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Al reverendo, se ce l'avessi fatta a parlare, avrei potuto dire che ero un essere umano proprio come lui, mi mancavano solo certe cose che lui a quanto pare riteneva indispensabili - un passato, un ricordo del mio passato, un'origine - ma io non avevo niente di tutto ciò.
È domenica mattina in un paesino di provincia, gli abitanti si riuniscono in Chiesa per la consueta messa, ma c'è qualcosa di diverso dal solito: su una panca è accucciata, ancora dormiente, una persona. Sembra impossibile capire di chi si tratti. Non se ne conosce la provenienza, non si sa come sia giunta lì, non è chiaro se sia uomo o donna, non si sa se abbia una famiglia, quale sia il suo nome o se possieda dei documenti. 
Hilda e Steven, membri della comunità, decidono di ospitare Panca - così viene soprannominata per il luogo in cui è stata ritrovata - finché ne avrà bisogno, ma nel frattempo tutto il paese si preoccupa di indagare rispetto all'identità della nuova persona arrivata, soprattutto perché manca una sola settimana al Festival del Perdono, cerimonia che coinvolge tutta la comunità, sulla quale aleggia un alone di mistero. 
Scoprire chi sia Panca sembra divenire un'esigenza di tutti: c'è chi la sprona a disegnare, chi la coinvolge nelle attività del paese, chi prova ad occuparsi del suo stato di salute, chi racconta la propria storia sperando che prima o poi lei racconti o ricordi la propria. 
Panca è disorientata, frastornata e ricolma di dubbi: perché per gli altri è così importante risolvere l'enigma della propria identità prima del Festival del Perdono? Davvero per conoscere qualcuno è indispensabile avere tutte le informazioni che i membri della comunità cercano? 

Commenti

Avatar EleonoraBoi
21/03/2022 18:51
2E - Convitto Nazionale "Vittorio Emanuele II", Cagliari
"A me puoi dirlo" è stata una delle poche letture che mi hanno colpito alla prima occhiata. La trama è molto interessante che si incentra soprattutto verso la ricerca della nostra identità, e come attraverso il nostro corpo siamo in grado di mostrare i lati più intimi di noi stessi. Per quanto riguarda il/la protagonista, ho trovato molto interessante, e geniale, l'idea dell'autrice di rendere Panca un' entità senza alcuna caratterizzazione fisica (se è maschio/ femmina, corporatura, età.. ecc ecc) ma anzi, ha lasciato che fosse il lettore, attraverso anche alcuni indizi che vengono messi qua e là per il romanzo (come ad esempio il colore della pelle), ad immaginarsi come fosse realmente Panca secondo loro. Invece di Panca, rispetto all'aspetto fisico, è molto importante e anche caratteristico il comportamento: infatti il personaggio si mostra come una persona molto silenziosa, però aperta allo stesso tempo al dialogo con gli altri. In effetti uno dei temi di questo romanzo é di non giudicare mai una persona da come si mostra o dall'aspetto fisico, perché è effettivamente una nostra scelta il come noi dobbiamo mostrarci agli altri, e soprattutto come noi ci mostriamo a volte non è come noi ci sentiamo davvero dentro. Un'altra cosa di questo romanzo che mi ha colpito molto è come sia stata rappresentata la comunità che ospita Panca per tutto il racconto, un vero e proprio miscuglio di stereotipi che devono seguire le strette regole della società in cui vivono. Ammetto che io nella prima parte del romanzo mi sono spesso spaventata e allo stesso tempo interessata molto nel scoprire man mano come funzionasse questa comunità, e il come i vari abitanti si mostravano nei confronti di Panca. Questo romanzo lo consiglio caldamente di leggere perché, rispetto a molti altri racconti, ti permette di immedesimarti facilmente nel protagonista e allo stesso tempo di imparare alcune lezioni di vita molto importanti come l'importanza del silenzio e dell'ascoltare.

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Avatar Beatrice
09/03/2022 21:31
2E - Convitto Nazionale "Vittorio Emanuele II", Cagliari
La storia è molto particolare e non mi è mai capitato di leggerne una simile. Nel racconto ha un ruolo fondamentale la ricerca di un'identità e di etichette specifiche per definire una persona. Del/la protagonista non si sa niente, questo lascia spazio all'immaginazione del lettore e soprattutto dimostra che una persona può essere tale anche senza avere etichette ben definite. Penso che la storia faccia realizzare quanto sia importante apparire e dimostrarsi positivamente al mondo rispetto ad esserlo davvero. La comprensione è un tema principale nel racconto e stupisce quanto Panca, il/la protagonista, nonostante il suo costante silenzio e il suo non avere un'identità ,riesca a far aprire emotivamente gli altri, semplicemente perché sa ascoltare davvero. Panca non ha pregiudizi sugli altri, perché non giudica le persone dal loro corpo o da altre superficialità, ma le ascolta e riesce a capire anche le loro fragilità. Ciò che più mi ha colpito di Panca è che nonostante chiunque attorno a lui/lei cerchi di imporgli un'identità specifica, non cede e riesce a dimostrare di essere una persona anche senza. Inizialmente pensavo che il fatto di non conoscere nulla del protagonista potesse annoiarmi, invece nonostante ciò penso che il lettore sia in grado di comprendere e di immedesimarsi nel protagonista. E' un libro che consiglierei perché fa capire quanto si giudicano le persone anche quando si sa niente di esse e che bisognerebbe saper ascoltarle meglio e giudicarle di meno.

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Avatar lerryy
13/03/2022 21:48
1i - Liceo Galvani, Bologna
“Veniva da chiedersi, allora, se tutti i problemi umani derivassero dai nostri corpi. [...] Perché pensavamo che il contenuto del corpo significasse qualcosa?”. Questa è la tematica principale del libro: cercare di dare un'etichetta, un'identità a tutti gli individui; quanto sia importante conoscere l'origine, la provenienza e la storia di una persona per accettarla. Il libro A me puoi dirlo narra infatti di una persona ignota, di cui non si conosce l'età, il sesso e la provenienza, la quale viene ritrovata su una panca di una chiesa in un paesino di provincia. La comunità cerca continuamente di interagire con Panca, viene così da loro soprannominata la/lo sconosciuta/o, ma lei/lui rimane sempre chiusa in sé stessa senza parlare. Panca per una settimana si trova quindi circondata da pregiudizi e da persone che lo/la accolgono solo per essere importanti all'interno della comunità. Questo aspetto fa quindi riflettere su quanto sia difficile aprirsi quando per gli altri siamo già un corpo etichettato e stereotipato. Un altro aspetto importante del libro è il Festival del perdono che si svolge nella comunità la domenica dopo il ritrovamento di Panca. Durante questo festival, ognuno deve dichiarare i propri peccati e perdonare quelli altrui o come viene affermato nel libro: “A volte sotto sotto perdonare significa semplicemente dimenticare”. Un aspetto molto coerente con la storia è che durante tutto il corso delle vicende prevalgono i pensieri della/del protagonista, grazie ai quali si capisce il suo modo di pensare e di vedere le cose. La storia è narrata con un linguaggio semplice e scorrevole, pieno di descrizioni e riflessioni. In conclusione, il libro A me puoi dirlo è ricco di insegnamenti riguardo gli stereotipi e standard che la società mette e rivendica il detto “mai giudicare un libro dalla copertina”.
Avatar Nickbond
27/02/2022 01:28
2i - Liceo Galvani, Bologna
Durante questa pausa natalizia ho letto “A me puoi dirlo” di Catherine Lacey, un recentissimo libro, pubblicato ad inizio 2020. Questo scritto narra di un individuo che dopo aver superato anni di sofferenza, miseria e solitudine trova in un borgo rurale un momento di sollievo, un riparo e in seguito una famiglia. Al suo arrivo in paese, per gli abitanti del posto è difficile aiutarlo, in quanto non si conoscono le origini e il genere del protagonista. Ma il problema più grande di quest'ultimo è che è di colore e si rifiuta di parlare o di interagire con chiunque. Il primo ad intervenire è il parroco della chiesa locale, che decide di farsene carico e di ospitarlo nella “casa del signore”, nonostante non ne conosca l'origine non sappia niente di lui. In chiesa, in diversi tentano una conversazione con la persona il nuovo arrivato, ma quest'ultimo questo resta chiuso in sé stesso. Non sapendo cosa fare, allora, il parroco affida l'individuo ad una famiglia, la quale lo veste, lo sfama, se ne prende cura e gli dà anche un nome, Panca. Ma anche questa volta la persona IL protagonista non si apre. In tutto questo arriva il fine settimana e l'indomani si sarebbe tenuta la festa del paese...
Avatar carol
20/02/2022 23:04
1C - Liceo artistico Nervi-Severini, Ravenna
La storia mi ha colpito molto. Trovo molto coerente la decisione, da parte dello scrittore, di non dare alcuna descrizione del personaggio principale. Il nome che gli/ le viene attribuito nel racconto è:“Panca" ovvero il luogo in cui è stato ritrovato il soggetto all' inizio del libro. La storia mi ha colpita molto perché rappresenta molti i pregiudizi sulla società attuale, il libro ti fa comprendere quanto le persone possano spingersi oltre il limite per apparire importanti e di buon cuore agli occhi degli altri.
Avatar Marty
08/02/2022 21:00
1G - Liceo Ulivi, Parma
Gli argomenti principali di questo libro sono gli stereotipi e l'identità, temi ricorrenti al giorno d'oggi. Un giorno viene trovata su una panca di una chiesa una persona, soprannominata poi appunto Panca, la quale non si ricorda come si chiami o da dove venga, sa solo che continua a muoversi. La comunità all'inizio cercherà di aiutarla, solo per poi rimanere delusi a causa della sua fermezza nel silenzio. Infatti Panca, nonostante gli sforzi di tutti, parlerà solo con le persone che tutta la società evitata, in quanto non cercavano di né compatirla e nemmeno di capirla. Questo libro fa riflettere molto sul modo in cui le persone "accetterebbero" una persona sconosciuta senza sapere niente di lui/lei, in un mondo dove tutti condividono qualcosa di loro stessi.
Avatar Hiba
20/01/2022 18:32
1E - Liceo Laura Bassi, Bologna
La storia di lacey (A me puoi dirlo) secondo me riflette molto sugli stereotipi e su tutti quelli che sono i “difetti" dell' essere imperfetto dell'uomo. Fa riflettere molto il dettaglio del personaggio in sé, ritrovato in una panca (per cui chiamato panca) che lascia spazio alla nostra immaginazione per interpretarlo secondo le nostre menti, nonché i nostri “standard"; infatti, secondo me panca è più un elemento che un personaggio, che interpreta il silenzio del vuoto, il “nulla" della comunità. Infatti, (oltre al fatto che a esso/a molti di quelli che facevano parte della comunità religiosa si sono confessati rivelando le loro preoccupazioni e segreti, tutto quello che pensavano) solo i membri più emarginati si potranno aprire a lei/lui. Racconto che riassume una parte molto triste e reale della vera società di oggi e come si comporterebbe con delle specifiche persone a secondo dei loro canoni, come il corpo può essere un soggetto tramite con cui si può comunicare.
Avatar Teoreda
17/01/2022 18:57
2B - IIS "Vittorio Bachelet", Oggiono
La storia di Panca mi ha fatto subito pensare a come per l'essere umano sia più importante cercare di dare un nome, un'identità, una "collocazione" ad una persona piuttosto che imparare a conoscerla così com'è. Mi ha molto colpito il finto perbenismo che ruota intorno a tutta la comunità. L' intento di portare Panca a confidarsi con loro e fidarsi di loro è solo un modo di capire di chi si tratta veramente, che tipo di persona è quella che è capitata nel loro villaggio. Anche la Festa del Perdono che sembrava essere un vero proprio culto religioso, alla fine si rivela essere solo un modo per far sì che i propri peccati vengano assolti, o sentirsi meno colpevoli.

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Avatar AliceContu
18/12/2021 08:06
2N - Liceo Scientifico “A.Pacinotti” di Cagliari
Il libro “A me puoi dirlo”, tratta di tematiche molto importanti, prima fra tutte la comprensione. Il/la protagonista non ha ricordi del suo passato, non sa né chi è né da dove proviene, sa solo che si sposta di continuo. Quando una notte va a dormire in una chiesa si sveglia con delle persone che la accolgono e si troverà una settimana circondata da persone che cercano di capirla all'inizio comprensivi, poi scocciati. Cercano di dargli/darle un'etichetta, una cosa che lui/lei non ha. Si troverà circondato da pregiudizi e solo poche persone riusciranno a comprenderlo/a per come è realmente. Con il passare dei giorni si accorgerà che le persone lo/la hanno accolto/a, solo per sentirsi importanti agli occhi della comunità e non perchè gli/le vogliano davvero bene. I pensieri del/della protagonista ci fanno capire come si può sentire una persona quando noi la giudichiamo senza sapere chi è davvero e ci fa capire anche tramite le poche amicizie che stringe come si sente una persona che non riesce ad esprimersi neanche quando vuole. Libro consigliatissimo per gli amanti della lettura, perchè sa tenere il lettore incollato alle pagine.