La lotteria
Adelphi, 2007
Traduzione di Franco Salvatorelli
82 pagine
Le balenò l'immagine di sé in una stazione di polizia, che diceva – Sì, oggi dovevamo sposarci, ma lui non è venuto – e gli agenti, tre o quattro intorno ad ascoltare, che la guardavano, e guardavano l'abito fantasia, e la sua faccia imbellettata, e si scambiavano sorrisi. Lei altro non poteva dire, non poteva dire - sì, sembra ridicolo, io tutta agghindata in cerca del giovanotto che ha promesso di sposarmi, ma voi che ne sapete di tutto quanto? Io non sono solo questo, solo quello che vedete; ho del talento, forse, e a modo mio umorismo, e sono una signora, e ho orgoglio e affetto e grazia e una certa visione chiara della vita che potrebbero soddisfare un uomo e renderlo felice e produttivo; c'è più di quel che vi pare a guardarmi -.
Questa è una raccolta di racconti, per la precisione quattro, brevissimi e folgoranti.
La maestra del Gotico americano, e anche di Stephen King che la considera la sua madrina, ancora una volta con la sua maestria narrativa ci prende per la gola alla terza riga e non ci molla fino alla fine della raccolta.
I racconti sono molto diversi tra loro, ma in tutti e quattro la voce narrante sa molto meno di quello di cui è a conoscenza il lettore, e questa consapevolezza del lettore, di una tragedia, piccola o grande che sia, che si sta di lì a poco preparando, è un meccanismo narrativo perfetto per tenerlo incollato alla pagina.
Le ambientazioni e personaggi cambiano, ma in comune questi racconti hanno l'immaginario della provincia americana, con i suoi tabù, le sue regole non scritte, ma soprattutto con le aspettative mancate, il dover essere in un certo modo, che diventano trappole micidiali alle quali sembra impossibile sottrarsi.
Buona lettura e buoni incubi.
La maestra del Gotico americano, e anche di Stephen King che la considera la sua madrina, ancora una volta con la sua maestria narrativa ci prende per la gola alla terza riga e non ci molla fino alla fine della raccolta.
I racconti sono molto diversi tra loro, ma in tutti e quattro la voce narrante sa molto meno di quello di cui è a conoscenza il lettore, e questa consapevolezza del lettore, di una tragedia, piccola o grande che sia, che si sta di lì a poco preparando, è un meccanismo narrativo perfetto per tenerlo incollato alla pagina.
Le ambientazioni e personaggi cambiano, ma in comune questi racconti hanno l'immaginario della provincia americana, con i suoi tabù, le sue regole non scritte, ma soprattutto con le aspettative mancate, il dover essere in un certo modo, che diventano trappole micidiali alle quali sembra impossibile sottrarsi.
Buona lettura e buoni incubi.
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