Chiamatemi Anna

Moira Walley-Beckett
CBC Television, 2017
società chiusa orfanezza emancipazione
La serie parla delle avventure della giovane Anna, che, dopo aver passato un'infanzia difficile, viene mandata per errore a vivere con gli anziani fratelli Marilla e Matthew Cuthbert. Dopo un'iniziale diffidenza nei confronti di Anna, i due fratelli cominceranno a conoscerla meglio, e la bambina cambierà per sempre le loro vite.

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È assai complicato trovare noi stessi tra le parole di una canzone, tra le pagine di un libro o nelle scene di un film, per un motivo molto banale: siamo tutti diversi perciò potremmo condividere un pensiero, o il carattere, o ancora, trovarci nella stessa situazione, ma difficilmente tutti questi tre fattori combaceranno alla perfezione. Uno dei personaggi che mi si addice di più è Anna della serie Netflix “Chiamatemi Anna”, tratta dal libro "Anna dai capelli rossi". Anche se questo non è sicuramente il mio racconto preferito e se l’ho visto qualche anno fa, ancora adesso, perfino più di allora, riesco a ritrovarmi, per alcuni aspetti, nella protagonista. Mi rispecchio in lei non tanto per la situazione molto difficile che sta vivendo per non essere accettata dagli altri, ma invece per il suo strambo modo di pensare. Anna, come me, è una ragazza estroversa ed espansiva, inoltre ha un mondo tutto suo in cui rifugiarsi nei momenti bui: un mondo creato dalla fantasia di cui lei non potrà mai fare a meno. Forse, però, la somiglianza che mi colpisce di più è la nostra passione nell'usare “grandi parole“, come dice lei. Parole come magnifico, strabiliante o ridondante. Non so bene il perché di questa mia fissazione per le “grandi parole”, ma forse è per il suo stesso motivo: "cercare di esprimere al meglio ciò che si vuole dire".