Ho trovato che il libro molto bello e istruttivo anche se per certi punti un po' difficili per i fatti di cronaca che magari un ragazzo giovane non conosce bene e quindi può trovarsi in difficoltà, il libro è scritto bene ed è molto fluido se si conoscono bene i fatti di cronaca.
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01/05/2023 19:45
2GT - Liceo Galvani, Bologna
Il libro “L'unica persona nera nella stanza” è un saggio autobiografico in cui Nadeesha Uyangoda affronta un tema molto attuale, quello di una società monocolore che tende a favorire le persone con una carnagione chiara.
Il pregiudizio, la discriminazione sono molto diffusi nel nostro Paese anche quando si organizzano eventi per discutere con esperti di multiculturalismo, integrazione.
E Nadeesha Uyangoda, giornalista italiana con origini srilankesi, è l'unica persona nera nelle “stanze” delle conferenze chiamata a parlare di razzismo, di diversità, di migrazione. E' lì per la sua carnagione scura. Il pubblico è fatto di soli bianchi, così come chi ne parla. Lei infatti, con grande frustrazione, si rende conto che è in quelle stanze solo per rappresentare l'oggetto di cui si parla. I soggetti neri, invece, dovrebbero essere i protagonisti, per rendere il confronto vero e credibile, perché vivono in prima persone l'essere stranieri. E' difficile mettere in risalto una solitudine che non vivi, che non senti.
Anche la sua vita è completamente bianca, a scuola, nel liceo classico che frequenta, con gli amici, eppure lei esiste nei suoi capelli neri, nella sua carnagione scura, nelle sue tradizioni, nel suo nome riportato nel passaporto.
Mi è piaciuto molto il primo capitolo in cui Nadeesha Uyangoda racconta la sua vita. Lei si è trasferita in Italia a sei anni, prima viveva in Sri Lanka con i nonni. A Colombo quasi non ricordava il volto della mamma. Giocava a piedi nudi e si arrampicava felice sui tetti con il cugino.
Poi improvvisamente dopo sei anni, la mamma decide per lei e la sua vita cambia quando viene trasferita in Italia e si ritrova l'unica bambina nera fra bianchi.
Il tema, di bambini nati in Paesi non europei che vengono trasferiti in Italia, l'autrice lo riprende anche in altre pagine del libro. Questi bambini subiscono la decisione dei loro genitori, che si sono spostati in Europa per lavorare spesso in famiglie di cui si prendono cura, trascurando la propria di famiglia. I figli infatti di queste donne vengono lasciati presso nonni, parenti, conoscenti. Con il ricongiungimento delle famiglie questi bambini vivono in una economia dell'affetto, perché le mamme devono dare affetto a una famiglia che non è la propria. E questa situazione l'autrice la vive in prima persona. L'affetto sottratto ai figli e dato ad altri per lavoro. Trovo questo argomento molto interessante e attuale. Anche questo è razzismo.
Consiglio questo libro per i temi di cui si parla, perché il punto di vista è quello di chi vive il problema razziale.
Ho trovato invece lo stile narrativo un po' difficile e ho dovuto rileggere spesso alcune pagine.
25/04/2023 22:59
2D - Liceo classico Orazio Flacco, Bari
Il libro “L' unica persona nera nella stanza” è un saggio autobiografico scritto da Nadeesha Uyangoda, autrice nata in Sri Lanka ma trasferitasi in Italia all'età di sei anni. Tramite una personalissima narrazione, arricchita da ricordi e vicende che l'hanno vista protagonista, la giovane scrittrice affronta il più che attuale tema del razzismo analizzando cosa significhi, per l'appunto, essere l'unica persona nera nella stanza.Da molti aspetti del libro che Nadeesha analizza possiamo comprendere che il suo scopo non è quello di giudicare dei comportamenti razzisti bensì quello di intraprendere una proficua discussione sul razzismo inconsapevole e sistematico e quello di renderci partecipi e farci riflettere sui nostri comportamenti che appunto come spesso dice l'autrice sono inconsapevolmente razzisti con la volontà di farci comprendere e magari cambiare prospettiva e pensiero.La narrazione mette insieme riferimenti ai documentari, alla letteratura, a programmi televisivi e articoli giornalistici che da un lato senza alcun dubbio arricchiscono il saggio ma da un altro ne compromettono la fluidità poiché le esperienze autobiografiche vengono continuamente interrotte per poi essere riprese quando il lettore ha già perso il filo del discorso.
La frase che più mi ha colpita si trova a pagina diciotto ed è: “io sono la mia pelle, i miei capelli, il mio nome, sono le tradizioni dei miei genitori” parte molto significativa del romanzo per me dato che mi ha fatto riflettere e mi ha fatto capire che purtroppo, spesso in maniera inconsapevole, anche noi abbiamo questi pregiudizi o questi comportamenti.
Nadeesha, infatti, ci vuole trasmettere il suo disagio quando parla con le persone bianche che parlando con lei partono già con dei pregiudizi anche non avendo cattive intenzioni.
Questo libro devo dire che non mi è tanto piaciuto poiché nonostante Nadeesha Uyangoda affronti il tema del razzismo con tanta accuratezza e cura dei dettagli per me il saggio non è per niente scorrevole e spesso diventa ripetitivo, ripetitivo negli argomenti trattati e nel modo in cui si trattano.
Il saggio lo consiglierei a dei lettori forti, che riescono a leggere un libro nonostante magari non sia estremamente avvincente e riescono a comprenderne pienamente il significato e il messaggio che in questo romanzo sono più che presenti.
In generale può essere considerato un buon libro per chi vuole informarsi meglio sulla tematica del razzismo.
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25/04/2023 22:45
2D - Liceo classico Orazio Flacco, Bari
Nel suo libro “L'unica persona nera nella stanza” Nadeesha Uyangoda ci racconta della sua esperienza come immigrata di seconda generazione, del suo percorso di assimilazione culturale e di come abbia vissuto essendo, per la maggior parte della sua vita, l'unica persona nera nella stanza.
Grazie al suo linguaggio semplice ma accurato e specifico, l'autrice ci permette di comprendere ogni sfumatura dietro il razzismo velato della nostra società, servendosi di fonti e dati allo scopo (riuscito) di arricchire ogni informazione.
Consiglio questo libro a chiunque sia interessato a comprendere a fondo temi di attualità sempre più vicini a noi, come l'assimilazione culturale, la migrazione e il concetto di identità.
25/04/2023 22:21
2D - Liceo classico Orazio Flacco, Bari
“L' unica persona nera nella stanza” di Nadeesha Uyangoda, racconta la storia autobiografica dell' autrice, che risponde alla domanda su cosa significa essere neri in Italia. La vita dell' autrice, dall''' infanzia vissuta in Stri Lanka all''' emarginazione avvertita in Italia, toccando i temi del razzismo in vari ambiti: politico, mediatico, sociale e famigliare. Interessante riflessioni dal suo punto di vista per meglio comprendere le sottili e complesse dinamiche intorno al tema del razzismo. Su questo tema, così dibattuto, questo saggio si rivela illuminante, perché ci permette di osservare il mondo da un' altra prospettiva, rendendoci conto che nella società c'' è ancora molto lavoro da fare riguardo al tema della discriminazione. Le riflessioni della protagonista, in un' analisi articolata e complessa, portano il lettore ad un esercizio di empatia e comprensione per giungere ad una consapevole accettazione degli elementi che definiscono le identità. La narrazione mette insieme riferimenti alla letteratura, al cinema, ai documentari, alle espressioni giornalistiche, secondo un ragionamento lucido e appassionato. Queste riflessioni però, interrompono la narrazione del vissuto dell' autrice, dando spazio ai suoi pensieri, ma lasciando il lettore in attesa della ripresa delle esperienze autobiografiche. Lo stile narrativo, dunque, risulta complesso tanto da rendere necessaria la rilettura di alcune pagine. La riflessione che ne consegue comunque, è utile per riflettere sugli stereotipi tanto radicati nella nostra società, prendendo coscienza e facendoci artefici di una nuova e giusta visione per un futuro più consapevole.
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25/04/2023 21:28
2D - Liceo classico Orazio Flacco, Bari
Nel "L'unica persona nera nella stanza" la giornalista italosrilankese Nadeesha Uyangoda tematizza sull'identità, migrazione e nuove generazioni esordendo con un incisivo aneddoto personale: racconta di quella volta in uno studio televisivo in cui un truccatore si trova di fronte la sua pelle e, sorpreso, non sa quali pennelli utilizzare. Come spiega l'autrice, è partita dalle riflessioni nate in quel longform e le ha poi sviluppate deviandole attorno ad alcuni micro-temi che sono raggruppati in diversi capitoli che vanno dal "dating a brown girl" alla rappresentazione mediale delle persone BME (Black and Minority Ethnic), fino all'intersezionalità.
Da questo e da molti altri spunti, l'autrice parte per introdurre un'efficace e aperta discussione sul razzismo sistematico e inconsapevole, sul colorismo e sulla cittadinanza senza mai salire in cattedra a giudicare, ma con il solo e lodevole scopo di farci entrare nel suo mondo, per poi farci comprendere che quello è il mondo di tutti e che tutti potremmo guardare nella stessa direzione. Pertanto, la forza di questo testo è nel non essere affatto una denuncia; Nadeesha, affermando che "la responsabilità delle risposte è di tutti", evidenzia il proprio messaggio di apertura e non di critica. Non c'è nell'autrice l'intento di additare una società come razzista, c'è anzi una gran voglia di raccontare una storia che sia in grado di andare oltre quel "termine".
Scrive sempre partendo dalla propria esperienza personale, alternandola ad episodi di cronaca, e per questo si può senz'altro dire che il libro raccoglie riflessioni a metà tra la forma saggistica e romanzesca. Saggistica perché Uyangoda, con spirito giornalistico, analizza a fondo articoli di cronaca e TEDtalks sulle identità delle minoranze, intersecandole con interviste da lei stessa condotte; forma romanzesca, invece, perché la sua prosa ha uno stile fortemente evocativo, sincero ed audace.
Già dalle prime pagine del romanzo la scrittrice asiatica introduce una figura a mio parere di gran rilievo, usata come espediente per dar voce a certe domande e commenti che semplificano il rapporto tra una persona bianca e di colore: Giovanni, il fidanzato di Naddesha. Le espressioni che utilizza nei confronti della ragazza di colore, apparentemente offensive, nascondono in realtà, dietro l'ironia e lo scherno, momenti di confronto e vicinanza.
Ma la realtà è ben altra cosa: appare evidente nelle parole che la madre di Giovanni pronuncia nel momento in cui il proprio figlio le confessa che frequenta una ragazza nera: "se gli srilankesi fossero quelli bassini e scuri che fanno le pulizie nei palazzi di Napoli". Uno sguardo razzista che troverà poi, nel seguito del romanzo, un più approfondito sviluppo: il capitolo sesto è tutto incentrato sull'analisi dell'aggettivo da attribuire alla pelle di Nadeesha, poiché, come lei stessa ricorda al lettore, ci si trova sempre a doversi definire come qualcosa: si passa dal "nero", "marrone", "di colore", "negro" , nonché sulla discussione del più largo e significativo concetto di "visibile minorities", ossia quelle minoranze visibili che risentono maggiormente della razzializzazione della società e della one-drop-rule. "Se una persona avesse avuto anche una sola goccia di sangue Negro, quella persona era, in effetti, Negro", cita la protagonista per ricordare l'espressione utilizzata dagli Stati della federazione per rinforzare la segregazione.
Il tema del razzismo non è l'unico argomento oggetto del saggio; la lettura approfondita mi ha permesso anche di imparare il concetto di femminismo intersezionale. Uyangoda riesce, infatti, nel suo testo non solo a spiegare cosa sia l'intersezionalità, raccontandone l'origine storica, ma anche a farci comprendere quanto importante sia non trascurare la potenza del vero femminismo, quello molto vicino alla figura della donna.
Sole 162 pagine, ma di una lettura tutta d'un fiato, che sorprende per la sua capacità di affrontare più di un tema senza cadere in banalità, stereotipi e senza mai essere pesante. Consiglio il romanzo a chiunque voglia approfondire la questione razziale e ragionare più attentamente su una tematica, fortemente attuale, alla quale questo libro, nelle parole della sua protagonista, restituisce inaspettatamente elementi di vivacità ed ironia.
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25/04/2023 21:17
2D - Liceo classico Orazio Flacco, Bari
“L' unica persona nera nella stanza” è un libro scritto da Nadeesha Uyangoda e pubblicato nel 2021.
Questo libro tratta un argomento molto importante : il razzismo.
Nadeesha Uyangoda, una ragazza nera originaria dello Sri Lanka trasferita in Italia all' età di 6 anni, attraverso eventi e storie vissute da lei stessa in cui si è sentita diversa, ma soprattutto “la ragazza straniera”, evidenzia le difficoltà e le problematiche che una persona con un colore della pelle diverso vive quotidianamente nei contesti sociali, professionali e sentimentali.
Riporto una frase che mi ha colpito molto e chiarito la sofferenza e la frustrazione che ha provato l' autrice nel corso della sua vita :”Quando sei l'unica studentessa di colore della classe, o della scuola, è un ragazzo ti chiede di uscire, non sei quella con gli occhiali, quella della 4A, quella strana, quella bella -sei solo quella straniera. Quando sei l' unica ragazza nera della scuola, sei sempre quella straniera”.
Questa frase mi ha fatto riflettere perché ho capito che se sei “quello nero” non verrai mai ricordato o identificato in base a dei pregi o dei difetti ma in base al colore della pelle e di conseguenza sei “quello straniero”, quindi anche se sei, in questo caso, italiano e perfettamente integrato nella società in cui vivi sarai sempre “lo straniero”.
Questo libro è scritto con un linguaggio abbastanza complesso e sono usati alcuni termini che non conoscevo. Nadeesha Uyangoda ha inoltre citato molte informazioni prese da diverse fonti rendendolo un po' uno stile giornalistico.
Questo libro personalmente mi è piaciuto perché mi ha informato molto sull' argomento in questione ma allo stesso tempo non mi ha coinvolto emotivamente
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25/04/2023 20:47
2D - Liceo classico Orazio Flacco, Bari
"L'unica persona nera nella stanza" è un saggio scritto da Nadeesha Uyangoda che approfondisce alcuni temi molto importanti quali il razzismo (in particolare il razzismo in Italia), l'identità e l'immigrazione. L'autrice del libro ha voluto accompagnare questi argomenti con la sua autobiografia infatti ha inserito nel libro molte esperienze che ha vissuto o che ha sentito da altre persone e quindi alla storia autobiografica della scrittrice si alternano in continuazione pensieri e opinioni personali e approfondimenti compiuti da lei in prima persona.
Per quanto mi riguarda il libro non mi è piaciuto molto. In primo luogo il genere autobiografico non è uno dei mie preferiti poiché lo trovo troppo lento e spesso poco interessante e in particolare questo libro non aveva passaggi molto chiari e mi era spesso difficile collegare le diverse sequenze autobiografiche; poi ho trovato decisamente molto noiosa e poco avvincente l'alternanza tra le diverse sequenze che parlano della vita dell'autrice e le sequenze riflessive troppo lunghe che toglievano spazio ai dialoghi o alle altre sequenze descrittive-narrative. Sarebbe stato molto meglio, secondo me, se la scrittrice avesse usato una narrazione più lineare e fluida, magari inserendo delle brevi riflessioni tra una vicenda e l'altra.
Però ho apprezzato i collegamenti esterni che ha inserito l'autrice indicando i diversi siti e i riferimenti bibliografici alla fine del libro i quali danno la conferma che il saggio è stato ben strutturato dall'inizio e che nulla è stato lasciato al caso ma tutto è stato approfondito e studiato diligentemente.
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25/04/2023 20:02
2D - Liceo classico Orazio Flacco, Bari
Mentre le discussioni sul razzismo sono sorte già da tempo in quei paesi come gli Stati Uniti, l'Inghilterra o Sud Africa, dove esisteva una forte componente di stranieri e la loro discriminazione, in Italia la questione è sorta solo recentemente. Il libro "L'unica persona nera nella stanza" descrive perfettamente tutti gli atteggiamenti e stereotipi che noi italiani abbiamo verso persone di etnia diversa, e che molti (incluso me) tendono ad ignorare. Ritengo che l'obiettivo principale di questo libro sia mostrare al lettore come i pregiudizi e gli atteggiamenti di esclusione influiscano da sempre sulla vita di Nadeesha e ragazzi come lei di etnia diversa, che vengono racchiusi in un'unica categoria, quella dei "Neri Italiani". Per questo motivo uno studente giunto nel nostro Paese per specializzarsi in un lavoro si vede paragonato ad un migrante sbarcato illegalmente sulle nostre coste. L'autrice spiega che essere un NI significa essere la maggior parte delle volte l'oggetto della conversazione, sopportare la sfilza di domande inopportune sul paese d'origine, religione, come si sia raggiunta l'Italia ecc... e accettare l'idea di non essere mai visti pienamente italiani. Nadeesha infatti, soltanto nel momento in cui da adolescente ha capito che le sue origini, il colore della sua pelle e la sua diversità erano tutto ciò che la caratterizzava, ha smesso di sfuggire alle sue radici.
Il libro nel complesso è molto bello, l'autrice fa buon uso di citazioni e articoli di giornale, rendendolo un vero e proprio dibattito sulla discriminazione in Italia. È soprattutto consigliato per tutti che desiderano capire il punto di vista di chi vive una condizione di “diverso” nel nostro paese, in modo tale da cercare di eliminare stereotipi e comportamenti come quelli descritti nel libro. Devo però criticare il modo in cui Nadeesha, facendo riferimento alle sue esperienze personali, descrive alcuni atteggiamenti subiti rendendoli generalizzati; non tutti sono interessati a sapere se uno straniero sia musulmano o meno, non tutti sono sorpresi nel vedere una coppia mista camminare per strada. Non tutti i film diretti da un NI sono esclusi e riservati solamente ai cineforum di periferia. Andrebbe specificato che questi sono atteggiamenti ed episodi che, seppure sgradevoli, capitano fortunatamente ogni giorno sempre meno.
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25/04/2023 19:43
1O - Liceo Fermi, Bologna
Il testo narra di come il mondo sia razzista e di come lei lo abbia provato sulla sua pelle, migrando dallo Sri Lanka a soli 6 anni. Il libro mi è piaciuto ma in alcuni punti mi è parso ripetitivo. Lo consiglio per lettori di tutte le età poiché deve credo che uno degli scopi su quello di sensibilizzare la gente sul tema.
26/04/2023 00:04
2D - Liceo classico Orazio Flacco, Bari
“L'unica persona nera nella stanza” di Nadeesha Uyangoda è un saggio autobiografico che racconta senza nessun filtro o confine il pensiero, le esperienze e la critica sociale di una donna nera in Italia, non avendo nessuna esitazione nel portare l'attenzione e denunciare ogni tendenza discriminatoria, appartenente all'indubbio razzismo sistematico radicato nei fondamenti ideologici e comportamentali della sfera socio-culturale occidentale. L'autrice, basandosi su fonti esterne e autoreferenziali, esprime nei dettagli e schiettamente le difficoltà della sua vita, accostandole costantemente ai suoi pensieri e conoscenze, introducendo con determinazione argomenti e sfaccettature del tema, come il colorismo e l'assimilazione, nuovi ed estranei al pubblico italiano, abituato piuttosto, come fa notare la stessa Nadeesha, a fingere che il razzismo non sia un problema esistente e tangibile, che tocca nel profondo un considerevole numero di cittadini italiani.
Questo libro aiuta in primis a comprendere un tema di fondamentale importanza culturale, sociale e mediatica sotto un punto di vista e uno sguardo diverso, oscurato spesso da l'opinione inopportuna e compassionevole dell''oppressore.
Con ciò che potrebbe sembrare vittimismo o esasperazione, Nadeesha Uyangoda riesce invece a dimostrare quanto la discriminazione e il pregiudizio, spesso anche espressi senza intenzioni malevole, siano intrinsechi nel modo di pensare e relazionarsi della gente; il razzismo infatti non è espresso solo con violenza verbale o fisica: l'autrice ci racconta di averlo sentito sulla sua pelle in ogni momento della sua vita, sentendo il disagio di non appartenere a nessun modo allo standard di bellezza occidentale , l'estraniazione di non essere considerata una degna cittadina del suo paese, la delusione di rappresentare unicamente “la quota nera”, l'isolamento di non sentirsi vicina o simile a nessun personaggio televisivo durante l'infanzia. Fin dal primo capitolo, le sue parole e la sua storia vogliono trasmettere e diffondere un messaggio intenso, che sensibilizzi e dia consapevolezza a chiunque lo legga: nonostante i grandissimi traguardi raggiunti negli anni, il razzismo è un flagello che ancora affligge e marca profondamente la nostra civiltà e non può essere ignorato o giudicato superfluo per il timore di affrontarlo è così affrontare i propri limiti e le proprie paure.
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26/04/2023 07:21
2D - Liceo classico Orazio Flacco, Bari
All'interno de "L'unica persona nera nella stanza", la protagonista del racconto, Nadeesha Uyangoda espone al lettore sotto forma di un saggio autobiografico i vari problemi legati alla questione del razzismo. La prima cosa che ho notato è il modo in cui l'autrice affronta questi problemi, infatti nonostante la continua presenza di un linguaggio semplice e di facile comprensione, c'è sempre molta precisione e accuratezza sui dettagli, tanto che per esempio a seguito di ogni informazione viene specificata dall'autrice la fonte da cui è ricavata, e riportata alla fine del libro in una sezione completamente a parte. Oltre alla precisione dell'autrice in merito ai dati, aiuta anche il fatto che lei, al contrario di molti altri che parlano e discutono di razzismo, sia di carnagione scura e dunque abbia vissuto in prima persona situazioni di razzismo, dando una visione più approfondita e completa al fenomeno e dettagli che non vengono generalmente trattati quando si parla di questo argomento. Ad esempio l'autrice ci dà una spiegazione e a seguito numerose dimostrazioni del 'colorismo', termine che prima di aver letto questo libro non avevo mai nemmeno sentito nominare e del quale non potevo avere idea dell'esistenza. Se non fosse stato scritto, dunque, da una ragazza che ha subito in prima persona queste discriminazioni, molto probabilmente questo tema non sarebbe stato affrontato, come ad esempio quello del 'razzismo inconsapevole' di cui probabilmente la maggior parte di noi è colpevole senza nemmeno accorgersene. Purtroppo però devo ammettere che dopo un certo numero di pagine i temi e i concetti espressi iniziano ad essere ripetitivi, e il ricco numero di dettagli ha fatto sì che la trama risultasse più lenta. Ciò però non significa che questo non sia un libro da leggere anche perché sono convinto che non sia semplice parlare di certi argomenti, soprattutto in prima persona, e anzi credo che ogni mio coetaneo debba dare una lettura a questo saggio poiché spiega lo stesso tema da un'altra prospettiva e con concetti diversi.
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26/04/2023 08:10
2D - Liceo classico Orazio Flacco, Bari
“L'unica persona nera nella stanza” è un libro di Nadeesha Uyangoda pubblicato nel 2021.
L'autrice è srilankese, infatti la tematica principale del libro è proprio il razzismo e le discriminazioni che Nadeesha Uyangoda è stata costretta a sopportare nel corso della sua vita, a partire dal suo arrivo in Italia. Questa però non è l'unica tematica del libro, che tratta anche di argomenti come il femminismo, la politica e in generale il suo rapporto con amici, famiglia e mondo esterno. L'autrice sceglie di raccontare, a partire da quando viveva in Sri Lanka, come si è evoluta la sua vita e come il suo arrivo in Italia le abbia permesso di iniziare una nuova storia. Il titolo ci rimanda proprio al fatto che spesso, in vari contesti sociali, l'autrice fosse l'unica persona nera nella stanza; la persona guardata male da tutti solo perché di colore. Nadeesha Uyangoda si sofferma proprio sui pregiudizi e su come la gente, invece che provare a conoscerla di persona, si allontanasse solo dopo aver visto il colore della sua pelle. La scrittura è a tratti autobiografica e a tratti sotto forma di un diario, con anche qualche parte leggermente romanzata. La scrittura è caratterizzata da un linguaggio forbito e termini ricercati, che fanno indubbiamente capire lo stile dell'autrice. Personalmente questo libro non mi è piaciuto molto, poiché a causa del linguaggio abbastanza ricercato mi è risultato difficile comprendere tutto alla perfezione. Questo però non è l'unico motivo, infatti la scrittura autobiografica non rientra nei generi che di solito leggo, inoltre la scrittura mi è sembrata lenta e poco incalzante; ciò ha reso difficile il coinvolgimento nella storia. Inoltre dopo i primi capitoli ho notato che i concetti erano sempre gli stessi, soltanto espressi con parole differenti. Avrei quindi preferito che l'autrice riuscisse a trattare altre tematiche, così da rendere più piacevole la lettura.
Questa storia ti ha fatto venire in mente un luogo?

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25/04/2023 09:26
2D - Liceo classico Orazio Flacco, Bari
“L'unica persona nera nella stanza” di Nadeesha Uyangoda, pubblicato nel 2021; una volta letto, dà l'impressione di essere un libro difficile da catalogare poiché presenta caratteristiche strutturali e lessicali tipiche di generi differenti, quali per esempio: l' autobiografia, il romanzo, il diario. In questo “racconto” si sviluppa e viene affrontata la tematica delle discriminazioni raziali in diversi campi, riflettendo in particolare su quella che le persone straniere, nello specifico quelle di colore, subiscono in Italia, ma anche, più ampiamente, che gli stessi stranieri operano su loro stessi; dando particolare rilievo, inoltre, alle difficoltà, per questi, di integrarsi in una nuova cultura (quella italiana) senza perdere la propria specificità culturale.
Nel primissimo capitolo l'autrice accenna alla nascita di questo libro come una conseguenza del successo di un suo articolo omonimo, trattanti le stesse tematiche e ciò mi ha lasciato per un momento perplessa.
Personalmente trovo difficile da riadattare un articolo giornalistico, qualunque sia l' argomento, alla stesura di qualcosa di ben più complesso come un romanzo, che quindi dovrebbe analizzare ampiamente e più nello specifico i diversi temi proposti per renderli maggiormente interessanti. In questo libro infatti, i primi capitoli sono stati molto scorrevoli ed piacevoli da leggere, tanto da avermi dato la possibilità di riflettere su molti aspetti della discriminazione razziale che non avevo avuto la possibilità di affrontare prima. Purtroppo però già nel terzo capitolo ho iniziato a notare molte ripetizioni nei concetti espressi e nel modo in cui venivano descritti che hanno reso la lettura lenta e meno piacevole, precludendo la mia curiosità nel leggere i capitoli successivi, ugualmente caratterizzati da queste ripetizioni.
Un aspetto interessante però, sono stati i riferimenti storici presenti in quasi ogni pagina.
Citando nuovamente la mia personale opinione e non volendo, in alcun modo, denigrare il lavoro dell' autrice, necessario per la nostra "crescita personale", ritengo che avrei preferito che avesse arricchito maggiormente il racconto affrontando meglio le diverse sfaccettature che la discriminazione razziale può assumere che, personalmente, talvolta, si fermavano soltanto al titolo del capitolo.
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25/04/2023 09:54
2D - Liceo classico Orazio Flacco, Bari
“L'unica persona nera nella stanza” è un saggio scritto da Nadeesha Uyangoda in cui viene trattato l'argomento del razzismo, analizzando le varie forme di discriminazione, particolarmente in Italia, con coscienza e lucidità in tutti i nove capitoli; in essi vengono portati a galla in modo diretto dettagli che non sono notati o tenuti in considerazione quando si parla di questo tema, dalla politica alla visibilità nella società e nella letteratura, traendo spunto dall'esperienza diretta dell'autrice, da episodi storici o di cronaca e da opinioni sociali.
Infatti uno dei tanti insegnamenti che il saggio offre è quello di riflettere più a lungo sia sui nostri gesti, compiuti anche involontariamente ma che possono mettere a disagio una persona, sia su quanto la nostra realtà sia chiusa, escludendo le minoranze.
Il linguaggio è semplice, il che rende il libro destinato ai ragazzi sebbene l'autrice non rinunci all'uso di termini specifici e precisi e tratti tematiche complesse come colorismo, assimilazione e internazionalità.
Infatti ciò che mi è piaciuto di più del libro è che l'autrice ha posto l'attenzione su temi molto spesso “nascosti”, dalle coppie miste ai canoni estetici occidentali, cui le minoranze sono sottoposte, e alla emarginazione che queste subiscono nella società, come, per esempio, quando sono i soggetti dei dibattiti televisivi sul Bame (Black, Asian and Minority Ethnic) risultano in realtà l'oggetto del discorso. Una frase che sintetizza questi concetti e che mi ha molto colpito è: «La razza, una cosa che esiste e non esiste allo stesso tempo, è l'elemento che più ha definito la mia esistenza. Io sono la mia pelle, i miei capelli, il mio nome, sono le tradizioni dei miei genitori. [...]La maggior parte delle persone bianche, al contrario, vive la propria vita come se la razza fosse qualcosa di invisibile, irreale persino. Le persone bianche guardano la televisione, sfogliano libri e giornali, si presentano ai colloqui senza doversi mai preoccupare della razza - perché la loro pelle, i loro capelli, i loro nomi, la loro cultura sono lo standard.»
In poche parole dunque, è un ottimo libro per uscire fuori dai propri schemi.
Un aspetto negativo del saggio è la ripetitività, la quale ha reso la lettura lenta in alcuni capitoli. Inoltre accade spesso che vengono fatti collegamenti tra le tematiche o gli articoli e un episodio di vita dell'autrice, interrompendo il pensiero, per poi riprenderlo in un secondo momento creando così confusione nella mente di colui che legge.
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24/04/2023 18:01
2D - Liceo classico Orazio Flacco, Bari
“L' unica persona nera nella stanza” di Nadeesha Uyangoda rappresenta quello che, a mio parere, potrebbe essere un saggio sulle tematiche razziali: schietto, lucido, eppure dai tratti talvolta sentimentali e soggettivi.
In primo luogo, però, tengo particolarmente ad effettuare una premessa sull'attuale e tendenziale posizione assunta dalla tematica razzista.
Difatti, quest'ultima, al pari di altre, viene costantemente citata su ogni tipo di piattaforma di comunicazione, dai social ai programmi televisivi, mediante attività di informazione che ognuno, liberamente, sceglie di attuare.
Ad ogni modo, quasi tutti coloro che si esprimono sono di carnagione bianca e per giunta spesso non sufficientemente preparate o totalmente ignoranti in materia e che, pertanto, si limitano ad offrire al pubblico una visione della situazione globale non completamente aderente alla realtà e fondata su di un ormai diffuso senso di pietà (fine a sé stesso, non inducente alla reazione concreta) legato al tema, il quale eleva eroicamente qualsiasi persona che minimamente lo accenni, sia pure ad esclusivo scopo d'immagine, come spesso accade e viene descritto nel saggio
Il risultato di tutto ciò, quindi, appare come una diffusione di informazioni superficiali, provvedenti ad ‘anestetizzare' l' uditorio sul conto di un elemento, quale quello razziale, il cui impatto non si limita all'astratto, ovvero al carattere offensivo che lo caratterizza, ma risulta essere insito nei meandri dell' attuale vita ‘associata', costituendo un autentico problema politico.
Tuttavia Uyangoda, con la sua riflessione, è riuscita ad introdurre un' autentica ventata di verità, proveniente da una figura documentata, perfettamente cosciente del grave impatto del fenomeno razziale non solo limitatamente al contesto italiano, ma anche allo scenario mondiale, e soggetta in prima persona a quest'ultimo.
Ed è secondo tale evidenza che, dunque, dalle questioni come la cittadinanza, la narrazione di eventi palesemente razzisti ormai perfettamente radicati nella società e l' origine storica dei termini che compongono il campo semantico razziale, traspare un fondamento di concretezza e lucidità, necessari ad un discorso proficuo e stabile come quello attorno a cui lo scritto si articola.
Inoltre, è doveroso esprimere il mio apprezzamento nei confronti del frontespizio, raffigurante una sagoma di donna nera stilizzata che si staglia su uno sfondo astratto, dai colori tenui, quasi a risaltare l' incarnato della figura che appare, per l'appunto, come l' unica persona di carnagione scura nella stanza.
Personalmente, ritengo che l' immagine sia piuttosto rappresentativa del senso globale del testo data la posizione della donna: volta ad osservare l' orizzonte, l' esterno così confusionario e variegato, il cui ordine è poco chiaro e apre le speranze ad un futuro caratterizzato da maggiore ordine per tutti, in cui non occorrano colori delicati per mettere in evidenza qualcuno, ma che gli stessi colori del dinamismo odierno siano implicati per descrivere una società che inglobi tutti nel proprio progresso.
Riprendendo, però, l' evidente 'abitudinarietà' che caratterizza il rapporto tra opinione pubblica e razzismo, ritengo che ciò abbia scalfito l''intento sensibilizzatore e chiarificatore della scrittrice, conferendo al tutto un senso di ridondanza, anche tra capitoli inerenti allo stesso argomento.
Consequenzialmente, dunque, il lettore non risulta mantenere il medesimo livello di concentrazione per tutto il libro, ma alterna fasi di particolare attenzione in corrispondenza della narrazione delle esperienze personali dell' autrice, più dinamiche, ad evidente distrazione nei momenti in cui, invece, sono attuate splendide riflessioni, dotate di notevole acume e dichiaratamente fondate su basi teoriche.
Un vero peccato, a giudicare, in aggiunta, dal lingueggio ‘fresco' e vivace che distingue il testo, mai appesantito da elementi appartenenti ad un registro eccessivamente elevato, perfettamente comprensibile ed inevitabilmente implicato nel tentativo di destare maggiore interesse.
In sintesi, “L' unica persona nera nella stanza” costituisce un valido testo per tutti, ma in particolare per coloro che usano definirsi perfettamente inclusivi ed antirazzisti, in quanto mirante a smontare gli usi comuni che, con l' obiettivo di abbattere ogni tipologia di barriera discriminatoria, finiscono per innalzare ulteriormente quelle presenti.
D' altra parte, però, tale universalità potrebbe non essere colta da coloro che non leggono usualmente e la cui attenzione, pertanto, necessita di maggior ‘sostegno' da parte dell'autore.
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24/04/2023 15:18
2D - Liceo classico Orazio Flacco, Bari
"L'unica persona nera nella stanza" di Nadeesha Uyangoda è un libro profondamente attivista che tratta di argomenti di grande rilevanza, ma soprattutto attuali, quali il razzismo, la migrazione e la discriminazione in generale.
Il testo è a tratti anche autobiografico: Nadeesha infatti, affronta la tematica della discriminazione razziale, sotto diversi punti di vista, (amore, lavoro, razzismo in Italia e nei paesi d'origine, stereotipi) inserendo anche una delle tante esperienze vissute in prima persona.
Essendo l'autrice una giornalista, nel libro sono inclusi anche dati e sequenze molto descrittive, trattanti lo stesso argomento, che si protraggono per più pagine, rendendo il discorso difficile alla comprensione e poco scorrevole.
Tramite questo libro si scoprono termini e tematiche che vengono di solito trascurate, come ad esempio la definizione di colorismo e di "noce di cocco", il razzismo presente anche nei paesi d'origine e il fatto che l'assimilazione sia diversa dall'integrazione.
Una frase che personalmente ho molto apprezzato, è stata: "...sono giunta alla conclusione di non essere abbastanza nera per i neri e di non essere abbastanza bianca per i bianchi".
Nadeesha, con questa frase, vuol far capire a chi legge che lei non si è mai trovata realmente a casa, né nel suo paese d'origine, né in Italia.
Non consiglierei questo libro a chi preferisce un romanzo o un testo con più sequenze narrative, rispetto ad un saggio che tratta tematiche così controverse come il razzismo e le migrazioni.
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