John Fante
Scrittore italo-americano, nato a Denver (Colorado) l'8 aprile 1909 e morto a Woodland Hills (California) l'8 maggio 1983. Visse fino al 1930 a Boulder, dove studiò in un istituto retto da gesuiti: da qui la profonda fede cattolica cui seguirono l'ostilità e l'irrisione. Ebbe un'infanzia infelice: le precarie condizioni economiche della famiglia, le frequenti e violente liti fra i genitori, la condizione di figlio di immigrati italiani - fonte di sospetto se non di aperto ostracismo sociale -, l'alcolismo e il comportamento del padre lo segnarono in modo irreversibile, ma costituirono anche la fonte primaria d'ispirazione per i suoi romanzi, in particolare per la creazione del personaggio di Arturo Bandini, protagonista di molti suoi lavori e suo alter ego narrativo. In realtà, nella formazione della personalità e nello stile di vita, F. si ispirò al modello paterno, amato e insieme odiato, un'ambivalenza che percorse l'intera sua esistenza: la stessa spavalderia cui sottendeva un'inesausta sfida al mondo, la rabbia, a volte risolta positivamente nella scrittura, altre invece sfociata in immotivate risse o pulsioni autodistruttive.
Con l'abbandono di Boulder e l'arrivo a Los Angeles la vita di F. ebbe una svolta: mantenendosi con lavori saltuari, si dedicava alla scrittura e intrecciava una fitta corrispondenza con H.L. Mencken, direttore della rivista American Mercury e suo estimatore, che, nel 1930, gli pubblicò il primo di una serie di racconti; il successo di questi si tradusse anche in guadagno e F. uscì dalla condizione di indigenza in cui fino a quel momento aveva versato. Sempre ai primi anni Trenta risale la sua collaborazione con Hollywood in veste di sceneggiatore, mestiere che disprezzò pur ricavandone discreti guadagni. Nel 1938 fu pubblicato il suo primo romanzo, Wait until spring, Bandini (trad. it. 1989), dalla struttura nitida, scevro da sentimentalismi, iperrealistico, dalle tonalità ironico-fantastiche. Vi compare per la prima volta Bandini, giovane italo-americano la cui vita e le cui aspirazioni ricalcano quelle di F.: un ambiente familiare difficile in una cittadina del Colorado, la sofferta accettazione della propria eredità culturale ed etnica, l'insopprimibile vocazione alla scrittura. Nel 1939 F. diede alle stampe Ask the dust (trad. it. 1983), il cui protagonista è sempre Bandini, caparbiamente teso al successo letterario mentre vive un tormentato rapporto d'amore con una cameriera messicana, Camilla Lopez; e mentre il successo professionale non tarda ad arrivare, la relazione fra i due protagonisti, sempre segnata da incomprensioni, ostilità e rari momenti di tenerezza, arriva al tragico epilogo in cui Bandini diviene spettatore dell'autodistruzione di Camilla, che, sprofondata nella follia, sparisce nel deserto ai margini della città, deserto la cui polvere avvolge paradigmaticamente il mondo interiore del protagonista.
Seguì un periodo di silenzio, dovuto al fatto che, nel corso della guerra, F. fu impegnato come collaboratore dei servizi d'informazione. Il suo romanzo successivo, Full of life (trad. it. In tre ad attenderlo, 1957), venne, infatti, pubblicato nel 1952. Il tema centrale, che qui viene ulteriormente elaborato da F., è quello della condizione ibrida dell'immigrante che porta con sé la sofferta accettazione di una insopprimibile diversità culturale. Protagonista è in realtà sempre F. che abbandona la finzione del personaggio per mostrare al lettore una realtà interiore dalle violente tonalità emotive. Dopo una lunga fase di eclissi, dovuta a gravi problemi di salute (l'autore si ammalò di diabete, diventando cieco e perdendo entrambe le gambe), nel 1982 uscì Dreams from Bunker Hill (trad. it. 1996), in cui riappare Bandini, stanco e deluso. Il romanzo rinnovò la fama di F. poco prima della sua morte: segno rivelatore fu l'ammirazione di C. Bukowski, che lo definì "il narratore più maledetto d'America".
Da Enciclopedia Treccani