Ti è piaciuto?
Non soltanto mi avevano condannata all'esilio, ma nemmeno mi lasciavano libera di lottare contro l'aridità della mia sorte; i miei atti, i miei gesti, le mie parole, tutto era controllato; spiavano nei miei pensieri, e con una parola potevano far abortire i progetti che mi stavano più a cuore, qualsiasi rifugio mi era impedito. (...) Ero cambiata, e intorno a me avrei voluto un mondo diverso, ma quale? Che cosa desideravo, esattamente? 
È nata il 9 gennaio 1908 a Parigi, in una stanza dai mobili laccati in bianco che dà sul boulevard Raspail. La sua famiglia appartiene all'alta borghesia francese: la madre, bella e giovane, frequenta il bel mondo parigino; il padre è un funzionario dello Stato dagli occhi azzurri e allegri. È una bambina molto felice, serena, curiosa, se non per certe crisi di rabbia furibonda scatenate dalla consapevolezza di aver subito un'ingiustizia. È, poi, una ragazza aperta, sincera, incapace di mentire, e animata dal desiderio di essere indipendente. Destinata per nascita a una vita benestante e conformista, ha davanti a sé un impiego come insegnante di filosofia forse, il matrimonio e la famiglia di sicuro. Sceglie diversamente e diventa Simone De Beauvoir, una delle più grandi filosofe del Novecento, una delle voci più alte contro i pregiudizi, le discriminazioni e gli stereotipi, colei che più di altri lotta per vedere le donne libere e capaci di scegliere la propria vita. Questa è la sua autobiografia. 

Commenti

Ancora nessun commento