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Il suo sguardo mi esaspera. È diventato un ossessione. Quando sono tornato, benché non le avessi detto niente di Torrington o di mio padre, mi ha chiesto:
“Come sta?”.
Vero è che non era difficile intuirlo. Non mancavano gli indizi. Ciò non toglie che mi sento sempre attaccato a un filo. Ovunque io sia, qualsiasi cosa io faccia, è un po' come se avessi sempre i suoi occhi addosso.
Fuori sta imperversando una vera bufera, di quelle che coprono con metri di neve e ghiaccio ogni cosa, e Donald se ne sta seduto nel fienile a fumare una sigaretta dopo l'altra. È uscito alla ricerca di Ray, un amico che vede una volta all'anno, e per il quale
nutre una profonda invidia.
Ray, è bello, ha successo, sta con una donna molto sensuale e vive a New York. Donald invece lavora in uno studio di avvocatura nel Connecticut, ha una vita monotona e ha sposato una donna irreprensibile e glaciale. Quindi perché salvare l'amico? Non è meglio fingere di esserne eroicamente alla ricerca, e invece lasciarlo crepare congelato nella tormenta?
Inizia così questo strepitoso romanzo di George Simenon, con un uomo divorato dall'invidia che coglie l'occasione per vendicarsi. Ma poi c'è dell'altro, c'è “lo sguardo” della moglie, di una donna che, anche se non dice nulla, è consapevole della codardia del marito, e delle sue azioni. La moglie non parla mai, ma il suo sguardo parla per lei. E Donald inizia a vacillare, a mettere a repentaglio la vita del perfetto borghese, per vedere come reagirà la moglie. Ma Isabel non reagisce, se non con lo sguardo inquisitore, nel quale Donald continuamente si specchia. Ma è davvero così? La moglie sa tutto e lo accusa con lo sguardo, oppure sono solamente proiezioni di Donald? Ma soprattutto, come liberarsi di quella ossessione?

Commenti

Avatar Emmam
25/04/2022 17:49
2 BL - Liceo Andrea Maffei, Riva del Garda
“La mano” è un romanzo di genere noir. Ho apprezzato molto il modo in cui è stato scritto, in prima persona, in questo caso penso abbia aiutato molto a capire la psicologia dei personaggi, inoltre all'interno del testo sono presenti riflessioni del protagonista, che permettono di immedesimarsi in lui. Ed il lessico è semplice e ben utilizzato. Il libro parla di Donald Dodd, avvocato statunitense di mezz'età, che vive insieme a sua moglie Isabel, donna riservata e che non mostra le sue emozioni, in una piccola cittadina del Connecticut. Durante la storia faranno poi la loro entrata in scena altri due personaggi assai importanti per lo sviluppo: Ray, ricco e famoso avvocato newyorkese e amico di Donald, e sua moglie Mona, donna affascinante e attraente. Dietro l'amicizia tra Donald e Ray si nasconde però una grande invidia, infatti Donald invidia moltissimo Ray perché ha la vita che lui non ha, ma che ha sempre desiderato. Una sera però Donald cambia completamente la sua visione di Ray e inizia a sviluppare una sorta di odio nei suoi confronti, e infatti, quando la stessa sera l'amico avrà bisogno di aiuto, Donald non agirà subito, ma penserà molto al da farsi, probabilmente accecato da quel nuovo sentimento di odio. E dopo questa sera, si verificano una serie di eventi che “costruiscono” questo libro. Consiglio a tutte le persone interessate al genere giallo questa lettura, e anche a chi, come me, non aveva mai letto un libro noir. Ho trovato questo libro interessante, soprattutto perché mi ha permesso di scoprire una nuova tipologia di romanzo e mi è piaciuto molto potermi immedesimare nei personaggi, ma l'ho trovato a tratti leggermente lento, nonostante sia un libro corto.
Avatar Tuvebrosky
07/04/2022 19:19
seconda o - Liceo Scientifico “A.Pacinotti” di Cagliari
La Mano è un romanzo pubblicato nel 1968 dallo scrittore belga Georges Simenon. Il protagonista del racconto è Donald Dodd, avvocato statunitense quarantacinquenne che vive con la moglie Isabel a Brentwood in Connecticut. Donald è molto legato al suo amico d'infanzia Ray che vive con la moglie Mona che a differenza di Isabel fa “pensare a un letto”. In realtà Donald prova un sentimento di invidia che presto si trasformerà in odio nei confronti di Ray, infatti Ray è un uomo alto, ricco e capo di un'agenzia pubblicitaria finanziariamente stabile. Insomma, il prototipo d'uomo che sarebbe voluto diventare Donald. Il romanzo inizia con un fatto molto importante che fa prendere subito una brutta piega alla storia. Durante il viaggio di ritorno da una festa, a causa di una tormenta di neve le due coppie non possono proseguire in auto e sono costrette a concludere il percorso a piedi fino a casa di Donald. Una volta arrivati, Donald si accorge che Ray non è insieme a loro. Allora Donald si propone spontaneamente di andare a cercarlo. Donald in quel frangente prova un tale sentimento di odio verso Ray che invece di andare a cercarlo va nel fienile a fumarsi una sigaretta. Al suo ritorno riferisce alle due donne di aver perlustrato l'intera zona ma di non aver trovato nessuna traccia di Ray. Questo è soltanto un primo esempio dei sentimenti e dei pensieri provati da Donald nei confronti delle persone che lo circondano. Le sue emozioni e il suo temperamento saranno determinanti per l'evolversi del racconto fino al drammatico finale. Il libro mi è piaciuto e lo consiglio prima di tutto perché non annoia mai, ma al contrario ti trascina e ti spinge pagina dopo pagina a proseguire per arrivare al finale. Oltre che per lo stile di scrittura e per il ritmo incalzante l'ho trovato coinvolgente anche nella descrizione della psicologia dei personaggi, apparentemente tranquilli, monotoni, ma capaci di covare passioni e sentimenti molto forti come l'invidia e l'odio. Proprio questi sentimenti, a lungo nascosti, ad un certo punto, improvvisamente, esploderanno rendendo i personaggi, e soprattutto il protagonista, capaci di azioni inaspettate che li trascineranno dentro un vortice che non avrà più ritorno.
Avatar AnnaRitaPili
31/03/2022 22:10
seconda o - Liceo Scientifico “A.Pacinotti” di Cagliari
Ho decisamente apprezzato la lettura del libro “ La mano". L' ho trovato molto interessante e con una trama scorrevole, capace di coinvolgere il lettore sin dalle prime pagine. È incredibile la capacità con cui lo scrittore sia riuscito a descrivere così bene ogni singolo personaggio ma soprattutto mi colpisce l' esame attento che viene fatto sul comportamento del protagonista. È un uomo che ha sempre vissuto una vita che non desiderava, per questo si sente represso, intrappolato, prigioniero nonostante sia stato lui a scegliere di vivere in quel modo. Sembra come se avesse una doppia personalità, infatti si alternano momenti di lucidità dove viene presentata la realtà per quella che è, nella quale il protagonista è cosciente delle sue azioni e della loro gravità; a momenti in cui invece viene sopraffatto dai suoi sentimenti più profondi specialmente crudeltà e gelosia, facendo apparire come se gli altri fossero i veri colpevoli e la causa dei suoi comportamenti. Per questo penso che si possa definire la realtà “distorta”. Inoltre attraverso la narrazione in prima persona, è possibile immedesimarsi nello stesso protagonista;in questo modo tutta la vicenda e le emozioni sono ancora più verosimili e realistiche. La fine è stata sconvolgente e da un lato anche traumatizzante, sono rimasta sorpresa e colpita perché non mi sarei mai aspettata che il protagonista potesse arrivare sino a questo punto; ciò che però mi ha colpito di più sono state le sue riflessioni, la crudeltà con cui viene descritta la scena e soprattutto il fatto che lui non si sia pentito delle sue azioni ma che appaia invece addirittura sollevato.
Avatar DilettaMudu
01/04/2022 20:50
seconda o - Liceo Scientifico “A.Pacinotti” di Cagliari
Il romanzo “La mano” è scritto da Georges Simenon, e racconta di un avvocato quarantacinquenne, Donald Dodd, il quale viene visto dagli altri come molto preciso, dalla vita perfetta; in realtà però non è soddisfatto della propria vita, sembra come vivere dentro una bolla. È sposato da diciassette anni con una donna che non ama, Isabel, serena, dolce, premurosa e indulgente. La relazione però non funziona: infatti, tra loro non vi è comunicazione se non tramite gli sguardi, che mandano il protagonista in confusione. Sembra essere quasi perseguitato da essi, non riesce a comprenderne il significato, perché in qualche modo si sente colpevole per le sue azioni. Infatti, solo a causa della rappresentazione del personaggio di Isabel personale da parte del protagonista, lei sembra quasi la colpevole di tanti dei problemi di Donald. Questa sua visione delle altre persone caratterizza il personaggio per tutto il corso della storia; infatti si sente costantemente giudicato dagli altri, quando probabilmente in realtà si trova tutto sulla sua testa. In più prova grande invidia per il migliore amico, Ray, a cui aveva sempre aspirato, ed arriva persino ad odiarlo. Questo perché Ray è un uomo di successo, ed ha sposato una donna che dal punto di vista di Donald è molto più attraente, e desiderabile di Isabel, cioè Mona. Perciò l'amico intraprende la vita che il protagonista aveva sempre desiderato, che non aveva mai avuto il coraggio di portare avanti, appoggiandosi ad uno stile di vita più tranquillo. È per questo che sposa Isabel, per ottenere un matrimonio stabile e solido, vivere in maniera ordinaria. Per tutto il corso della narrazione infatti, evidenzia più volte il pentimento rispetto a questa sua scelta. A causa di quello che succederà dopo la notte passata al party degli Ashbridge, cambierà totalmente, sia nel suo modo di pensare che nel suo modo di agire, finalmente essendo veramente se stesso, senza fingere come aveva fatto fino ad allora. Il finale è tragico, e dimostra che nonostante i tentativi di modificare la sua vita, non può cancellare gli errori e le scelte del passato, che lo perseguiteranno sempre. Il romanzo è narrato in prima persona, e perciò è ricco di pensieri e sensazioni del protagonista, che rendono il personaggio più credibile, e permettono di immedesimarsi in lui. La descrizione del personaggio infatti non è affatto superficiale, e descriverlo attraverso le sue riflessioni personali credo sia il modo migliore per comprenderlo. Questa è una delle cose che ho davvero apprezzato nel romanzo, perché con una narrazione semplice e chiara, e soprattutto con l'utilizzo della focalizzazione interna, rende la lettura ancora più fluida e scorrevole di quanto già non fosse, essendo la storia molto interessante e coinvolgente.
Avatar MatildeGianotti
27/03/2022 00:58
1E - Liceo Laura Bassi, Bologna
"La mano" è un romanzo scritto dallo scrittore belga Georges Simenon. Il romanzo è narrato da un narratore interno ovvero dal protagonista, Donald Dodd, un uomo statunitense di quarantacinque anni che svolge il ruolo di avvocato. Il protagonista è sposato da diciassette anni con Isabel, una donna per la quale non prova più come una volta un sentimento intenso. Ci sono altri due personaggi principali nel libro che sono: Ray, amico del protagonista ma allo stesso tempo persona molto invidiata da Donald; e sua moglie Mona, una donna molto bella che attrae Donald in modo strabiliante e molto sorprendente. Il rapporto che nascerà tra loro due sarà per tutti i lettori un evento scioccante. Il libro affronta temi come l'amicizia, l'amore ma anche tradimento e invidia. La scrittura e molto semplice e chiara, qualità che permette una lettura molto fluida e scorrevole. All'interno del romanzo sono presenti numerose riflessioni e pensieri del protagonista, che riescono a far immedesimare il lettore nel protagonista. Mi piace il fatto che lo scrittore abbia messo l'evento più interessante all'inizio, così da far leggere questo romanzo al lettore in modo piacevole sin dalle prime pagine. Questo libro lo consiglio a tutti perché penso che sia un libro molto versatile e interessante, inoltre é un libro molto corto perciò adatto anche alle persone più pigre o semplicemente alle persone non interessate alla lettura.
Avatar Yihan
28/03/2022 22:00
1E - Liceo Scientifico Statale "Ugo Morin", Venezia - Mestre
È un libro che mi ha colpito. Racconta dettagliatamente la degenerazione della mente del protagonista, Donald, man mano che si prosegue con la lettura. Il libro è appunto narrato in prima persona, dal punto di vista del protagonista, dando ancor più realismo.
Avatar Emi
Emi
27/03/2022 20:38
2P - Liceo Galvani, Bologna
La scelta di leggere questo libro è stata suggerita dall'aspettativa di un libro giallo o horror. Inaspettatamente il libro si è presentato in modo totalmente diverso. Questo romanzo lo definirei di genere psicologico, poiché è dettato da riflessioni interne del protagonista a volte anche un po' ripetitive. Il libro ci racconta, tramite una narrazione un po' lenta e a tratti esageratamente contorta, dell'ossessione che la mente dell'uomo si auto infligge, facendoci riflettere su quello che la nostra ragione può fare completamente da sola. L'autore, nel libro, affronta principalmente la storia di un uomo, Donald Dodd, sposato con Isabel, una donna quieta e calma che ama la pace e comunica attraverso gli occhi. Proprio gli occhi di Isabel saranno un punto cruciale del libro e del suo svolgimento. Tutto inizia ad una festa e dall'invidia che il protagonista prova per Ray, il suo “migliore amico”: da quel giorno tutto quello che avverrà sarà la conseguenza inevitabile delle azioni che vengono compiute. La mia parte preferita credo sia stata la fine, dato che il libro prende una via più rapida e coinvolgente. Personalmente lo consiglio soltanto a chi ama i libri psicologici ed a chi desidera comprendere un po' di più la mente intricata dell'essere umano.

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Avatar carrarogiovanni
25/03/2022 08:46
2A - Liceo Scientifico Statale "Ugo Morin", Venezia - Mestre
Ho letto questo libro e lo consiglio molto. Oltre alla vicenda molto interessante, mi ha colpito molto come l'autore, nonostante abbia utilizzato un lessico molto semplice, riesca ad evidenziare momenti chiave ed episodi centrali della storia.
Avatar vaporyou
16/03/2022 17:14
3L - Liceo artistico Nervi-Severini, Ravenna
"La mano" è un viaggio tra le viscere della mente di Donald Dodd un avvocato di quarantacinque anni, che in seguito ad un'impressionante notte di tormenta subisce un cambiamento radicale a livello personale. L'attenta scrittura di Georges Simenon cattura gli eventi attraverso un minuzioso lessico. Lo consiglierei a chi desidera distaccarsi dalla propria realtà per essere travolto da un'attenta lettura tutta d'un fiato nella psiche contorta di Donald Dodd.
Avatar chiaraa
13/03/2022 01:34
2E - Convitto Nazionale "Vittorio Emanuele II", Cagliari
È la prima volta che leggo un libro noir e questo romanzo non mi è per niente dispiaciuto. Il personaggio di Donald e il suo sviluppo a parer mio è molto interessante e a momenti un po' disturbante. L'unica pecca di questo libro è il finale, che a parer mio è poco chiaro.

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Avatar ARI2008
26/02/2022 13:47
1i - Liceo Galvani, Bologna
Recensione del libro “La mano” di Georges Simenon Il mio voto in merito a questo libro è 7, perchè il libro è scorrevole, e il linguaggio non è molto complesso; inoltre i fatti e le scene del libro vengono descritti in maniera molto avvincente, affinché possano essere interessanti per il lettore; ma l'unica pecca è, a mio modo di vedere, il finale, perchè molte cose non vengono spiegate. Nella storia mi ha colpito molto il protagonista perché, a differenza di alcuni testi, si è capito chi fosse fin da subito; ma il suo problema (quello di non poter avere un rapporto sessuale con sua moglie) viene evidenziato solo dopo la morte del suo migliore amico. Infatti nel testo ci sono varie citazioni che ci fanno capire quanto il protagonista desideri un rapporto sessuale, come per esempio: “volevo prendere la mano di Mona!”,“vorrei andare a letto con Mona!”. Del testo non mi è piaciuto il personaggio di Isabel perchè, a differenza degli altri, non esprime le sue emozioni, ed è una donna troppo protettiva nei confronti del protagonista Donald (anche suo marito), come notiamo da queste citazioni:” hai bevuto?”, “sei sicuro di stare bene?”. Nel libro, circa a metà, ci sono delle scene dove il protagonista si incontra con la sua amante (Mona) a New York, e io penso che il luogo sia perfettamente azzeccato in questa trama, perché il protagonista ha bisogno di vivere in una città grande e organizzata come New York per stare tranquillo; infatti nei momenti in cui ha l'amante a New York si sente rilassato, e gli fa anche piacere il clima della città. Come link per trovare notizie foto e video di New York possiamo andare su www.ilmessaggero.it. Come possibile brano musicale, associato a questo libro, sceglierei “Ti raggiungerò” di Fred De Palma, perché anche i protagonisti della canzone sono due amanti e le due storie, del romanzo e della canzone, mi sembrano molto simili.

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Avatar AnnaMi8
25/02/2022 22:24
2ACL - Liceo Rosmini, Rovereto
"Nel giro di una notte sono molto cambiato... ho messo una croce sopra diciassette anni, anzi sopra quarantacinque anni di vita". Durante quella notte, nel protagonista Donal Dodd, avvocato quarantacinquenne, marito e padre e di famiglia, al giudizio della società l'uomo preciso, metodico, dalla vita apparentemente perfetta, qualcosa si incrina. A causa di un improvviso incidente, l'esistenza del protagonista cambia radicalmente e si sgretolano, per la prima volta, tutte le certezze che egli aveva disperatamente cercato di costruirsi durante tutta la sua vita. Il romanzo rappresenta un'analisi molto profonda e dettagliata dell'animo del protagonista, che si trova a riflettere non solo sugli ultimi avvenimenti che si è trovato ad affrontare, ma anche sulla sua stessa vita. L'intera vicenda è narrata, tramite un realistico flusso di pensieri, dal protagonista stesso, nonostante giochi un ruolo fondamentale anche lo sguardo della moglie, che, senza dire niente, rappresenta la voce della sua coscienza, che cerca di fermarlo dalla vita sregolata verso la quale si sta dirigendo. Ritengo dunque che questo romanzo, appartenente al genere letterario del giallo-noir, proponga una delle introspezioni più profonde che io abbia mai letto, mettendo in luce come l'uomo sia in grado di imprigionarsi a tal punto nelle maschere fatte di certezze che egli stesso si costruisce, da non riuscire più a prendere il controllo di sè nel momento in cui esse cadono e appare la sua vera natura.

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Avatar Rachele
25/02/2022 22:46
2ACL - Liceo Rosmini, Rovereto
“La mano” è un romanzo che ci guida lungo il percorso della degenerazione mentale della voce narrante: un avvocato di mezza età che vive in modo quasi metodico, sposato con una donna estremamente riservata. Dopo un tragico evento lo sguardo della moglie diventa un' ossessione per il protagonista, che si sente giudicato. Simenon riesce a rendere la crescente ossessione del protagonista grazie ad una scrittura semplice, ma forte, soffermandosi su pochi concetti e tornandoci continuamente usando parole sempre più crude, fino a riassumerli senza aver più bisogno di ragionamenti, ma mostrandoli attraverso azioni guidate dal puro istinto.
Avatar camigiusti
18/02/2022 18:15
2i - Liceo Galvani, Bologna
“ La mano” di George Simenon è un romanzo che si potrebbe definire come un giallo-noir perché è presente un decesso che porta a un'indagine, tutto avvolto da una atmosfera invernale cupa e fredda, tipica del genere noir, che ho apprezzato e che mi ha coinvolta subito nella lettura. Pensare però a “La mano” solo con queste caratteristiche e collocazioni è un po' riduttivo e superficiale nei confronti di un testo con una scrittura particolare e ben ragionata. Il romanzo si concentra sulla psiche dei personaggi e questo lo possiamo benissimo notare dai numerosi ragionamenti che svolge il protagonista e dai dialoghi. Per questo ho pensato di prendere due citazioni dal testo che permettono di capire a pieno il senso della storia, rappresentando gli snodi e in particolare la vulnerabilità e i pensieri dei personaggi. “ Lo fa apposta. E' la sua arma segreta. So che mi sforzo di capire, che il suo atteggiamento mi mette a disagio, mi rende insicuro. Dispone di un'intera gamma di sguardi di cui si serve come di strumenti di precisione. Alle parole potrei rispondere, ma agli occhi rispondere è impossibile. (...) Perchè mi guardi così? Così come?” In questo passo Donald, il protagonista, un avvocato di paese, si riferisce a sua moglie Isabel che rappresenta direi il personaggio più intrigante della storia. Isabel e Donald sono sposati da tantissimo tempo, tanto che lui non riesce più a dare un senso alla sua vita e al suo matrimonio. Isabel non gli ha mai rivolto un rimprovero, non gli ha mai fatto capire i suoi errori, è sempre stata una donna indulgente e silenziosa tanto che non gli basta più. Donald si fa molte domande, sente costantemente gli occhi della moglie su di lui che non riesce ad affrontare. E' vero, Isabel è una donna fin troppo silenziosa, e questo l''ho constatato nella lettura; magari se dialogasse di più col marito potrebbe colmare il vuoto dentro di lui, ma io non credo che questa spiegazione regga fino in fondo. Donald si fa troppe domande, sembra ossessionato al pensiero che qualcuno lo giudichi, ma in realtà questo convincimento potrebbe essere solo nella sua testa. Allo stesso tempo Isabel viene fatta passare come una donna misteriosa che parla solo con i suoi occhi. Secondo me se Donald cercasse veramente di vedere quello che i suoi occhi esprimono riuscirebbe a capire, perché rivelano tante cose e a volte uno sguardo vale più delle parole. Ci sono momenti in cui siamo così occupati a pensare che qualcuno ci giudichi ,o al pensiero degli altri, che non siamo abbastanza lucidi per capire che in realtà forse è solo un problema che ci creiamo da soli e che quindi non esiste. Ci creiamo da soli un ostacolo. Penso che sia questo il vero problema di Donald, o almeno quello principale, anche se in realtà ammetto, ci sono infatti anche altri problemi alla base nel rapporto fra i due che però vorrei approfondire con un'altra citazione dove secondo me si capisce da dove viene questa poca attenzione nei confronti della moglie. “ Lo odio e lo lascio morire. Lo odio e lo uccido. Lo odio perché è più tosto di me, perché ha una moglie più desiderabile della mia, perché fa la vita che avrei voluto fare io, perché va per la sua strada senza curarsi di quello che travolge… Non sono un debole. E neppure un fallito. La mia vita me la sono scelta, così come ho scelto Isabel” Anche questo passo del libro rappresenta i pensieri di Donald. Quello che si tiene dentro. Fin da subito un sentimento che emerge è proprio l'invidia che lui prova nei confronti di Ray, il suo migliore amico fin dal liceo. Ma invidiare una persona a tal punto da odiarla e desiderare di lasciarla morire si può considerare essere amicizia? Ammetto che nella vita tutti proviamo un po' di invidia per le cose che gli altri hanno; a volte vogliamo tutto per noi, perché anche se è brutto dirlo l'uomo tende ad essere egocentrico. L'egocentrismo è reale, è un fenomeno normale che si instaura nella mentalità dell'essere umano, ma che deve essere il più possibile represso. Donald come dice lui stesso si è scelto questa vita. Nelle pagine successive al libro ammette proprio che desidera una vita ordinaria e non sopporta vedere a distanza di anni come il suo migliore amico stia meglio di lui. Ma è veramente così? E' vero che Donald afferma che l'amico è più tosto, ha una moglie più desiderabile, che fa una bella vita, ma non sappiamo i sentimenti di Ray. Potrebbe sentirsi esattamente come Donald. Se una persona appare più sicura non è detto che lo sia veramente. Donald non riesce ad apprezzare quello che ha, nonostante sia vero che fa un lavoro meno importante di Ray , ma se si fosse fermato un attimo a pensare avrebbe capito che la sua vita è altrettanto bella insieme a una moglie meno appariscente e a due figlie che per esempio Ray non ha avuto. Donald è un personaggio che dovrebbe rivalutare le cose che la vita gli offre pensando che forse la vita di qualcun altro, che lui vorrebbe, non è poi così perfetta. E' vero che questo romanzo è un giallo-noir perché c'è un decesso che si rivela all'inizio della storia, ma non ne ho voluto raccontare proprio perché in realtà rappresenta solo lo sfondo di una trama molto più complessa in cui il vero fulcro è rappresentato dalla mente articolata, complicata e fragile dell'essere umano. Se è stato un decesso naturale o un delitto, questo starà al lettore capirlo.

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Avatar Livioq
31/01/2022 13:34
2 o - Liceo Ulivi, Parma
La mano, scritto da Simenon nel '68, racconta la (de)formazione di Donald Dodd, un avvocato di mezz'età insoddisfatto della propria vita e sposato da 17 anni con una donna che non ama. Tutto il romanzo è raccontato in prima persona con una grandissima attenzione ai pensieri e alla lotta che avviene all'interno del protagonista. Non è assolutamente un giallo classico, l'autore vuole criticare le persone troppo attaccate ai propri istinti animali e l'alcol, che li risveglia cancellando i freni inibitori, è antagonista in molti capitoli del romanzo. L'involuzione di Donald è continua e lo porta ad odiare anche ciò che ama e a buttare via la propria vita, lentamente ma inesorabilmente. In conclusione, è un ottimo trattato di spiegazione di ciò che l'autore pensa di varie categorie di esseri umani, mascherato da romanzo giallo.