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Will ruttò, gettando l'ultimo osso nel fuoco, e si stese sull'erba.
“Dicono che nella brughiera di Barnsdale vive l'Hobgoblin. Non avete paura?”
Gli altri si guardarono incerti, come avesse evocato il demonio.
Much lanciò un altro legno tra le fiamme.
John fece schioccare la lingua.
“Siamo devoti a sant'Uberto, che protegge la nostra caccia perché noi gli lasciamo una parte delle nostre prede.” Indicò il ramo con le zampe di lepre e le teste di pesce infilzate. “L'Hobgoblin non ci tocca".
Chi è che non conosce Robin Hood? La sua leggenda è stata raccontata e riscritta da centinaia di cantastorie, romanzieri e registi, ma chi davvero conosce la verità su Robin Hood? Se esiste una vera storia, allora dev'essere una storia fatta di sangue e fango, una storia che si intreccia con quella di un re partito in una crociata per la Terra Santa e di suo fratello che lo tradisce usurpando il trono, di nobili ribelli e poveri contadini sfruttati. Se esiste una vera storia, dev'essere la storia di due mondi: da una parte la città, il palazzo, l'autorità costituita; dall'altra la foresta e la natura che la abita, le credenze popolari che serpeggiano, i troll, le fate e i folletti. Ci deve essere un cavaliere scaltro, capace di ingannare i potenti malvagi, la cui storia si deve incrociare con quella dei banditi incappucciati che, poco più che bambini, vivono nella foresta di Sherwood. Dall'incontro di tutto questo può nascere solo una storia terribile e leggendaria. 
La vera storia della banda Hood.

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