
Il naso. Il cappotto
BUR, 2015
Spaventato, Kovalev chiese dell'acqua e si strofinò gli occhi con un asciugamano bagnato: non c'era che dire, di naso neppur l'ombra! Si palpò ben bene per essere sicuro di non dormire, non dormiva, no! Saltò dal letto, si riscosse, e sempre niente naso!... Egli chiese i suoi vestiti e si precipitò difilato dal capo di polizia.
Due racconti direttamente da metà Ottocento (ma che sembrano scritti oggi) del grande Gogol', in cui il ridicolo e il grottesco sono ulteriormente enfatizzati dalle spassosissime immagini moderne di Altan, anche lui maestro della satira.
Il naso è un racconto assurdo, narrato però con le caratteristiche del realismo: un tizio si sveglia una mattina e non ha più il naso. Lo cerca ovunque, ma niente. Al suo posto un buco, pelle liscia, che lui nasconde subito con un fazzoletto, perché terrorizzato dal mostrarsi in società in quelle condizioni: sa già che saranno guai sul lavoro, e le donne non lo vorranno più. Contemporaneamente, un barbiere sta per addentare un panino che ha in casa, e dentro ci trova un bel naso. Così uno il naso lo cerca disperatamente, l'altro ha bisogno invece di disfarsene. E ad un certo punto proprio il naso verrà avvistato a zonzo su una carrozza, vestito in alta uniforme...
Il cappotto si basa su un gioco simile, in cui al centro c'è il rapporto tra un individuo e la società, e come tutto sia regolato dalle apparenze: Akakij Akakievič (potrebbe essere tradotto Ingenuo Ingenuotti) ha un cappotto ormai a pezzi, e il suo sarto si rifiuta di rammendarlo per l'ennesima volta, perché ormai non c'è più nulla da rammendare. Lui è poverissimo, ma il freddo russo e lo sguardo dei colleghi lo costringono a enormi sacrifici per comprarne uno nuovo, e come per magia la sua vita cambia: prima era considerato una nullità, ora tutti lo cercano e lo trattano con i maggiori riguardi.


Commenti
04/06/2023 14:46
1BL - Liceo Andrea Maffei, Riva del Garda
“Il naso” era una lettura più leggera, dal mio punto di vista, con molto umorismo e ironia, tuttavia “Il cappotto” è stato il mio preferito fra i due, facendomi provare una sorta di compassione per il protagonista, Akakij Akakievic.
Gogol narra entrambe le storie con un lessico di facile comprensione, nonostante io creda che le descrizioni fossero eccessive e avesse un ritmo troppo statico.
Entrambi trattano critiche sociali, argomenti attuali e delicati dissacrando e rendendoli più semplici con metafore “materiali” (come quella del cappotto).
Devo ringraziare questi due racconti anche per avermi fatto scoprire altri suoi racconti come “Il ritratto” e “Il diario di un pazzo”.
Queste due letture non erano ciò che mi aspettavo, ma di certo non sono rimasta delusa.
19/05/2023 15:20
1BL - Liceo Andrea Maffei, Riva del Garda
L'umorismo è il protagonista assoluto di questi due brevi racconti, che solo uno scrittore come Gogol' potrebbe inventare.
Il primo libro tratta temi ancora molto attuali attraverso la storia del povero Kovalev che, un giorno, si ritrova senza naso. Ha vergogna di mostrarsi in società senza una parte fondamentale del suo volto e la paura di essere giudicato lo porta ad una scelta molto scomoda: andare in giro con un fazzoletto al posto del naso.
Ancora una volta, la paura di non essere accettati è ciò che prevale su tutti noi, obbligandoci ad assumere comportamenti che non vorremmo pur di piacere agli altri.
Il secondo, il mio preferito, vede come protagonista Akakij Akakievic, un uomo così buono che si vede rubare sotto gli occhi l'amato cappotto.
In questo racconto prevale più l'indifferenza della gente, un tema molto forte all''epoca di Gogol'' (1800), ma che persiste anche nella nostra.
In parecchie scene mi sono ritrovata nel personaggio di Akakievic perché credo che molte persone approfittino della bontà e debolezza altrui per prendersi gioco di coloro che non reagiscono.
Questi comportamenti portano rabbia e tristezza in coloro che non sono in grado di difendersi, indifferenza da parte dei “prepotenti”.
14/05/2023 19:27
2B - Liceo Morandi, Finale Emilia (MO)
Tempo fa avevo letto alcuni racconti surreali di Dino Buzzati e li ho trovati molto intriganti, per questo ho voluto cimentarmi in questi racconti di Gogol, che devo dire mi hanno stupito. Mi è piaciuto molto il linguaggio dell'autore, abbastanza "storico" , per certi versi complicato, ma comunque comprensibile e soprattutto caratterizzato da una forte ironia. È interessante anche il tentativo di Gogol, in entrambi i racconti di cercare di renderli il più reali possibili tanto che spesso egli garantisce il realismo delle vicende narrate. Il surrealismo in questo modo pare praticamente "reale" e penso che sia una caratteristica stilisti molto interessante. Tra i due ho apprezzato maggiormente il cappotto per i temi trattati e devo dire che è un racconto estremamente profondo e commovente per certi versi. Consiglio vivamente questo racconti anche per intraprendere una lettura diversa dal consueto.
13/05/2023 15:51
2A - Liceo Morandi, Finale Emilia (MO)
Il naso e il cappotto tutto sommato è un bel libro,perché con due storie irrealistiche parla di alcuni atteggiamenti,tipo l'avidità o l'egoismo,che fanno parte di molte persone.Questo è un libro per me scritto con un linguaggio ben comprensibile e non troppo difficile.
L'unica nota negativa sono le considerazioni e l'introduzione che sono un po' troppo lunghi e esaustivi.
18/01/2023 15:49
1P - Liceo Fermi, Bologna
19/04/2023 22:24
1H - Liceo Galvani, Bologna
Il naso e Il cappotto sono due racconti dello scrittore russo Gogol'.
"Il Cappotto" è un racconto che mi ha toccato profondamente, mostra in maniera chiara come l'avidità, la meschinità e l'indifferenza possono distruggere la vita di una persona modesta e umile. La tecnica narrativa che utilizza l'autore è pungente e molto realistica. Grazie alla descrizione dettagliata dei personaggi ho avuto un quadro chiaro di ognuno di loro e degli ambienti che li circondano.
La trama è molto triste e commovente, ma allo stesso tempo è una satira sociale che critica l'ingiustizia e la crudeltà della società russa dell'Ottocento. Da subito Gogol dà l'idea di un sistema corrotto capace di sottomettere le persone e mostra come la lotta per la sopravvivenza può essere spietata. Una citazione che mi è sembrata significativa è questa: “Vedete fino a qual punto, nella Santa Russia, tutti sono contaminati dall'imitazione: ciascuno mette in ridicolo il proprio superiore – e poi lo scimmiotta.“
“Il naso” è il racconto che ho preferito perché l'ho trovato originale e stravagante. Presenta temi che mi hanno molto interessato, come la perdita dell'identità, la paura della differenza e la lotta per l'uguaglianza. Gogol' dipinge un ritratto della società russa dell'epoca, dove l'apparenza e la posizione sociale sono più importanti delle qualità di un individuo. Già all'inizio del racconto, subito dopo l'introduzione del protagonista, il Collegiato Kovalëv, che scopre di aver perso il proprio naso, la situazione assurda mi ha divertito, infatti il protagonista esclama:"Era un naso! Un naso vero! Ma come poteva essere possibile? E come aveva fatto quel naso a guadagnarsi la libertà?".
La scrittura di Gogol' è infatti vivace e ironica, con un uso ricorrente dell'umorismo nero e del sarcasmo. Mi è piaciuta anche la sua capacità di descrivere la città di San Pietroburgo e i suoi abitanti in modo molto vivace.
Il finale mi ha lasciato con una sensazione di perplessità e di stupore.
In questa edizione i racconti sono accompagnati dalle illustrazioni di Altan, un artista che conoscevo già in quanto autore della Pimpa, personaggio che ho amato molto da bambino.
Secondo te c'è una colonna sonora perfetta?
05/04/2023 10:14
1I - Liceo Laura Bassi, Bologna
secondo me, i due racconti sono molto originali e ben raccontati. i dettagli sono molti ma non esagerati e non disturbano lo scorrimento della storia. particolarmente mi è piaciuto più "il naso" rispetto al "cappotto", lo ho trovato più divertente e con una fine migliore. l'ironia dell'autore si sente attraverso alcuni commenti da lui fatti e che non risultano non innapproppiapiati visto l'assurdità dei racconti. l'unico difetto è la traduzione che non ho apprezzato visto la complicatezza esagerata delle parole scelte.
02/04/2023 20:50
1P - Liceo Galvani, Bologna
"Il naso" e "Il cappotto", sono i due racconti narrati in questo libro, il cui autore è Gogol', uno scrittore dell'800.
Questi due racconti fanno parte dei "Racconti di Pietroburgo".
Il primo è "Il naso", che narra di un signore che una mattina, dopo essersi svegliato, si guarda allo specchio e nota di non avere più il naso, al suo posto nulla, solamente la pelle del volto. Il signore inizia a cercarlo da tutte le parti e non trovandolo più decide di coprirsi immediatamente il viso con un fazzoletto bianco che cerca di togliere il meno possibile quando in pubblico, poiché terrorizzato dal mostrarsi in società in quelle condizioni. Contemporaneamente a questo evento, un barbiere la mattina, mentre decide di mangiare del pane per colazione, addentandolo ci trova al suo interno un misterioso naso. Il barbiere cerca di sbarazzarsene al più presto, spaventato da quanto accaduto.
Una parte del racconto che mi è particolarmente piaciuta è stata il dialogo tra il signore senza naso ed un giornalista al quale chiede di pubblicare un annuncio riguardante l'accaduto. Il cronista da subito non voleva assolutamente parlare dell'annuncio nel giornale locale, ma poi, alla vista del volto del povero signore, cambia immediatamente idea.
Il secondo racconto è "Il cappotto", che tratta la vicenda umana di un funzionario preso in giro dai colleghi ed escluso dalla vita sociale, che si trova in difficoltà nel momento in cui è costretto a comprarsi un nuovo cappotto, dato che il suo precedente era troppo rovinato.
Il funzionario inizia subito a risparmiare per l'acquisto. Non appena riesce ad acquistarlo lo indossa senza pensarci due volte, e nota come tutti coloro che lo deridevano e lo prendevano in giro, adesso l'onorano e gli portano rispetto. Tuttavia il funzionario non sa che il dramma è dietro l'angolo...
In questo secondo racconto viene da subito descritta la società in cui i fatti sono ambientati: viene rappresentata la classe sociale più bassa, che lotta quotidianamente per ottenere la giusta considerazione ed il giusto rispetto da parte della classe sociale superiore
"Il naso" e "Il cappotto" sono due racconti che mostrano una critica sociale del mondo di oggi. Personalmente, ho apprezzato molto la lettura di questi racconti, e, anche se ho preferito la lettura de "Il naso", entrambi mi hanno molto stupito per la loro originalità.
Altra cosa molto particolare è lo stile di narrazione di Gogol', che si presenta come molto particolare e di alto registro: infatti nel racconto vengono spesso utilizzati termini ricercati. Personalmente, nonostante ciò, la lettura non mi è sembrata molto pesante.
Riconosco che può non piacere.
01/04/2023 10:54
1P - Liceo Galvani, Bologna
Personalmente non ho gradito la lettura di questo libro, infatti ritengo che la scrittura di Gogol' sia molto antica e poco scorrevole per essere proposto ai giorni nostri.
Anche i racconti non mi hanno attirato, infatti non hanno suscitato in me la voglia di continuare la lettura di questo libro e penso che per quanto le idee siano originali e interessanti non siano sviluppate in modo tale da attirare l'attenzione del lettore.
Nel libro sono presenti però anche tratti espressi egregiamente da Gogol' , come ad esempio il dialogo tra Kovalëv ed il redattore del giornale all'interno del quale voleva inserire un annuncio al fine di ritrovare il proprio naso, il quale ho trovato simpatico e interessante.
Ne Il Cappotto, il racconto che personalmente ho trovato più interessante, ho apprezzato come Gogol' renda il pregiudizio dei colleghi vano nel momento in cui il protagonista si presenta con il nuovo cappotto e riesce ad esprimere l'importanza di una piccola cosa a cui noi non faremmo nemmeno caso.
31/03/2023 20:25
1P - Liceo Galvani, Bologna
Il "Naso" e il "Cappotto" sono due libri estratti dalla collezione "Racconti di Pietroburgo" di Gogol', una scrittore che vive nell'800.
Il "Naso" è il primo racconto in cui il protagonista perde il naso, e rendendosi conto del fatto comincia a cercarlo per tutta la città.
Intanto il suo naso è finito accidentalmente nel panino di un altro uomo, così contemporaneamente ci sono i due personaggi che si ritrovano ad avere a che fare con questo naso; il primo a cercarlo e il secondo a sbarazzarsene.
[...]
Il "Cappotto" è il secondo racconto, che personalmente mi è piaciuto di più: infatti narra di un impiegato con una disponibilità economica assai modesta, e per questo tutti i suoi colleghi lo deridevano, ma un giorno si presenta con un cappotto nuovo e lucido, tanto da guadagnare il rispetto che tanto desiderava.
Una sera il cappotto gli viene rubato, [...]
I due racconti sono molto particolari, con uno sfondo permanente di ironia che ti permette di continuare a leggere, adatti entrambi sia ad un pubblico giovane che ad uno adulto, soprattutto grazie ad uno stile di scrittura efficacie e scorrevole
31/03/2023 09:39
2E - I.I.S. Cesare Battisti, Bolzano
"Il naso" e "Il cappotto" sono due racconti di Nikolaj Gogol. "Il naso" racconta la storia di un naso che si stacca dal viso di un ufficiale e diventa una persona separata e indipendente. L' ufficiale quindi cerca disperatamente di recuperare il suo naso ma incontra molte difficoltà nel farlo. Il fatto che un naso si stacchi dal viso di un ufficiale e prenda vita propria, è come se si perdesse l'identità personale in una società dove l'apparenza e lo stato sociale sono tutto ciò che conta di più.
"Il cappotto" racconta invece la storia di un impiegato governativo, Akaky Akakievich, che vive una vita noiosa e grigia. La sua lotta per acquistare un nuovo cappotto, ci mostra come rappresenta il suo obbiettivo a una vita migliore, ma che finisce per essere cancellata dalla società che lo circonda. Tuttavia, quando il cappotto viene rubato, la sua vita diventa piena di disperazione e tormento.
Akaky rappresenta la classe sociale più bassa (i poveri), che lotta per ottenere la giusta considerazione e rispetto da parte della classe sociale più superiore.
Questi racconti di Gogol sono considerati di genere umoristico e bizzarro.
La scrittura di Gogol è molto descrittiva e ricca di dettagli,e ciò aiuta a creare un'atmosfera di tipo fantastico e inquietante, è molto coinvolgente e creativa, e i personaggi e le situazioni che descrive sono al tempo stesso assurdi e realistici.
In sintesi, "Il naso" e "Il cappotto" sono due racconti che mostrano una critica sociale del mondo di oggi.
Personalmente, ho apprezzato molto la lettura di questi racconti. Mi hanno soprattutto molto colpito per la loro originalità. Consiglio sicuramente la lettura di "Il naso" e "Il cappotto" a chiunque sia interessato alla letteratura russa o al genere umoristico e bizzarro.
29/03/2023 07:29
2B - Liceo Morandi, Finale Emilia (MO)
Quando il grottesco si mescola con la fantasia e l'assurdo! Ecco come ho interpretato i due racconti di Gogol "Il Cappotto " e "Il Naso": il primo narra di un uomo che vive la sua vita lavorativa copiando lettere mentre viene preso in giro dal suo superiore e trova consolazione nel farsi confezionare un bel cappotto;" Il Naso" racconta le vicissitudini di un uomo , un burocrate del governo, a cui sparisce il naso. Nonostante i tentativi forzati di Kovaliov per riavere il suo naso, esso ritornerà inaspettatamente al suo posto naturale.
Sia l'una che l'altra novella, ambientate nella Russia dell'Ottocento, sono una critica alla società del tempo , troppo attenta alle apparenze.
Non rileggerei questo libro perché senza conoscere le linee generali della letteratura russa dell'epoca, non é di facile comprensione e per questo lo consiglierei a chi ne é appassionato.
Il naso, ha risvegliato in me l'immagine di un opera di Chagall per la sua dimensione surreale che é per certi versi quella che viene proposta da Gogol
Questa storia ti ha fatto venire in mente un luogo?

26/03/2023 20:10
2GT - Liceo Galvani, Bologna
Ho adorato i due racconti all'interno di questo libro: entrambi danno un'atmosfera molto grigia e grottesca, soprattutto grazie alle illustrazioni fatte da Altan, e le storie sono seriamente intrattenenti. Lo consiglierei altamente a chiunque si faccia intrigare facilmente da premesse bizzarre.
Pure i protagonisti delle due vicende presentano caratteristiche molto buffe: in "Il naso", l'assessore di collegio Konalev è un individuo alquanto pretenzioso che tende ad essere uno sbruffone con gli altri tranne quando si dimostrano di grado militare o di importanza maggiore. Infatti davanti alle donne si fa chiamare "maggiore", ma quando si ritrova davanti al suo naso per la prima volta diventa parecchio nervoso e spaventato, poiché capisce dagli indumenti che è un consigliere di stato. Invece nel secondo racconto intitolato "Il cappotto", il funzionario Akakij è un uomo torturato mentalmente che fa di tutto per ottenere un minimo di considerazione dai colleghi che lo prendono in giro per gli stracci che indossa.
Lo stile dell'autore in questi due racconti è caratterizzato principalmente da un registro di alto livello, probabilmente dato dal fatto che lo scrittore è vissuto nel 19° secolo, e da un'abbondanza di frasi subordinate che arricchiscono la narrazione.
25/03/2023 17:46
2Q - Liceo Galvani, Bologna
“Il naso il cappotto” del 1842 scritto da Nikolaj Gogol è un racconto surreale e satirico che contiene anche commenti riguardo alla società dell'epoca.
La storia segue le disavventure di un ufficiale di nome Kovalyov, che si sveglia una mattina scoprendo che il suo naso è scomparso. Il naso,infatti, ha una vita propria e si vede vagare per la città celandosi dietro a vari travestimenti, causando al funzionario angoscia e molto imbarazzo. In più la storia è piena di personaggi e situazioni esagerate che aggiungono carattere al libro.
Ciò che differenzia di più questo racconto dagli altri è la scrittura di Gogol che si presenta molto fantasiosa e bizzarra. Qualche volta ,però, era difficile comprendere alcuni concetti e qualche termine obsoleto.
Personalmente ritengo che uno dei punti di forza di questo breve romanzo sia la sua assurdità che evidenzia le questioni sociali e politiche del tempo e il linguaggio dell'autore che riesce a farti ragionare attraverso l'ironia.
Tuttavia, il surrealismo e l'assurdità potrebbero non essere apprezzate da tutti ma nel complesso io ho trovato piacevole questo genere di racconto nonostante non sia tra quelli che sono solita leggere.
Consiglierei di leggerlo soprattutto agli amanti della letteratura russa, del surrealismo o della satira.
Secondo te c'è una colonna sonora perfetta?
25/03/2023 16:11
1E - Liceo Laura Bassi, Bologna
E' un libro che racchiude due storie narrate dallo stesso autore ma non sono connesse tra di loro. Entrambi i racconti sono ambientati in Russia, nel XIX secolo, e risultano molto scorrevoli alla lettura! Il primo racconto, ovvero "Il naso", racconta le avventure del sergente Kovalev alla ricerca del proprio naso: infatti una mattina, senza sapere per quale motivo, si risveglia miracolosamente senza quest'ultimo. Infatti si rivela essere una parte del corpo indispensabile per darsi un tono e mantenere una certa serietà, e col lavoro del sergente, di queste caratteristiche non si può di certo fare a meno.
Il secondo racconto, intitolato "Il cappotto", narra di un impiegato, che riceve una misera paga, nonostante ciò è molto affezionato al suo lavoro tanto che ad ogni momento libero, invece di dedicarlo come gli altri suoi colleghi a praticare quello che più gli piace fare, si porta avanti col lavoro; più avanti il protagonista riscontrerà alcuni problemi dovuti al freddo invernale della Russia e dei pochi soldi, ma nonostante la molta fatica e i tanti sacrifici per questo secondo racconto il lieto fine non lo troveremo.
Questa storia ti ha fatto venire in mente un luogo?

Secondo te c'è una colonna sonora perfetta?
25/03/2023 12:07
2GT - Liceo Galvani, Bologna
il libro è diviso in due novelle diverse intitolate “IL naso e IL cappotto”.Consiglierei il libro poiché Il genere prevalente è il fantastico, infatti nel corso delle tue vicende ci sono episodi molto insoliti, e anche perché è un genere umoristico dunque il narratore utilizza formule per far divertire il lettore.
le due novelle hanno due trame diverse, infatti IL naso parla di un barbiere che si trova in un panino il naso di un suo cliente e cerca in ogni modo di sbarazzarsene. L'organo olfattivo in qualche modo prende vita e inizia girare per la città spacciandosi per un consigliere politico.Il cliente si chiamava Kovalev, il quale si accorse per caso di aver perso il suo naso.Kovalev cerco disperatamente il suo beccuccio senza però trovarne mai traccia, finché un giorno l'organo venne riconsegnato da una guardia. Il protagonista cerca di riporre il naso al suo posto diverse volte pero con un risultato sempre negativo, fin quando una mattina la prominenza è tornata al suo posto.La seconda trama invece è più riflessiva, in effetti racconta la storia di un uomo chiamato Amalia Akakievic Basmackin che dopo anni di risparmi riuscì ad acquistare un nuovo cappotto. Il cappotto ha un significato simbolico per Akakievic, “ una gioia che rompe l'assoluta ripetitività di un'esistenza dedicata al proprio lavoro”. Il cappotto aiuterà il protagonista a superare le sue incertezze, finché un giorno durante un'uscita con i suoi colleghi gli venne rubato . [...] Uno degli aspetti che rende unico lo stile del libro IL naso è la scelta di Gogol di concentrarsi sulla descrizione fisica del naso del protagonista, il quale si stacca improvvisamente dal viso e acquisisce una vita propria.Inoltre Gogol utilizza spesso la ripetizione di parole e frasi, intensificando il senso della storia. Lo stile di scrittura della novella Il cappotto è ricco di ironia, sarcasmo e simboli che permettono al lettore di immergersi nella storia e di sentirsi parte della narrazione.
24/03/2023 16:07
1AE - IIS Belluzzi Fioravanti, Bologna
Il naso e il cappotto sono due racconti uniti nello stesso libro....il narratore utilizza il ridicolo e il grottesco per protestare contro il rapporto tra un individuo e la società o per raccontare l'assurdo in chiave realistica.
L'ho trovato piacevole e intrigante, a tal punto che ho riletto molte parti del libro per capirne il significato
Secondo te c'è una colonna sonora perfetta?
22/03/2023 18:06
1P - Liceo Galvani, Bologna
Il naso e il cappotto sono due estratti dei "Racconti di Pietroburgo”.
Essi furono scritti da Nikolaj Vasil'evič Gogol nella Russia zarista del 1800 e sono delle celebri rappresentazioni ironiche e surreali della corrotta e sporca società russa della metà dell'Ottocento. Entrambi i racconti sono caratteristici della scrittura di Gogol': possiedono dunque un registro molto alto e una forte morale che critica la società del tempo.
“Il naso” parla di un egocentrico membro della politica russa che un giorno si sveglia senza naso. Egli ,data la sua posizione sociale, ci perde la testa e ,dopo aver visitato uno spropositato numero di persone, finisce quasi per impazzire finché una mattina il naso ricompare, senza lasciare ,però, il lettore senza una importante e nascosta morale
“Il cappotto” discute di un povero impiegato che trovatisi senza cappotto spende tutti i suoi beni per acquistarne uno nuovo.
Rispetto al “naso” questo estratto possiede una trama e un finale più articolati ma che comunque non riescono a mascherare l'ironica linea di critica che Gogol' vuole delineare e che in questo racconto è più forte e interessante
20/03/2023 20:34
5D - Liceo Galvani, Bologna
“Il naso” e “il cappotto” sono entrambi presenti nei “Racconti di Pietroburgo", raccolta di racconti di Gogol' realizzata dopo la sua morte. Il primo era stato finito il 1834, ma non era stata subito approvata la sua pubblicazione, poiché veniva ritenuto troppo volgare, infatti il brano stesso è stato sottoposto a varie rivisitazioni e modifiche da parte dell'autore, costretto dalla censura. Tuttavia il racconto raggiunge il successo meritato grazie all'arguta critica alla società russa del tempo, che traspare attraverso una trama alquanto avvincente e assurda. Si parla quindi di un assessore di collegio, Kovalëv, il quale svegliandosi una mattina e accorgendosi di non avere più il naso, teme di aver definitivamente danneggiato i propri rapporti sociali, mentre il suo organo olfattivo se ne va ora in giro per la città in carrozza fingendosi un consigliere di Stato. Questa è un'esplicita provocazione di Gogol' nei confronti della mentalità razionale del periodo, che non concede spazio alla fantasia. Il secondo invece era stato pubblicato il 1842 ed è assolutamente un grande capolavoro, in cui viene esposta la visione di una società miope e cinica, favorevole solo per i prepotenti, dove non vi è posto per gli umili, sottomessi e conformisti. Infatti si racconta di un semplice funzionario, Akakij Akakievič Bašmačkin, che viene preso in giro dai suoi colleghi e si trova in difficoltà nel momento in cui è costretto a comprarsi un nuovo cappotto, a causa delle misere condizioni di quello che già possiede. Sebbene i prezzi siano sopra la sua portata egli non demorde e comincia a risparmiare al fine di acquistarne uno. Ottenuto il capo, dopo molti sacrifici, gioisce a tal punto da partecipare alla festa organizzata dai suoi colleghi senza sapere la disgrazia che quella sera lo sta aspettando, durante la quale nessuna autorità si dimostrerà disposta ad aiutarlo. Ma verso la fine del libro il protagonista riesce a vendicarsi dell'ingiustizia subita tramite un mezzo alquanto bizzarro, che però stravolge il racconto rendendolo singolare. Ciò che mi ha invogliato alla lettura di queste invenzioni di Gogol' è stato sicuramente il suo stile grottesco, la maniera in cui è stato capace di palesare punti cruciali con una comicità tale da indurmi a consigliare queste letture a chiunque abbia il piacere di entrare in un mondo basato su un'immaginazione talmente surreale da riuscire a creare precisi parallelismi con la realtà.
15/03/2023 10:22
2F - Liceo Galvani, Bologna
I due racconti di Gogol appartengono alla raccolta “Racconti di Pietroburgo” e sono stati scritti nella prima metà del 1800.
L'autore racconta storie surreali con protagonisti altrettanto insoliti, da sembrare delle caricature.
Nel primo racconto l'autore narra l'incredibile vicenda dell'assessore di collegio Kovalëv, il quale una mattina scopre di non avere più il naso. La sua più grande preoccupazione è di nascondere tale menomazione nel timore dei commenti della gente. L'esperimento letterario che rende la storia più avvincente è dato dal fatto che la narrazione della sparizione del naso dal viso dell'assessore di collegio viene preceduta dal ritrovamento del naso stesso nella pagnotta addentata dal suo barbiere Ivàn Jakovlevich. La narrazione si sviluppa nelle peripezie di Kovalëv alla ricerca del suo naso. La storia del naso scomparso è stata ripresa più di cent'anni dopo da Gianni Rodari in un divertente racconto che fa parte della raccolta “Le Favole al Telefono”. In quel caso, tuttavia, il naso era scappato perché il suo proprietario ci metteva sempre le dita.
Il finale del racconto di Gogol è inaspettato, non tanto per il ritrovamento del naso, quanto piuttosto per il fatto che lo stesso non si attaccava al viso del suo proprietario, salvo poi improvvisamente tornare al suo posto senza alcuna spiegazione.
Nel secondo racconto il protagonista è uno strano personaggio sul cui aspetto l'autore si sofferma evidenziandone i lati negativi (“bassino di statura, un po' butterato, rossiccio, persino strabico, con una incipiente calvizie sulla fronte, con le grinze su entrambe le guance, per non parlare di altre indicibili imperfezioni…”). Le sue mansioni sono unicamente quelle di copiare testi in bella grafia. La sua vita scorre monotona e piatta fino a che non si accorge di dover sostituire il proprio cappotto, a tal punto liso e consumato da non poter più essere rattoppato. Quando finalmente il protagonista decide di commissionare al sarto la fattura di un nuovo cappotto la sua indole e il suo carattere iniziano ad evolversi. Da un lato egli si mostra più allegro e attento agli avvenimenti che lo circondano, ma dall'altro inizia a perdere concentrazione sul lavoro.
Il racconto ha un finale amaro perché, una volta ottenuto il tanto desiderato cappotto, il protagonista ne viene privato da alcuni delinquenti e, durante la ricerca, si ammala gravemente, tanto da morire.
Il finale è addolcito dalla presenza del suo fantasma, che si vendica su tutti coloro che lo hanno maltrattato.
Due racconti molto diversi fra loro ma entrambi molto avvincenti e ricchi di significati nascosti.
03/03/2023 03:17
2A - Liceo Morandi, Finale Emilia (MO)
ne “il naso e il cappotto” vengono descritte le attitudini della società russa infatti con una descrizione realistica di fatti puramente surreali Gogol si prende gioco dei suoi concittadini, i quali sono più attaccati alle apparenze che al resto; difatti descrive persone la quale superficialità è al limite dell'impossibile. ad esempio ne "il naso" si può percepire la preoccupazione del protagonista quando perde misteriosamente il naso e pensa immediatamente a come si potrebbe presentare alle persone di alto rango conciato in quella maniera; oppure nel “cappotto “ il protagonista preferisce fare una miriade di sacrifici per comprare un cappotto nuovo per evitare la derisione da parte dei suoi colleghi.
il libro l''ho molto apprezzato, soprattutto nell' aspetto satirico e comico che caratterizza tutta l''opera.
05/02/2023 00:29
5D - Liceo Galvani, Bologna
Un ufficiale spavaldo ed altezzoso perde il naso che si trasforma in un vero e proprio funzionario d'alto rango.
Un trascrittore povero e passivo perde il cappotto nuovo e la vita.
Una storia assurda ed una tragicamente verosimile, entrambe raccontate con personaggi estremamente iperbolizzati nelle loro caratteristiche fino a diventare vere e proprie maschere.
Molto ben scritti gli interventi dell'autore nella storia per commentare e/o aggiungere particolari interessanti.
Sempre simpatiche le illustrazioni di Altan, che aggiungono all'assurdo e al grottesco delle vicende.
Unica pecca gli infiniti commenti d'analisi utili per la comprensione del primo racconto ma completamente superflui per il secondo nonché la pessima latinizzazione del primo racconto; cose che però non mi par legittimo includere nella valutazione della storia.
03/02/2023 11:43
2X - Liceo Morandi, Finale Emilia (MO)
Il Naso e il Cappotto sono due racconti scritti da Nikolaj Gogol', nella prima metà dell'800: appartenenti alla raccolta "I Racconti di Pietroburgo".
I due racconti sembrano molto differenti. Narrano di due protagonisti che conducono delle esistenze completamente diverse. Provengono da ceti sociali opposti, hanno abitudini contrapposte e perfino i loro comportamenti, se paragonati, sono in conflitto.
Il primo, Kovalev, è un assessore di collegio che per darsi ancora più importanza si fa chiamare Maggiore Kovalèv. A lui capita una terribile disgrazia che potrebbe mettere a repentaglio la sua reputazione: gli scompare il naso…
Il secondo protagonista, Akakij Akakievic, invece lavora nel dipartimento che è meglio non citare perché nulla è più irritabile e permaloso dei dipartimenti di qualsiasi tipo di Pietroburgo.
Akakij è innamorato delle lettere. Questo è il suo lavoro: ricopiare le comunicazioni del dipartimento. Gli assegnano un plico di fogli la mattina e la sera lo riporta nel dipartimento. Passa la sua vita a ricopiare e ricalcare le lettere con la più bella calligrafia che lui possa mai fare uscire dai suoi movimenti gentili.
Lui non ha una famiglia, non è sposato e non vive nemmeno in una villa, a lui bastano le lettere. Tuttavia la mattina e la sera c'era molto freddo e il suo cappotto ormai è tutto consumato. Deve recuperarne uno nuovo!
Ma con quali soldi?
Nonostante la diversità dei racconti, il messaggio è lo stesso: l'essere umano, insignificante e ingenuo, passa la vita in una condizione di vuoto, senza neanche pensare perché è vivo.
L'uomo infimo pensa a sé, alla sua contentezza e da egoista nasce e rimane cieco. Kovalev e Akakij invece riescono a sfiorare la pienezza della vita, trovano uno scopo superiore e divengono consapevoli della loro nullità, cercando di colmarla e redimerla nel breve tempo che a loro è stato concesso.
Lo stile di Gogol è originale e insolito: grottesco è come molti lo definiscono. In realtà Gogol, per tutta la sua vita nevrotica e complicata e con le sue ossessioni, è sempre stato un artista. Lui è capace di fondere la brutale realtà con un mondo fantastico dove i nasi possono parlare ed esistono i fantasmi.
Questo libro mi è personalmente piaciuto molto. Ritengo che il lettore possa spiare un mondo esterno ed interno a noi e a Gogol che non ha bisogno di commenti per descriversi, proprio per il suo realismo schietto. È una semplice esperienza di acquisizione di sapere, che rende consapevoli di quanto l'essere umano sia infantile e subordinato alla completezza della vita.
29/01/2023 12:00
1P - Liceo Galvani, Bologna
Il naso e il cappotto fanno parte di un insieme di racconti: "I Racconti di Pietroburgo” scritti da Nikolaj Vasil'evič Gogol'-Janovskij.
Gogol racconta delle storie che hanno dell'assurdo, e spesso l'assurdo fa storcere il naso a molte persone, a meno che un giorno non ti svegli senza.
Infatti il primo racconto parla proprio di un assessore di collegio del Caucaso chiamato Kovalèv, che un giorno si rende conto che il suo naso è sparito, e al suo posto è presente uno spazio liscio senza nessuna cicatrice o ferita.
L''intera storia racconta di come Kovalèv cerca in ogni modo di recuperare il suo naso dopo averlo visto scendere da una carrozza con degli abiti eleganti; ma la disperata ricerca del naso diventerà sempre più difficile per Kovalèv, perché intanto il naso sta assumendo cariche sempre più importanti.
Il secondo racconto: “Il cappotto” racconta della vita di un funzionario chiamato Akakij Akakievič Bašmačkin, il quale svolge una vita monotona e viene escluso dalle attività sociali di Pietroburgo.
Un giorno si imbatte nella necessità di comprare una nuova mantella perché la precedente era molto rovinata, malgrado abbia molta difficoltà a trovarne una, riesce ad avere una mantella nuova.
Con l'acquisto della nuova mantella la sua vita ha uno stravolgimento: l'uomo riceve rispetto dai colleghi che lo maltrattavano e addirittura viene fatta una festa per l'acquisto del capo.
Ovviamente nulla è perfetto, e anche la grande gioia è momentanea, ma non credo sia giusto rivelarvi il finale.
Gogol è uno scrittore particolare che racconta storie inverosimili e magari non per le menti più matematiche e rigide ma come ci dice lui: “già, perché dov'è che non si verificano delle cose inverosimili? E a rifletterci bene, in tutto questo, davvero qualcosa c'è. Si può dire quel che si vuole, ma simili avvenimenti al mondo accadono, di rado, ma accadono”.
29/01/2023 11:16
1P - Liceo Galvani, Bologna
E' la prima volta che ho incontrato Gogol nelle mie letture e mi ha semplicemente sbalordito. I suoi racconti, soprattutto il naso, sono fantastici e fuori da ogni schema. Basta pensare che l'autore ha reso un naso protagonista e con vita propria. Usa le sue storie come una feroce critica alla società russa del suo tempo.Dopo aver letto questo libro non penserete più al naso come un semplice naso.
Il cappotto invece vi farà riflettere a quanto gli oggetti materiali siano poco importanti rispetto ai sentimenti e alle emozioni. Spesso anche noi ce lo dimentichiamo.
Vi piacera' leggere i suoi racconti, lo stile e' buffo e fantastico, semplice ma arguto e vi potra' anche strappare una risata.
Questa storia ti ha fatto venire in mente un luogo?
