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La libertà è figlia delle foreste. E' la che è nata ed è la che torna a nascondersi, quando le cose vanno male. 
Siamo nel settembre del 1942 in Polonia, la Russia di Stalin si sta opponendo all'esercito nazista a Stalingrado e l'Europa è schiacciata sotto il tallone di Hitler. Tutti i popoli sottomessi al nazismo però non ci stanno, e in ogni regione d'Europa si costituiscono sacche di ribelli, o meglio partigiani, che si oppongono al regime. Janek, 14 anni, polacco, viene accompagnato dal padre nella foresta. In quel luogo il padre, medico, ha costituito per lui un rifugio, una buca sottoterra nella quale ha stivato una scorta considerevole di patate e vi ha costruito una stufa di fortuna. lo scopo è di garantire al figlio la libertà e la salvezza, visto che la città è in mano al nemico. Il padre lascia il figlio con la promessa che verrà presto a trovarlo, di non preoccuparsi, e con la raccomandazione di restare nascosto e di non fare parola con nessuno del luogo segreto e delle provviste che contiene. Ma il padre non torna, e Janek, a quel punto non ha altra scelta, uscire e contattare i partigiani, che come lui si nascondono in quei luoghi. Ma è una scelta saggia? Fa bene il ragazzo ad unirsi a persone che come lui hanno scelto la clandestinità? 

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