 
Yonder. Per sognare un mondo senza guerra
                                Mondadori,                                2025
            
            
                    Traduzione di Anna Carbone
                
                                                
                    304 pagine
                
                            Tuti vogliono vedere un eroe. Dargli una pacca sulla spalla, stringergli la mano e dirgli quanto è stato in gamba e quanto gli siamo grati.
Vogliamo che sia coraggioso, ma non vogliamo sentire quanto quel coraggio gli è costato. Non vogliamo sapere che sotto tutto quel coraggio c'è la paura, profonda e fredda come il fiume Watauga dopo il primo disgelo di primavera. Non vogliamo sentire la sua storia. O, comunque, non la sua storia vera.
Preferiamo raccontare una storia nostra.
                Vogliamo che sia coraggioso, ma non vogliamo sentire quanto quel coraggio gli è costato. Non vogliamo sapere che sotto tutto quel coraggio c'è la paura, profonda e fredda come il fiume Watauga dopo il primo disgelo di primavera. Non vogliamo sentire la sua storia. O, comunque, non la sua storia vera.
Preferiamo raccontare una storia nostra.
Se hai deciso di leggere questa storia preparati a saltare tra un anno e l'altro. La storia, infatti, è raccontata in due/ tre tempi: il 1940, quando Jack diventa un eroe per la sua comunità, tuffandosi nel fiume per salvare una bambina durante la Grande alluvione; e il 1942-1943 quando scompare, e il suo caro amico Danny, voce narrante, decide di cercarlo. Forse è stato ucciso? Forse è andato a Yonder? Forse si è arruolato? Danny si affida a poche tracce, indaga, chiede, perlustra i dintorni, chiedendosi dove possa essere finito e sentendo nascere dentro di sé un grande dolore per la perdita di un amico, quasi fratello, che gli ha insegnato a non aver paura, o meglio ad accettarla sapendo che non sempre si può decidere di combatterla, ma con la consapevolezza che un mondo diverso è possibile. 
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