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La libreria era il vero cuore della casa, la sua intelligenza muta. Sull'ultimo ripiano in alto, nascosto da una fila di romanzi, c'era il Libro Proibito. Si intitolava "Il tuo orto e le tue conserve" ed era pieno di consigli per far crescere varie forme di vita e poi trucidarle per nutrirsene. William era insieme orripilato ed eccitato all'idea. Il libro risaliva a prima del Grande Editto, quando gli esseri umani erano animali sanguinari che mangiavano altri esseri viventi come le prugne e le carote. Tra quelle pagine c'erano foto inimmaginabili: coltelli che facevano a pezzi baby peperoncini, acini d'uva  scuoiati vivi, cipolline opalescenti annegate  nell'aceto... E non solo il nonno gli consentiva di guardare le figure, ma gli sussurrava all'orecchio le ricette delle conserve.
Così, mentre a scuola imparava canzoni sulla fratellanza tipo “Arancia io, arancia tu”, davanti ai suoi occhi scorrevano le immagini truculente di vasetti di marmellate proibite.
In un futuro surreale, William è un ragazzino che vive con il nonno Omero nell'unica casa “non intelligente” in un quartiere ipertecnologico. In questo mondo vigono leggi speciali, in particolare il Grande Editto proibisce ogni forma di “cannibalismo vegetale”: cogliere, tagliare o mangiare frutta e verdura è considerato un atto abominevole, poiché gli ortaggi avrebbero lo stesso valore degli esseri viventi. I governanti (detti “i Dodici”) impongono rituali religiosi per i frutti e sorvegliano la popolazione attraverso il tempio della Grande Pesca. William però nasconde un segreto proibito: conosce a memoria antiche ricette di marmellate ed è affascinato dal profumo della frutta fresca. Un giorno il nonno, che in una stanza sempre chiusa nasconde una vecchia cucina piena di "strumenti di tortura" come spremiagrumi, sbucciapatate, grattugie ecc., decide di sfidare le leggi portando il nipote in campagna, e facendogli assaggiare una pera “viva” per la prima volta. Questo gesto apre gli occhi di William sulla possibilità di un nuovo mondo, diverso, meno controllato e più vero, e gli innesta la voglia di conoscere il sapore della libertà.

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