Giorni senza fine

Einaudi, 2018
Traduzione di Cristiana Mennella
220 pagine
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L'ho incontrato sotto una siepe nel maledetto Missouri. Sotto una siepe perché il cielo aveva aperto le cateratte. Laggiù fra le paludi, dopo la vecchia St Louis. M'aspettavo di trovarci un'anatra sotto le frasche, più che un essere umano. S'aprono le cateratte, corro a ripararmi ed eccolo là. Sennò magari neanche lo vedevo. L'amico di una vita intera. 
A metà dell'Ottocento l'Irlanda fa i conti con una tremenda carestia. Thomas McNulty è cresciuto povero e affamato. Ha visto la madre e il padre morire per le condizioni tremende in cui vivevano. A soli quindici anni, come molti compaesani, è salito su una nave per l'America solo per scoprire, una volta approdato, che c'era ben poco ad aspettarlo se non altra miseria. A salvarlo è un amico: durante una tempesta, mentre cerca riparo, trova sotto un cespuglio John Cole, coltello in mano e vestito di stracci. Un giovane indiano dal volto bellissimo, i cui parenti sono stati cacciati dall'est molto tempo prima dai bianchi. I due capiscono che solo stando uniti possono sopravvivere e iniziano la loro vita insieme. 
Trovano lavoro nel saloon di una cittadina di minatori e fanno soldi travestendosi da ragazze e ballando con i lavoratori. Per un po' va bene, ma presto diventano troppo grandi e sono costretti ad andarsene. L'esercito li chiama, con la sua paga facile e l'assicurazione di un pasto e un letto caldo. Ma ben presto dovranno iniziare a fare i conti con i massacri e le battaglie che scuotono le praterie americane, oltre che con una guerra civile che sconvolgerà la nazione. Un inno all'amicizia, all'amore e alla fedeltà. Al potere di rimanere insieme di fronte alle difficoltà di un mondo che mostra i denti e non ha paura di mordere chi rimane da solo.

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