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Isolato com'era dal mondo e dalla luce, immerso in un silenzio ininterrotto e tenebroso, Crispino inesorabilmente s'indeboliva, perdeva la forza e la capacità di pensare. Chi può conservare energia e capacità di pensare, se per quindici giorni rimane immobile in un luogo ignoto e senza luce, mangiando un boccone di pane ammuffito, e bevendo come una bestia, da una piccola pozza d'acqua filtrata dal soffitto? Una sola cosa sapeva Crispino: dire di no. Tutto aveva perduto, ma non la forza testarda di dire di no.
Persi i genitori da piccolo, Crispino è cresciuto praticamente prigioniero nel proprio castello: una gabbia dorata fatta di servitori e lezioni di latino, galateo, danza. Ma ciò che è suo per diritto di nascita è amministrato da un uomo losco e volgare che si è impadronito con l'inganno del potere, e che lo costringe a una vita agiata ma inutile. Divenuto adolescente, Crispino capisce che è tutto un trucco per tenerlo lontano dal legittimo ruolo, ma la situazione si sta facendo pericolosa: durante un viaggio viene attaccato dai briganti, poi da assassini pagati da qualcuno. È chiaro che è in atto un complotto per ucciderlo, ma per fortuna Crispino si sta allenando da anni con un vecchio maestro di spada cieco, e con il fedele Lupo.

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