Inutile Tentare Imprigionare Sogni
Marcos y Marcos, 2013
215 pagine
All'ITIS l'unica cosa con cui potevi pensare di limonare era la vaschetta di olio lubrificante del tornio.
All'Istituto Tecnico Alberghetti di Imola arriva Baldo Creonti, vestito con jeans, camicia rossa di flanella e giacca nera... non è Dylan Dog anche se vorrebbe tantissimo avere il suo carisma e "sintomatico mistero". Pochi amici, in fondo tutti si fanno gli affari loro, le sue giornate passano lente lente, a casa la madre, sempre stanca, cerca di farlo studiare e il nonno sembra sempre sull'orlo della follia. Ma un giorno accade qualcosa, il compagno Confittoni ha un intorto con una tipa di ragioneria e chiede aiuto a quei pochi amici che ha. In soccorso arriva Oscar, il ripetente bello e dannato, che gli cede il montoncino per nascondere una felpa zozza e lurida dei Metallica. Il ragazzo parte, con la speranza e il desiderio, verso la bella ragazza ma qualcosa distrugge il piano.
Torna a scuola, nel pomeriggio, con un occhio nero e il montoncino insanguinato. È stato picchiato.
I ragazzi si fanno intorno e sembrano molto preoccupati e decisi a vendicarsi, ma Baldo inizia a farsi delle domande che lo portano a sfidare tutto il consigli studentesco, Preside compreso, i compagni, "finti" pacifisti e chi decide del suo futuro scolastico. Nell'inconsapevolezza dei suoi gesti c'è tutta la voglia di essere pienamente autentico, senza orpelli o simboli alla moda, senza costrizioni o condizionamenti. Baldo vuole essere un uomo libero, senza scorciatoie e compromessi!
Inutile Tentare Imprigionare Sogni nasce dalla condanna a cinque anni di ITIS che Cristiano Cavina ha dovuto scontare, e rivela più che mai la sua voce ironica, forte e chiara e il suo sguardo solare e autentico.
Commenti
25/04/2023 14:57
1N - Liceo Fermi, Bologna
Un bel libro con un lessico semplice, da leggere tutto di un fiato. Non finisce, racconta una fase della vita di un ragazzo delle superiori, che mi sembra un argomento molto azzeccato data l'età dei lettori di questo progetto.
18/01/2023 17:23
1A - IIS "Vittorio Bachelet", Oggiono
Personalmente questo libro mi è piaciuto molto perché il protagonista sta vivendo il mio stesso periodo cioè quello delle scuole superiori.
Un altro aspetto che mi ha colpito del libro sono i punti di vista differenti che la mamma e lo studente hanno sulla scuola, e secondo me l'autore è stato molto bravo a soffermarsi su questo punto anche perché è importante al giorno d'oggi.
Io consiglio il libro sopratutto a studenti.
03/06/2022 07:47
2ATC - I.I.S.T.A.S Lazzaro Spallanzani, Castelfranco
Il libro parla di un ragazzo che, sotto consiglio della madre continua gli studi anche dopo le scuole medie. Al ragazzo in questione però non piace molto andare a scuola e non va molto bene infatti, ogni volta che torna a casa da scuola si inventa i voti da dire a sua madre per farla felice. Il libro parla di cosa fa il ragazzo durante il primo anno di scuola.
Un episodio divertente del libro potrebbe essere quando, ad un passo dalla sospensione si presenta in presidenza un suo professore. Questo suo professore comincia a difenderlo fino a quando anche lui viene sospeso una settimana. Il libro utilizza un linguaggio molto divertente e abbastanza giovanile, infatti come libro è molto simpatico. Verso la fine del libro però si comincia anche a dare importanza alla famiglia del protagonista. Non trovo libri già letti simili siccome questo libro non segue una vera e propria storia (a parte per introduzione e finale) ma le peripezie compiute dallo studente.
27/05/2022 19:25
1i - Liceo Galvani, Bologna
A mio parere la storia è ottima per un ragazzo/a delle superiori perché spiega esattamente e con tanta ironia il momento che sta vivendo senza però perdere neanche un po 'della satira che usa per far riflette sulla società e sulla scuola attuali. Penso che dal punto di vista della trama il protagonista possa essere valorizzato un po' di più perché fa soltanto qualcosa verso la fine del racconto passando le restanti pagine a prenderle. Nonostante ciò apprezzo molto la caratterizzazione del personaggio già a partire col rapporto con la madre e i professori.
29/03/2022 20:32
1E - Liceo Nomentano, Roma
La scuola, dalla prospettiva di noi adolescenti, è un passaggio obbligato. Sofferto. Creonte, nonché protagonista del libro, si definisce un genio incompreso dai professori di un istituto tecnico. I suoi insuccessi sono dovuti dal fatto che è innamorato di una ragazza.
Nonostante le prime pagine del libro siano lente e non scorrevoli, il finale mi ha lasciata sorpresa e nello stesso tempo emozionata e sembrerebbe proprio quello che l'autore vuole trasmettere ovvero sensibilizzare il lettore al rapporto complicato e difficile che c'è tra i genitori e i figli.
Si ritorna al gruppo sociale per eccellenza; la famiglia.
Questo romanzo, molto semplice e dotato di un linguaggio “di noi giovani”, mi ha fatto riflettere su diversi punti di vista come per esempio la visione dei genitori rispetto a quella degli adolescenti e proprio per questo penso che ne valga la pena leggerlo.
01/05/2022 19:10
2 ASA - Liceo Andrea Maffei, Riva del Garda
Trovo questo libro una lettura molto interessante per un ragazzo o una ragazza delle superiori.
Questo racconto parla dei problemi che un qualsiasi adolescente potrebbe dover affrontare.
Questo libro ti fa infatti rivivere le stesse emozioni che probabilmente hai già provato nella tua vita da studente.
Cavina riesce molto bene a farti immedesimare nel protagonista, che ha l'impressione di andare in una giungla invece che in una scuola.
L'autore riesce in modo ottimale ad esagerare tutto quello che accade all'interno dell'Istituto Tecnico Alberghetti utilizzando diverse similitudini e metafore. Utilizza anche diversi stereotipi che aggiungono ironia a tutto il racconto.
La vera bellezza del libro si trova infatti nell'ironia dell'autore, che raccontando fedelmente la vita di uno studente, riesce ad esserci in quasi ogni momento della narrazione.
Ma questo non è solo un libro ironico, perché fa anche riflettere sulla nostra società, sulle nostre scelte e su quanto siamo influenzati dagli altri.
La mamma di Baldo ha un ruolo fondamentale in questo, infatti lei non ha mai preso un diploma e non vuole che Baldo finisca come lei, ma lui vuole andare a lavorare e non passare il tempo sui libri.
Questo libro è veramente di semplice lettura ed è lungo poco più di 200 pagine, il che lo rende un racconto molto veloce da leggere e per questo lo consiglio a tutti.
03/04/2022 16:35
1G - Liceo Laura Bassi, Bologna
“Inutile tentare di imprigionare sogni” è una lettura leggera e divertente, ma capace, alla fine, di lasciarti degli spunti di riflessione non banali. Il protagonista Baldo è un adolescente che all'inizio dell'anno scolastico si trova catapultato in una nuova realtà, l'Istituto Tecnico Alberghetti di Imola. Cavina raccontando le vicende esilaranti del protagonista e dei suoi compagni di classe riesce a evidenziare alcuni aspetti tipici del periodo adolescenziale: la ricerca di una propria identità, un difficile rapporto con la madre e con i coetanei e la mancata motivazione nello studio.
Ho trovato molto interessante e spiritoso il personaggio di Baldo: la scuola, i professori, i compagni ci vengono tutti descritti sempre dai suoi occhi e dalla sua prospettiva. Ci troviamo infatti sempre coinvolti nei pensieri del protagonista, che però, secondo me, riusciamo a conoscere e capire meglio solo nelle ultime pagine. Arrivata all'ultima pagina mi sarebbe piaciuto sapere come continua la storia di Baldo, cosa accadrà alla sua carriera scolastica e come evolverà il rapporto conflittuale con la madre. Consiglio questo romanzo a chi ha voglia di ridere, ma allo stesso tempo anche di pensare e immergersi nella vita di un proprio coetaneo.
Una canzone che mi è venuta in mente leggendo le avventure di Baldo e dei suoi compagni è una canzone abbastanza vecchia, “gente che spera” degli articolo 31. Parla infatti della gioventù e del modo di affrontare le problematiche di tutti i giorni. Se invece dovessi pensare a un luogo direi i corridoi del mio liceo. L'intero romanzo infatti si svolge all'interno delle mura scolastiche e nel cortile dell'ITIS. Per me, la scuola, come luogo fisico, è un'occasione (purtroppo in questo periodo non scontata) per fare nuove conoscenze, vivere nuove esperienze e per crescere come persone.
Secondo te c'è una colonna sonora perfetta?
01/05/2022 18:05
2 ASA - Liceo Andrea Maffei, Riva del Garda
ITIS, un libro sicuramente alla portata di tutti per il linguaggio molto semplice e di lettura veloce.
Non bisogna però farsi ingannare, perché non tutti potrebbero capire la situazione di Baldo, di altri ragazzi, l'atmosfera che si respira in quelle scuole o in quella casa, le emozioni che passano per la testa di questi studenti. Uno studente come me e i miei coetanei, a differenza di persone adulte, conoscono queste emozioni, nessuno capisce Baldo meglio di noi. Lui pensa che non gli serva andare a scuola ed è già pronto per lavorare. Invece la sua mamma vuole che continui la sua carriera scolastica.
Baldo rappresenta un po' tutti noi studenti, imprigionati parecchie volte in decisioni prese dai nostri genitori, loro dicono sempre di volere il meglio per noi, ma spesso distruggono i sogni di noi ragazzi.
Loro hanno già fatto il loro percorso, ora tocca a noi fare le nostre scelte, crearci un futuro. Ci hanno dato dei consigli per indirizzarci bene, ora sta a noi decidere se seguirli o prendere un'altra strada. Questa potrà rivelarsi una scorciatoia per il successo oppure potrà essere ostacolata da imprevisti e tutta in salita, l'unica cosa da fare è credere nelle proprie capacità e raggiungere gli obiettivi che ognuno di noi si è prefissato, a qualunque costo, chi si tira indietro ha già fallito.
Non possiamo prevedere il futuro, solo quando sarà ora vedremo se abbiamo fatto bene ad ascoltare i genitori o percorrere una strada diversa, pensata con la nostra testa.
Questo libro è molto interessante perché puoi vedere scene che sono già successe a noi adolescenti, magari litigi con la tua mamma; puoi immaginare te al posto di Baldo, e guardando il litigio in terza persona magari capire i tuoi sbagli.
Mi è piaciuto molto questo libro perché, essendo un coetaneo il protagonista, mi sono potuto immedesimare molto bene nel personaggio.
Inoltre il romanzo è anche divertente e simpatico. Lo approvo pienamente, leggero, comico, ma letto con un po' più di attenzione può anche farti riflettere.
16/04/2022 11:13
1C - Liceo artistico Nervi-Severini, Ravenna
Confittoni è preoccupato , si deve vedere con una ragazza di ragioneria e non può certo presentarsi con una felpa piena di simboli e scheletri. La ragazza insegna catechismo, Oscar rosini , sultano dei pluriripetenti , si impietosisce e si sfila il montoncino e lo da a Confittoni. Con il Montoncino e un sorriso immenso, confittoni va verso il suo appuntamento. Crediti e pigna lo guardano invidiosi dal cancello , predestinato al rientro ,Montoncino fa ritardo e rientra in classe con un occhio nero e sporco di sangue. Cerotti voleva vendicarsi e andare contro i suoi coetanei ,professori e al preside . Questo libro è un romanzo, racconta la vita scolastica, le amicizie ,gli amori e i disguidi tra compagni e professori, mi è piaciuto abbastanza per il linguaggio semplice e quindi si legge il libro molto volentieri, la storia è realtà quindi potrebbe riguardare chiunque e nello scrivere questo libro Cavina utilizza l'ironia .
05/04/2022 20:57
2L - Liceo Scientifico “A.Pacinotti” di Cagliari
Ho trovato interessante la lettura del libro “Inutile Tentare Imprigionare Sogni” in quanto affronta temi importanti, in particolar modo riguardanti la scuola, e anche piacevole, infatti sono presenti vari personaggi e situazioni divertenti. In questa storia il lettore si immedesima nei panni di un giovane ragazzo, chiamato Creonti, che frequenta l'istituto tecnico Alberghetti più perché obbligato dalla madre che per propria volontà. La scelta dello scrittore Cristiano Cavina di avere come narratore proprio Creonti ci aiuta ad entrare nella testa e nei pensieri del protagonista, facendoci vivere le sue emozioni e le sue avventure come se fossimo dentro il romanzo.
Mi hanno colpito molto l'ironia e il sarcasmo, e anche l'utilizzo di alcuni stereotipi (come quello della mancanza dii ragazze all'interno della scuola), per descrivere un sistema scolastico retrogrado che non permette ai ragazzi volenterosi che frequentano scuole di questo genere di poter aspirare ad un futuro migliore.
Cavina, attraverso questo libro, vuole trasmettere anche la propria infanzia; infatti, come Creonti, l'autore ha frequentato un liceo tecnico industriale contro la propria volontà.
Consiglio questa lettura soprattutto a chi frequenta la scuola superiore e a chiunque abbia voglia di una lettura non impegnativa che faccia ridere e riflettere allo stesso tempo.
31/03/2022 14:55
seconda o - Liceo Scientifico “A.Pacinotti” di Cagliari
Il romanzo racconta in prima persona la vita scolastica di un adolescente, Baldo, i suoi stati d'animo, i momenti di sconforto, le amicizie, gli amori, le incomprensioni tra compagni e professori, le mille emozioni contrastanti che un semplice ragazzo come lui prova durante la propria adolescenza. Ad esempio il non sentirsi capiti: la madre, infatti, in un certo senso costringe il protagonista ad andare a scuola, nonostante lui non voglia, perché vede in lui la possibilità di rimediare agli errori che ha commesso in passato. In questo lo scrittore è stato perfettamente capace di raccontare come un adolescente possa non sentirsi compreso dalla propria famiglia e come questo possa, poi, influenzare le proprie scelte e il modo in cui affrontare determinate situazioni. Il linguaggio non è per niente complesso, anzi, molto giovanile e a tratti volgare, il che permette di poter comprendere la storia senza nessuna difficoltà, anzi, spesso riesce a strappare una risata. Questa storia è in grado di farci immedesimare nei pensieri del protagonista ma anche di farci riflettere su situazioni che viviamo ogni giorno, a partire dal contrastante rapporto con i genitori fino ad arrivare alla comprensione di ciò che vogliamo e che non vogliamo diventare.
31/03/2022 15:44
2 ASA - Liceo Andrea Maffei, Riva del Garda
Questo libro mi è piaciuto molto per vari motivi:
- ha un linguaggio davvero semplice, che rende il libro molto leggero e quindi lo si legge più volentieri;
- contiene dell'ironia che lo rende divertente e ulteriormente leggero alla lettura;
- la storia è di vita quotidiana, quindi una storia che potrebbe riguardare chiunque, e questo aiuta l'immedesimazione del lettore nel personaggio (fattore aiutato ancora di più dalla narrazione in prima persona).
Secondo me l'autore, con questo libro, voleva toccare un tema molto importante: il fatto che molti ragazzi oggi vanno a scuola controvoglia e perché obbligati dai genitori, proprio come il protagonista Baldo.
Lo scrittore affronta questo argomento con leggerezza, scherzandoci sopra, e per rendere la sua idea della scuola fa delle esagerazioni: per esempio paragona la scuola ad un manicomio, quando dice che i due edifici si trovano uno accanto all'altro; rende i professori persone spregevoli e i bidelli figure che non svolgono il loro lavoro.
Io a scuola ci vado più che volentieri, sia perché così mi trovo con alcuni dei miei amici sia perché so che è importante per il proprio futuro, anche se, ad essere sincero, è un po' noioso ripetere sempre le stesse azioni ogni settimana per molti mesi di fila.
Consiglierei la lettura di questo libro a chiunque, visto che si tratta di un testo veloce e simpatico e con un linguaggio semplice.
30/03/2022 14:12
2 ASA - Liceo Andrea Maffei, Riva del Garda
Questo libro mi è piaciuto molto sotto ogni punto di vista. La narrazione mi ha coinvolto molto, perché mi vedevo in questo ragazzino svogliato e senza motivazione per continuare la scuola.
Oltre ad avermi coinvolto, la storia mi ha divertito molto, perché i personaggi sono descritti in maniera molto approfondita e Cavina riesce a dare una sfumatura colorata pure a una storia come questa.
Mi è piaciuta molto la sua ironia, perché mi ha fatto apprezzare il contenuto del libro.
Ho approfondito la vita dell'autore e ho scoperto che anche lui non voleva continuare gli studi, quindi ho subito capito che volesse descrivere la sua vita da giovane, e ci è riuscito perfettamente, dando anche un tocco allegro alla storia.
La narrazione dei luoghi però è molto inquietante, perché la scuola vicino a un manicomio è una cosa molto strana, non ci ho dato tanto peso, ma mi sono concentrato maggiormente sulle altre narrazioni.
Il libro lo consiglio soprattutto a ragazzi della mia età, ma anche a chi ha già finito la scuola, perché ci si può ritrovare in alcune situazioni.
30/03/2022 15:23
2 ASA - Liceo Andrea Maffei, Riva del Garda
Il libro parla dei dubbi e delle difficoltà che un ragazzo può incontrare nella scuola. Si trovano temi come l'adolescenza, l'amore, la famiglia, l'amicizia e il rapporto fra professori e studenti.
Baldo, il protagonista, racconta la sua esperienza scolastica alle medie e alle superiori, le sue difficoltà e i suoi stati d'animo: “ Io a scuola proprio non volevo continuare ad andarci”. ”Conclusi la mia carriera alle medie, presentandomi all'orale in perfetto ritardo”. “Passai la prima superiore a piangere dal nervoso nei gabinetti”. "Non riuscivo a capire di preciso cosa volessero da me i professori e l'odore dei libri mi dava la nausea“.
La sua famiglia composta dalla mamma e dal nonno problematico, il padre vacante. La madre vuole che il figlio studi, “abbiamo già chi pulisce i pavimenti in casa” dice. “Ne ho già visto uno buttare nel cesso tutto quanto”. La figura del nonno non è una buona risorsa per il ragazzo, poiché a causa del gioco d'azzardo ora è ridotto come uno zombie.
Il giovane si innamora, ma prova la delusione di non essere corrisposto: ”Avevo passato 4 mesi di fidanzamento fasullo a chiedermi come potevo limonare quella Veroli Wanda”. “ Una settimana dopo mi lasciò”. “Buon anno, le dissi. Grazie, da oggi non stiamo più insieme”.
Mi è piaciuto il modo in cui l'autore ha descritto i compagni di scuola e i professori, con delle caratteristiche pittoresche, ad esempio Bigini “Era già stato bocciato 2 volte e praticamente era un ergastolano, lì al vecchio Mattei”. “Aveva una curiosa abitudine di parlare usando solo i verbi all'infinito”.
Il vicepreside, prof. di ginnastica, che lo odia: ”Il problema era nell'ufficio, c'era anche la tuta verde smeraldo con il suo bel vicepreside Corvagli dentro".
Il libro mi è piaciuto molto, il linguaggio è semplice e spontaneo. Ci sono molti dialoghi, alcuni sono anche umoristici.
La lettura è veloce, comprensibile e la storia è raccontata in prima persona, quindi si riesce ad immedesimarsi nel personaggio.
24/03/2022 19:33
2Z - Liceo Copernico, Bologna
Imola, anni '90. Baldo Creonti, un ragazzo che odia la scuola e che, se non avesse deciso al posto suo la madre di continuare le superiori, avrebbe lasciato la scuola già dopo la terza media, inizia nel triennio a frequentare l'ITIS Alberghetti, una scuola con esclusivamente maschi ripetenti e professori odiati dagli studenti. Il ragazzo vuole solo superare l'anno senza debiti, ma un giorno un suo compagno, che doveva uscire con una ragazza, torna in classe con un occhio nero e sporco di sangue. Creonti decide subito di vendicare il suo amico, andando contro a suoi coetanei, professori e al preside, riscattandosi anche di qualche torto passato
Cavina utilizza, nello scrivere questo libro, principalmente l'ironia: l'utilizzo di questa tecnica permette al lettore di immedesimarsi completamente nel libro e, addirittura, gli sembra di essere un caro amico del protagonista. Infatti l'autore usa in particolare l'ironia del protagonista che commenta tutti coloro che gli sono intorno e tutto ciò che succede nella scuola; ad esempio raccontando di quando si dimenticò di presentarsi all'esame di terza media oppure parlando del vicepreside prof di ginnastica, che lo odia.
La cosa che più ho apprezzato è stata la caratterizzazione del protagonista, infatti a partire dal rapporto con la madre, da come viene descritta la scuola e i professori, fino ai compagni, si riesce a capire il pensiero del ragazzo che, se inizialmente si approccia alla scuola e in generale alla vita con inerzia, con lo svolgimento della sua storia capisce che non bisogna vivere con rassegnazione ma è necessario reagire alle difficoltà.
Un altro aspetto che ho gradito del libro e che ho scoperto una volta finito è la sua connotazione autobiografica; infatti così come Creonti, anche Cavina ha vissuto a Faenza con sua madre e i nonni materni, ha frequentato un istituto tecnico industriale e odiava la scuola; questo conferisce all'intero testo una "credibilità" maggiore, infatti non si tratta solo di una storia ma di un'esperienza vissuta in prima persona dall'autore
Per concludere, nonostante il libro tratti di adolescenti e sia ambientato quasi completamente in una scuola, lo consiglio a chiunque, poiché semplice da leggere, divertente ma che fa anche riflettere, appunto perché ci si impersonifica facilmente in un adolescente coetaneo di Creonti.