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Poi c'era che Sonny Boy era passato. Ed era andata più o meno come mi ero immaginato, con quel modo che ha Sonny Boy di incasinare le cose semplici. Non gli era piaciuto il fatto del vecchio, aveva preso a insultarmi nemmeno fossi un messicano in sedia a rotelle. Non che io abbia qualcosa con i messicani in sedia a rotelle, ma è per capirsi. Comunque gli avevo risposto per le rime. “Eh no, non si risponde così a Sonny Boy” mi aveva detto. O una roba del genere. E da quel giorno aveva smesso di parlarmi. Se ci incrociavamo al centro commerciale, guardava di là, tipo che ero più contagioso di uno con la peste.
Rusty Secatero ha una banda di amici con i quali passa la maggior parte del tempo a compiere piccoli furti, qualche atto vandalico ma soprattutto ad annoiarsi. Un giorno, però, nel parcheggio del centro commerciale, Rusty conosce John Carter, un vecchio che lui e i suoi amici hanno tentato di derubare, ma che inspiegabilmente decide di offrirgli un lavoro pomeridiano. La vita da quel momento sembra prendere una strada diversa per il ragazzo, non tanto per il denaro guadagnato quanto per la saggia vicinanza di John, sempre disposto ad ascoltare e a dare consigli. Per Rusty il rapporto con John è davvero una boccata d'ossigeno, rispetto alla situazione familiare e amicale in cui si ritrova. Gli amici da quando aiuta John gli hanno voltato le spalle, e non lo salutano nemmeno più, lo considerano uno sfigato; la famiglia è da molto tempo latitante, la madre passa le giornate tra alcol e droghe, il padre scompare regolarmente per rifarsi vivo solo quando ne ha voglia. Ma a Santa Fe' le cose belle non possono durare, e infatti la madre si ficca in un guaio ancora peggiore di tutti quelli in cui si era trovata fino a quel giorno, e forse solo Rusty può riuscire a salvarla.

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