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Avatar Shirley
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Quando sei l'unica studentessa di colore della classe, o della scuola, e un ragazzo ti chiede di uscire, non sei quella con gli occhiali, quella della 4A, quella strana, quella bella - sei solo quella straniera. Quando sei l'unica ragazza nera della scuola, sei sempre quella straniera.
Nadeesha Uyangoda è un'italiana nera originaria dello Sri Lanka. Dopo essersi trasferita con sua madre in Lombardia all'età di sei anni, è diventata rapidamente quella che gli inglesi definiscono in maniera razzista una “noce di cocco”: nera fuori, bianca dentro - un esempio perfetto di assimilazione culturale. Eppure, il colore della sua pelle e la questione razziale hanno continuato a definire la sua identità e le sue relazioni con le altre persone.
Nadeesha allora ha deciso di rivolgersi alla scrittura e all'attivismo per raccontare attraverso esperienze personali, interviste e dati, cosa significa essere l'Unica Persona Nera nella Stanza: dal contesto scolastico alla realtà delle coppie miste; dal rapporto con la comunità di origine alla rappresentazione dei neri sui media e nel mondo culturale; dal razzismo istituzionalizzato al femminismo intersezionale.
A proposito di identità, migrazioni e razza l'autrice ha curato anche la serie di podcast Sulla razza, uno dei contributi più originali e onesti su questi temi in Italia.

Commenti

Avatar abiina
15/05/2023 12:12
1E - Liceo Laura Bassi, Bologna
Questo libro tratta una tematica molto importante: il razzismo, che è una tematica diffusa oggi. Il libro parla di una ragazza, Nadeesha, proveniente dallo Sri Lanka, che si è trasferita in Italia a sei anni e deve affrontare i problemi derivanti dal colore della sua pelle. Il libro è scorrevole con parole ben comprensibili: infatti io, non amante della lettura, l'ho letto in un arco di tempo molto breve. Mi sono immedesimata nella protagonista poiché provengo anch'io dallo Sri Lanka. Sono rimasta colpita dal fatto che fosse un libro scritto su una ragazza dello Sri Lanka: questo non capita mai ed è anche il motivo che mi ha spinto a leggere questo libro. Lo consiglio a tutti coloro che hanno voglia di leggere questo tipo di libro con una trama diversa dal solito.
Avatar alicecasonii
14/05/2023 18:14
1E - Liceo Laura Bassi, Bologna
“L' unica persona nera nella stanza” è un libro scritto da Nadeesha Uyangoda, una scrittrice e giornalista proveniente dallo Sri Lanka. Nadeesha si è trasferita in Italia all' età di sei anni per il volere della mamma, così, dal nulla si ritrova l' unica bambina nera a giocare insieme ad altri bambini bianchi, sentendosi “diversa”. L'autrice attraverso le pagine ha cercato di trasmettere il disagio provato nell' avere una carnagione o provenienza differente da quella altrui. Ci troviamo, purtroppo, in una società piena di pregiudizi, nella quale alle persone non interessa conoscere l'altro, la cosa più importante è la tua immagine, la tua carnagione, la tua provenienza, il tuo modo di vestire, ecc… Nadeesha cerca di affrontare il tema del razzismo condividendo il suo punto di vista e la sua esperienza. Nonostante il metodo di scrittura dell' autrice non mi abbia particolarmente entusiasmata (spesso poco scorrevole e ripetitivo), vorrei ugualmente consigliare questo libro a chiunque voglia informarsi riguardo al tema del razzismo, perché descrive perfettamente tutte le etichette e i pregiudizi che noi italiani abbiamo nei confronti delle etnie diverse dalla nostra.
Avatar giada_s
14/05/2023 11:48
2BA - Istituto Tecnico Economico Einaudi, Padova
Consiglio questo libro perché parla di un argomento di attualità, inoltre è un libro semplice che non richiede particolare sforzo ed è perfetto anche per chi non ama leggere.
Avatar Koala17
13/05/2023 12:04
2ASC - Liceo Rosmini, Rovereto
Nadeesha Uyangoda nasce in Sri Lanka, ma vive in Brianza fin dalla tenera età. Il suo libro “L''unica persona nera nella stanza”, pubblicato recentemente, narra la discriminazione subita dalla protagonista a causa della razza e del colore della pelle, da parte del popolo italiano e di quello quello srilankese. Nell'autobiografia viene riportato un fenomeno da sempre presente in molte parti del mondo, ovvero il considerare inferiori le persone con tratti somatici diversi rispetto alla popolazione locale. Le situazioni raccontate nel libro vissuto di molti immigrati o i figli di questi, che spesso si sentono inferiori a causa di pregiudizi, che portano alla paura del diverso.Io essendo figlia di immigrati, ho vissuto in prima persona queste spiacevoli situazioni e mi sono ritrovata molto nelle parole dell'autrice. Consiglio questo libro a chiunque abbia il coraggio di guardare il mondo attraverso gli occhi della persona considerata “diversa”.
Avatar Sim0
12/05/2023 17:16
1B - IIS "Vittorio Bachelet", Oggiono
Questo libro affronta il tema del razzismo in modo molto profondo, attraverso la voce dell'autrice che descrive la propria esperienza di crescita come una persona nera in una società dominata dai bianchi e la loro cultura, le cui norme sociali spesso escludono le persone nere. L'autrice infatti spiega i modi in cui i bianchi sminuiscono i neri danneggiando le loro vite. Il libro affronta anche il tema della solidarietà tra i neri e l'importanza di creare spazi in cui ci si può sentire accettati e compresi, infatti l'autrice parla del fatto che queste relazioni hanno avuto un ruolo fondamentale nella sua vita. Il libro presenta una prospettiva unica su ciò che significa essere neri in una società bianca che spesso discrimina i "diversi". E' il libro giusto per chi desidera impegnarsi per creare una società migliore.
Avatar BriFab
06/02/2023 10:43
1O - Liceo Fermi, Bologna
Avatar ssooffiiaa
23/03/2023 17:18
1N - Liceo Ulivi, Parma
Avatar gioeleamistani
08/05/2023 11:30
1BSA - Liceo Andrea Maffei, Riva del Garda
Il libro è una raccolta di situazioni vissute dall'autrice, ma non solo, che narrano episodi di razzismo collegati al colore della pelle. In più c'è anche una parte di ragionamento a volte leggero e ironico su quanto queste differenziazioni siano assurde.
Avatar Manuela2E
04/05/2023 23:10
2E - I.I.S. Cesare Battisti, Bolzano
Questo libro autobiografico racconta molto schiettamente come l'autrice si sente ad essere l'unica persona nera nella stanza, perché anche se lei vive fin dall'infanzia in Italia, essere scuri di pelle è come non essere veri italiani. La scrittrice racconta di varie tematiche dal razzismo consapevole a quello inconsapevole per renderci partecipi a delle riflessioni, cercando di cambiare punto di vista ai lettori. Il detto “non giudicare un libro soltanto dalla copertina” diventa un po' come la realtà e tramite la narrazione non troppo semplice ci fa capire il punto di vista della narratrice. Ho trovato che il libro molto bello e istruttivo anche se per certi punti un po' difficili per i fatti di cronaca che magari un ragazzo giovane non conosce bene e quindi può trovarsi in difficoltà, il libro è scritto bene ed è molto fluido se si conoscono bene i fatti di cronaca.

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Avatar Edoooooooo
01/05/2023 19:45
2GT - Liceo Galvani, Bologna
Il libro “L'unica persona nera nella stanza” è un saggio autobiografico in cui Nadeesha Uyangoda affronta un tema molto attuale, quello di una società monocolore che tende a favorire le persone con una carnagione chiara. Il pregiudizio, la discriminazione sono molto diffusi nel nostro Paese anche quando si organizzano eventi per discutere con esperti di multiculturalismo, integrazione. E Nadeesha Uyangoda, giornalista italiana con origini srilankesi, è l'unica persona nera nelle “stanze” delle conferenze chiamata a parlare di razzismo, di diversità, di migrazione. E' lì per la sua carnagione scura. Il pubblico è fatto di soli bianchi, così come chi ne parla. Lei infatti, con grande frustrazione, si rende conto che è in quelle stanze solo per rappresentare l'oggetto di cui si parla. I soggetti neri, invece, dovrebbero essere i protagonisti, per rendere il confronto vero e credibile, perché vivono in prima persone l'essere stranieri. E' difficile mettere in risalto una solitudine che non vivi, che non senti. Anche la sua vita è completamente bianca, a scuola, nel liceo classico che frequenta, con gli amici, eppure lei esiste nei suoi capelli neri, nella sua carnagione scura, nelle sue tradizioni, nel suo nome riportato nel passaporto. Mi è piaciuto molto il primo capitolo in cui Nadeesha Uyangoda racconta la sua vita. Lei si è trasferita in Italia a sei anni, prima viveva in Sri Lanka con i nonni. A Colombo quasi non ricordava il volto della mamma. Giocava a piedi nudi e si arrampicava felice sui tetti con il cugino. Poi improvvisamente dopo sei anni, la mamma decide per lei e la sua vita cambia quando viene trasferita in Italia e si ritrova l'unica bambina nera fra bianchi. Il tema, di bambini nati in Paesi non europei che vengono trasferiti in Italia, l'autrice lo riprende anche in altre pagine del libro. Questi bambini subiscono la decisione dei loro genitori, che si sono spostati in Europa per lavorare spesso in famiglie di cui si prendono cura, trascurando la propria di famiglia. I figli infatti di queste donne vengono lasciati presso nonni, parenti, conoscenti. Con il ricongiungimento delle famiglie questi bambini vivono in una economia dell'affetto, perché le mamme devono dare affetto a una famiglia che non è la propria. E questa situazione l'autrice la vive in prima persona. L'affetto sottratto ai figli e dato ad altri per lavoro. Trovo questo argomento molto interessante e attuale. Anche questo è razzismo. Consiglio questo libro per i temi di cui si parla, perché il punto di vista è quello di chi vive il problema razziale. Ho trovato invece lo stile narrativo un po' difficile e ho dovuto rileggere spesso alcune pagine.
Avatar bla
bla
25/04/2023 22:59
2D - Liceo classico Orazio Flacco, Bari
Il libro “L' unica persona nera nella stanza” è un saggio autobiografico scritto da Nadeesha Uyangoda, autrice nata in Sri Lanka ma trasferitasi in Italia all'età di sei anni. Tramite una personalissima narrazione, arricchita da ricordi e vicende che l'hanno vista protagonista, la giovane scrittrice affronta il più che attuale tema del razzismo analizzando cosa significhi, per l'appunto, essere l'unica persona nera nella stanza.Da molti aspetti del libro che Nadeesha analizza possiamo comprendere che il suo scopo non è quello di giudicare dei comportamenti razzisti bensì quello di intraprendere una proficua discussione sul razzismo inconsapevole e sistematico e quello di renderci partecipi e farci riflettere sui nostri comportamenti che appunto come spesso dice l'autrice sono inconsapevolmente razzisti con la volontà di farci comprendere e magari cambiare prospettiva e pensiero.La narrazione mette insieme riferimenti ai documentari, alla letteratura, a programmi televisivi e articoli giornalistici che da un lato senza alcun dubbio arricchiscono il saggio ma da un altro ne compromettono la fluidità poiché le esperienze autobiografiche vengono continuamente interrotte per poi essere riprese quando il lettore ha già perso il filo del discorso. La frase che più mi ha colpita si trova a pagina diciotto ed è: “io sono la mia pelle, i miei capelli, il mio nome, sono le tradizioni dei miei genitori” parte molto significativa del romanzo per me dato che mi ha fatto riflettere e mi ha fatto capire che purtroppo, spesso in maniera inconsapevole, anche noi abbiamo questi pregiudizi o questi comportamenti. Nadeesha, infatti, ci vuole trasmettere il suo disagio quando parla con le persone bianche che parlando con lei partono già con dei pregiudizi anche non avendo cattive intenzioni. Questo libro devo dire che non mi è tanto piaciuto poiché nonostante Nadeesha Uyangoda affronti il tema del razzismo con tanta accuratezza e cura dei dettagli per me il saggio non è per niente scorrevole e spesso diventa ripetitivo, ripetitivo negli argomenti trattati e nel modo in cui si trattano. Il saggio lo consiglierei a dei lettori forti, che riescono a leggere un libro nonostante magari non sia estremamente avvincente e riescono a comprenderne pienamente il significato e il messaggio che in questo romanzo sono più che presenti. In generale può essere considerato un buon libro per chi vuole informarsi meglio sulla tematica del razzismo.

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Avatar mj02
25/04/2023 22:45
2D - Liceo classico Orazio Flacco, Bari
Nel suo libro “L'unica persona nera nella stanza” Nadeesha Uyangoda ci racconta della sua esperienza come immigrata di seconda generazione, del suo percorso di assimilazione culturale e di come abbia vissuto essendo, per la maggior parte della sua vita, l'unica persona nera nella stanza. Grazie al suo linguaggio semplice ma accurato e specifico, l'autrice ci permette di comprendere ogni sfumatura dietro il razzismo velato della nostra società, servendosi di fonti e dati allo scopo (riuscito) di arricchire ogni informazione. Consiglio questo libro a chiunque sia interessato a comprendere a fondo temi di attualità sempre più vicini a noi, come l'assimilazione culturale, la migrazione e il concetto di identità.
Avatar roberta_b
25/04/2023 22:21
2D - Liceo classico Orazio Flacco, Bari
“L' unica persona nera nella stanza” di Nadeesha Uyangoda, racconta la storia autobiografica dell' autrice, che risponde alla domanda su cosa significa essere neri in Italia. La vita dell' autrice, dall''' infanzia vissuta in Stri Lanka all''' emarginazione avvertita in Italia, toccando i temi del razzismo in vari ambiti: politico, mediatico, sociale e famigliare. Interessante riflessioni dal suo punto di vista per meglio comprendere le sottili e complesse dinamiche intorno al tema del razzismo. Su questo tema, così dibattuto, questo saggio si rivela illuminante, perché ci permette di osservare il mondo da un' altra prospettiva, rendendoci conto che nella società c'' è ancora molto lavoro da fare riguardo al tema della discriminazione. Le riflessioni della protagonista, in un' analisi articolata e complessa, portano il lettore ad un esercizio di empatia e comprensione per giungere ad una consapevole accettazione degli elementi che definiscono le identità. La narrazione mette insieme riferimenti alla letteratura, al cinema, ai documentari, alle espressioni giornalistiche, secondo un ragionamento lucido e appassionato. Queste riflessioni però, interrompono la narrazione del vissuto dell' autrice, dando spazio ai suoi pensieri, ma lasciando il lettore in attesa della ripresa delle esperienze autobiografiche. Lo stile narrativo, dunque, risulta complesso tanto da rendere necessaria la rilettura di alcune pagine. La riflessione che ne consegue comunque, è utile per riflettere sugli stereotipi tanto radicati nella nostra società, prendendo coscienza e facendoci artefici di una nuova e giusta visione per un futuro più consapevole.

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Avatar enricoriglietti
25/04/2023 21:28
2D - Liceo classico Orazio Flacco, Bari
Nel "L'unica persona nera nella stanza" la giornalista italosrilankese Nadeesha Uyangoda tematizza sull'identità, migrazione e nuove generazioni esordendo con un incisivo aneddoto personale: racconta di quella volta in uno studio televisivo in cui un truccatore si trova di fronte la sua pelle e, sorpreso, non sa quali pennelli utilizzare. Come spiega l'autrice, è partita dalle riflessioni nate in quel longform e le ha poi sviluppate deviandole attorno ad alcuni micro-temi che sono raggruppati in diversi capitoli che vanno dal "dating a brown girl" alla rappresentazione mediale delle persone BME (Black and Minority Ethnic), fino all'intersezionalità. Da questo e da molti altri spunti, l'autrice parte per introdurre un'efficace e aperta discussione sul razzismo sistematico e inconsapevole, sul colorismo e sulla cittadinanza senza mai salire in cattedra a giudicare, ma con il solo e lodevole scopo di farci entrare nel suo mondo, per poi farci comprendere che quello è il mondo di tutti e che tutti potremmo guardare nella stessa direzione. Pertanto, la forza di questo testo è nel non essere affatto una denuncia; Nadeesha, affermando che "la responsabilità delle risposte è di tutti", evidenzia il proprio messaggio di apertura e non di critica. Non c'è nell'autrice l'intento di additare una società come razzista, c'è anzi una gran voglia di raccontare una storia che sia in grado di andare oltre quel "termine". Scrive sempre partendo dalla propria esperienza personale, alternandola ad episodi di cronaca, e per questo si può senz'altro dire che il libro raccoglie riflessioni a metà tra la forma saggistica e romanzesca. Saggistica perché Uyangoda, con spirito giornalistico, analizza a fondo articoli di cronaca e TEDtalks sulle identità delle minoranze, intersecandole con interviste da lei stessa condotte; forma romanzesca, invece, perché la sua prosa ha uno stile fortemente evocativo, sincero ed audace. Già dalle prime pagine del romanzo la scrittrice asiatica introduce una figura a mio parere di gran rilievo, usata come espediente per dar voce a certe domande e commenti che semplificano il rapporto tra una persona bianca e di colore: Giovanni, il fidanzato di Naddesha. Le espressioni che utilizza nei confronti della ragazza di colore, apparentemente offensive, nascondono in realtà, dietro l'ironia e lo scherno, momenti di confronto e vicinanza. Ma la realtà è ben altra cosa: appare evidente nelle parole che la madre di Giovanni pronuncia nel momento in cui il proprio figlio le confessa che frequenta una ragazza nera: "se gli srilankesi fossero quelli bassini e scuri che fanno le pulizie nei palazzi di Napoli". Uno sguardo razzista che troverà poi, nel seguito del romanzo, un più approfondito sviluppo: il capitolo sesto è tutto incentrato sull'analisi dell'aggettivo da attribuire alla pelle di Nadeesha, poiché, come lei stessa ricorda al lettore, ci si trova sempre a doversi definire come qualcosa: si passa dal "nero", "marrone", "di colore", "negro" , nonché sulla discussione del più largo e significativo concetto di "visibile minorities", ossia quelle minoranze visibili che risentono maggiormente della razzializzazione della società e della one-drop-rule. "Se una persona avesse avuto anche una sola goccia di sangue Negro, quella persona era, in effetti, Negro", cita la protagonista per ricordare l'espressione utilizzata dagli Stati della federazione per rinforzare la segregazione. Il tema del razzismo non è l'unico argomento oggetto del saggio; la lettura approfondita mi ha permesso anche di imparare il concetto di femminismo intersezionale. Uyangoda riesce, infatti, nel suo testo non solo a spiegare cosa sia l'intersezionalità, raccontandone l'origine storica, ma anche a farci comprendere quanto importante sia non trascurare la potenza del vero femminismo, quello molto vicino alla figura della donna. Sole 162 pagine, ma di una lettura tutta d'un fiato, che sorprende per la sua capacità di affrontare più di un tema senza cadere in banalità, stereotipi e senza mai essere pesante. Consiglio il romanzo a chiunque voglia approfondire la questione razziale e ragionare più attentamente su una tematica, fortemente attuale, alla quale questo libro, nelle parole della sua protagonista, restituisce inaspettatamente elementi di vivacità ed ironia.

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Avatar alessandrastrada
25/04/2023 21:17
2D - Liceo classico Orazio Flacco, Bari
“L' unica persona nera nella stanza” è un libro scritto da Nadeesha Uyangoda e pubblicato nel 2021. Questo libro tratta un argomento molto importante : il razzismo. Nadeesha Uyangoda, una ragazza nera originaria dello Sri Lanka trasferita in Italia all' età di 6 anni, attraverso eventi e storie vissute da lei stessa in cui si è sentita diversa, ma soprattutto “la ragazza straniera”, evidenzia le difficoltà e le problematiche che una persona con un colore della pelle diverso vive quotidianamente nei contesti sociali, professionali e sentimentali. Riporto una frase che mi ha colpito molto e chiarito la sofferenza e la frustrazione che ha provato l' autrice nel corso della sua vita :”Quando sei l'unica studentessa di colore della classe, o della scuola, è un ragazzo ti chiede di uscire, non sei quella con gli occhiali, quella della 4A, quella strana, quella bella -sei solo quella straniera. Quando sei l' unica ragazza nera della scuola, sei sempre quella straniera”. Questa frase mi ha fatto riflettere perché ho capito che se sei “quello nero” non verrai mai ricordato o identificato in base a dei pregi o dei difetti ma in base al colore della pelle e di conseguenza sei “quello straniero”, quindi anche se sei, in questo caso, italiano e perfettamente integrato nella società in cui vivi sarai sempre “lo straniero”. Questo libro è scritto con un linguaggio abbastanza complesso e sono usati alcuni termini che non conoscevo. Nadeesha Uyangoda ha inoltre citato molte informazioni prese da diverse fonti rendendolo un po' uno stile giornalistico. Questo libro personalmente mi è piaciuto perché mi ha informato molto sull' argomento in questione ma allo stesso tempo non mi ha coinvolto emotivamente

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