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Prendila: è tua / Strappala dal libro / o fai una fotocopia / piegala a metà / e poi ancora a metà / e mettila nel portafogli / o tra il materasso e le molle / o fissala al banco con lo scotch / così che sia lì / se.
Ci vuole coraggio per prendere in mano una raccolta di poesie e ancora di più per iniziare a leggerla. Eppure è un atto che regala una libertà incredibile: si può aprire alla fine, a metà, all'inizio e poi saltare, leggere solo le poesie pari, leggerle tutte, leggerne una. Non importa. Il punto è che se per caso incroci i versi giusti poi non te li scolli più di dosso.E con questa raccolta si rischia di incontrarne parecchi di versi giusti. Le voci delle autrici raccontano in modo così diverso il proprio pezzetto di vita, che alla fine si ha voglia di ascoltarle tutte quasi come se in questo modo si capisse un po' di più la vita intera. Sono pagine di corpi, dipendenze, naufragi, violenze, capriole in bocca, religioni, pitoni, morti, assenze, fatine dei denti, amori, mutazioni, femminismi, miti. Ci sono donne, madri, figlie, amanti, sorelle, mogli che attraversano le otto sezioni della raccolta e non pretendono di essere comprese né di piacere, semplicemente sono loro stesse e fanno venire voglia di provare a esserlo a nostra volta. 

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