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Mi chiamo Mina e adoro la notte. Tutto sembra possibile di notte, quando il resto del mondo dorme. La casa è buia e silenziosa, ma se tendo l'orecchio, sento il tum tum tum del mio cuore. Sento gli scricchiolii della casa. E il respiro leggero della mamma che dorme nella stanza accanto. Scivolo giù dal letto e mi siedo al tavolo vicino alla finestra. Apro la tenda. In mezzo al cielo c'è la luna piena. Inonda il mondo della sua luce argentata. Splende su Falconer Road, sulle case e sulle strade, sui tetti e sulle guglie della città, sulle colline e sulle brughiere lontane. Splende nella mia stanza e su di me. 
Dicono che bisogna distogliere lo sguardo dalla luna piena. Dicono che faccia impazzire. 
Io invece la guardo e rido.
Fammi impazzire, sussurro. Dai, fai impazzire Mina. 
Rido di nuovo. 
C'è chi crede che Mina sia già pazza, lo so. 
In una cittadina come tante, in una via come tante, in una casa come tante, c'è una bambina come… No, un attimo. Mina di comune non ha molto, ed è per questo che non piace ai suoi coetanei: la giudicano strana, pazza addirittura.
Mina non ha amici, gli altri bambini sanno solo prenderla in giro. Però ha un rapporto speciale con la mamma, con la quale passa tantissimo tempo a fare animali con la creta, e ha una grande nostalgia del babbo, che non c'è più e che un giorno decide di andarsi a riprendere nell'”Oltretomba”.
È una bambina così particolare che la mamma decide di non mandarla più a scuola e di farla studiare a casa. Passa la maggior parte del tempo sull'albero del suo giardino a guardare le cose e soprattutto a immaginarle. E forse è per questo che è così strana: vede il mondo in modo diverso perché lo guarda da un punto di vista insolito rispetto agli altri. Da quel “nido” pensa e osserva tutto e si accorge anche di come le cose si avvicendino: una persona è morta e un'altra entra nella sua vita. Sarà diversa dagli altri?
Lei non lo sa, ma una cosa è certa: bisogna essere coraggiosi e buttarsi. 

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