Ho tirato su diciassette bambini nella mia vita. Prendermi cura dei bambini bianchi è quello che faccio. [...] So come fare addormentare i bambini, come farli smettere di piangere e come fargliela fare nel water la mattina prima che la loro mamma si alzi. Ai bambini piace il grasso, gli piacciono anche le gambe grassottelle e io lo so. [...] Lavoro per i Leefolt dalle otto alle quattro, sei giorni a settimana. Prendo novantacinque centesimi l'ora: fanno centottantadue dollari al mese. Per loro cucino, pulisco, lavo, stiro e vado a fare la spesa, ma soprattutto mi prendo cura della piccolina. Signore mio, ho paura che diventerà cicciottella! [...] E non sarà mai una reginetta di bellezza. [...] Miss Leefolt prende in braccio la piccolina non più di una volta al giorno. Miss Leefolt è stata molto depressa dopo il parto. L'ho visto succedere molte volte alle bambine che si mettono a fare bambini. Quelle giovani signore bianche di Jackson, o Signore mio, quanti bambini facevano! Ma Miss Skeeter no. Nessuno uomo e nessun bambino.
Sono gli anni Sessanta e per Eugenia Phelan, detta Skeeter, ancora fresca di laurea è dura dover tornare a casa dai suoi genitori a Jackson, nel Mississippi. Decisa a seguire la sua passione per la scrittura, trova lavoro presso il quotidiano del posto, nonostante le pressioni che le vengono da famiglia e amici i quali la spingono a mettere da parte il suo sogno di diventare giornalista e a cercare marito al più presto, per iniziare una vita “più adatta” a una donna. Mentre Skeeter si barcamena tra lavoro, aspirazioni e l'ambiente soffocante ed elitario di Jackson, si rende conto sempre di più della condizione discriminatoria in cui vivono le donne nere a servizio delle ricche famiglie del posto. Inizia così un percorso che unirà Skeeter ad altre donne che vivono una condizione molto diversa dalla sua e che la costringerà a scegliere da che parte stare.
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