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Questo potrebbe e dovrebbe dirle, insieme a un sacco di altri particolari, quelli sì insignificanti. Però non gli va. Non sa perché, ma non gli va. E quando una cosa non gli va, ha imparato che non gli serve sapere il perché: gli conviene non farlo e basta. Perché le sue sensazioni ci vedono più lontano del suo cervello.
Da quando i genitori sono morti in un terribile incidente stradale, Olivo Depero passa dalle comunità agli affidi in famiglie protette, con una frequenza allarmante. Lo stesso incidente che lo ha reso orfano gli ha però lasciato delle capacità che, se non proprio paranormali, sono comunque piuttosto strane. Olivo ama i libri e legge cinquecento pagine in tre minuti e venti secondi spaccati; pronuncia soltanto seicento parole al giorno (non una di più né una di meno e gli “uh, uh” di assenso non contano); impara e ricorda tutto; parla lingue che ha sentito un sola volta; ha una stupefacente capacità di cogliere nessi, memorizzare e immagazzinare dati, e non tollera chi sbaglia i congiuntivi.
Più di una volta Olivo è sparito nei boschi per mesi per poi ricomparire con bambini e ragazzi scomparsi o rapiti, e per questo la commissaria Sonia Sperlari gli chiede di aiutarla a cercare quattro ragazzi di Torino svaniti nel nulla. 
Olivo all'inizio è titubante, ma il patto è presto chiuso, in cambio del suo aiuto nell'indagine avrà tutto ciò che ha chiesto. In ordine di richiesta: menù di riso in bianco con burro, stanza non condivisa ma con i propri libri, 35 euro a settimana, nessun obbligo di usare cellulare, tv o computer, un posto di archivista in biblioteca e cinque Chupa Chups al giorno. In realtà Olivo ha acconsentito solo per salvarsi la pelle da giovani criminali che lo hanno preso di mira in comunità. Per un po' non ci dovrà pensare: frequenterà da infiltrato il liceo dei ragazzi scomparsi e provvisoriamente alloggerà in casa di Sonia. 

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