Piccolo albero

Salani, 2010
Traduzione di Francesco Saba Sardi
228 pagine
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La luna splende stanotte sulla bella ala rossa, la brezza sospira, gli uccelli stridono lontano sotto le stelle, il suo eroe dorme mentre Ala Rossa piange, il cuore lontano
Piccolo Albero ha 5 anni quando perde anche la madre, il padre era morto l'anno precedente.Al funerale c'è il nonno che gli posa una mano sulla testa, lo guarda con gravità negli occhi e Piccolo Albero sente che lo deve seguire.I nonni sono Cherokee e vivono in una capanna di legno nei boschi, in compagnia di una muta di cani e del signor Shakespeare che la nonna legge tutte le sere davanti al camino a lui e al nonno.Piccolo Albero viene educato alla Via, cioè alle regole di vita Cherokee che si sostanziano nel rispetto dell'ecosistema che li circonda: la foresta, il fiume, le montagne e gli animali. Il nonno gli insegna che la foresta è generosa se l'uomo prende solo quello che gli serve per sopravvivere. Piccolo Albero impara a riconoscere le impronte degli animali, le bacche commestibili, le erbe per medicare, il nonno gli insegna a cacciare, a pescare, a coltivare l'orto a piantare il mais, con il quale il distillano il Whisky. La nonna invece si occupa della cultura in senso stretto, leggendogli i classici e costringendolo ad imparare cinque parole nuove dal dizionario ogni settimana.Piccolo Albero è felice, i nonni gli vogliono bene, impara ogni giorno cose nuove, addirittura scova un nascondiglio vicino al fiume che diventa il suo luogo segreto, finché un giorno i servizi sociali si fanno vivi e sostengono che non può più stare con i nonni, perché non hanno le carte in regola e sono dei selvaggi. Il suo destino è finire in un orfanotrofio. Cosa possono fare i nonni? Ribellarsi alle regole? Fuggire? Il destino di Piccolo Albero però non è l'orfanotrofio, è scritto nel suo nome e il bambino lo scoprirà presto.

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