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Ho fatto di tutto, senza emozioni e senza rimorsi, bruciato case, sfregiato facce, svaligiato banche, azzoppato cavalli, pisciato sul cadavere dei vigliacchi che avevano provato a colpirmi alle spalle. Posso cavalcare giorni e notti senza mangiare né dormire, posso bere come una spugna e centrare una moneta a trenta passi, barare a ogni tipo di gioco con i dadi o con le carte, ballare il Malambo dei gauchos più a lungo di tutti, ma la cosa che mi riesce meglio è vibrare la coltellata giusta, quella definitiva, dal basso verso l'alto.

Alla fine dell'800 erano molti gli europei che salpavano in cerca di fortuna, e la nuova Eldorado pare fosse l'Argentina. Una terra promessa, da prendere e colonizzare, una terra di speranza.
Ed è proprio in questo viaggio che Morgan Jones nasce, e nello stesso tempo resta orfano: la madre muore per le conseguenze del parto e il padre di polmonite. Adottato da un prete presbiteriano, all'età di quindici anni decide di andarsene dopo una molestia subita dal patrigno.
Il ragazzo vaga per tre anni nella Pampa, nomade, in totale solitudine e arrangiandosi alla meglio per sopravvivere. Finché un giorno viene colto di sorpresa e sequestrato dalla banda di Butch Cassidy, il cosiddetto Mucchio Selvaggio. Morgan può scegliere: morire o unirsi a loro. La scelta è obbligata, e dopo pochi mesi viene ribattezzato amorevolmente Barbaroja.
Un essere spietato che rapina banche, uccide e sfregia a sangue freddo, ecco quello che nel giro di pochi mesi diventa Morgan Jones, un bastardo, ed è felice di esserlo, gli piace la nuova vita. E quando in un bordello di un piccolo villaggio incontra Maria Leibowitz, capisce di avere incontrato la sua anima gemella. Ma un bastardo si può innamorare?

Commenti

Avatar EleonoraBoi
04/03/2022 16:11
2E - Convitto Nazionale "Vittorio Emanuele II", Cagliari
Ho trovato questo romanzo molto interessante sia per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi che del paesaggio anche se troppo descrittivo. Ho avuto difficoltà a immedesimarmi nei protagonisti, in particolare quello maschile. L'ambientazione e l'epoca scelta, invece, sono stati descritti nei minimi particolari rendendo, almeno dal mio punto di vista, i vari avvenimenti molto lineari man mano che i personaggi si spostavano da un luogo all'altro. Un libro adatto per una lettura pomeridiana.

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Avatar ailed
08/03/2022 13:19
2CS - Liceo Luigi Stefanini, Venezia Mestre
È uno di quei rari libri che ti prende da subito e a un certo punto non vorresti che finisse perché sei lì coi protagonisti della storia in quegli spazi sconfinati della pampa dove l'anima é la tua sola compagna di viaggio.
Avatar Eva
Eva
08/02/2022 18:32
1G - Liceo Ulivi, Parma
“Nella musica del vento” è un romanzo il cui ricordo, una persona, si porta dietro per sempre. È una storia cruda, che descrive vite dure, difficili. La cattiveria, il dolore, la morte, la rabbia: sono tutti aspetti del carattere che accomunano i due protagonisti, Morgan e Maria. Con loro la vita non è stata clemente; hanno entrambi sofferto incredibilmente, ma nonostante questo continuano ad andare avanti. E forse è questo che li fa incontrare. Il loro è un legame forte, che li aiuta a non affondare, a non lasciarsi andare. Questo libro è forte e intenso, i fatti narrati rispecchiano una realtà crudele, ma affascinante; per vivere bisogna lottare, e per farlo devi trovare qualcosa che ti motivi, che ti sostenga. La natura inoltre, occupa un posto rilevante in tutta la narrazione, e penso che questo aspetto renda il romanzo ancora più bello e completo. Ho trovato il libro molto simile, sia per tematiche che per lo stile dell' autore, ai romanzi di un altro famoso scrittore, Cormac McCarthy. In conclusione, è stata una lettura fantastica e molto interessante, capace di rapire e appassionare.
Avatar Nissy
07/02/2022 12:21
1C - Liceo artistico Nervi-Severini, Ravenna
Questo libro mi rimarrà impresso per sempre, le sue frasi mi penetrano fin dentro la pelle e da lì risalgono fino al cervello che lo riempono di pensieri che non avrei mai fatto prima senza aver letto questo magnifico libro. Ho provato una miriade di emozioni, ho pianto, ho riso, ho gridato, esultato, mi sono anche annoiata ma al tempo stesso ho urlato domande perché volevo saperne di più, non ne ero sazia. Spesso mi domando che fine abbiano fatto alcuni dei tanti personaggi che hanno camminato al fianco di Morgan. Altre volte mi chiedo che cosa farei io se fossi al posto di certi personaggi, chissà se avrei agito così? Io probabilmente sarei già scappata... Ho amato come l'autore abbia rappresentato il loro inferno, di come le vicende non si svolgessero in un solo punto ma si espandessero in più luoghi, mostrando com'è l'inferno in ognuno di essi, mostrando come l'hanno vissuto i personaggi di ogni luogo. Mi ha dato la forza di continuare a vivere, vedendo come i personaggi lottavano per risalire a galla e non affondare in quel profondo mare. Questo libro fa pensare, ti apre completamente, inserisce dentro di te, immagini e scene, a cui non avevi mai volto gli occhi e che rimaranno per sempre, come cicatrici. Mi è piaciuto molto e adesso fa parte di me.
Avatar rebbaaaa
03/02/2022 15:08
2i - Liceo Galvani, Bologna
Morgan Jones non ha avuto una “storia lineare”: è un bastardo assassino che ha assaporato e ha fatto assaporare agli altri i sentimenti più abbietti. È pieno di ferite che con il tempo si sono seccate; altre, invece, continuano a sanguinare per farlo morire lentamente, per prolungargli il dolore. È di origine gallese. La madre muore mettendolo alla luce mentre naviga per raggiungere la pampa argentina. Fugge dal prete pedofilo che lo ha accolto e diventa un cacciatore di indios a disposizione di un gruppo di balordi locali che mietono terrore, distruggono, devastano, trucidano, mutilano. Il vento sgarbato di quelle terre sembra schiaffeggiare tutti ed alleato di quei predatori. Maria Leibowitz, dopo essere stata molestata dal padre, viene venduta ad una organizzazione criminale che la porta dalla Polonia in Argentina per avviarla, giovanissima, alla prostituzione. “Anche lei viene dall'inferno”. Non è fatta per piangere e disperarsi, non è fatta per arrendersi “ma per sopportare e resistere, da sempre”. Le loro disperazioni si incontrano, un giorno, nel bordello dove lavora Maria. Si riconoscono nella rabbia selvaggia che li accomuna, perché non hanno niente da perdere, non hanno più nulla. È strano come i romanzi si sedimentano nella nostra testa, come lavorano, per poi riaffiorare, inaspettatamente. Quell'incontro, così diverso per contesto, personaggi, linguaggio, ambientazione, mi ha catapultato all'interrogatorio del capitano Bellodi a Don Mariano Arena nel Giorno della Civetta di Leonardo Sciascia: tema “il rispetto”. Don Mariano Arena entra in sintonia con il capitano perché per la prima volta non si sente umiliato da quel mondo di tutori della legge che pur dovendo far rispettare le regole spesso abusano del loro potere. Maria riflette sugli uomini “rispettabili”, funzionari, politici, medici, poliziotti che, come il padre, l'hanno considerata un oggetto da usare e di cui abusare. Morgan, invece “è un delinquente per la legge, la legge di quella lunga fila di porci che mi hanno stuprata, e allora …mi domando…che ne sa la legge della vera giustizia? Morgan mi rispetta, e questo non mi è mai capitato. Per capire bene le cose bisognerebbe rivoltarle sottosopra, bisognerebbe imparare a guardare con occhi diversi”. Maria entra in sintonia con Morgan che rispetta quel pezzo di strada che lei ha fatto senza nascondersi dietro alle regole e al perbenismo. Maria capisce che con “le bestie selvagge (come Morgan) è un gioco di forza ma anche di rispetto”. Allo stesso tempo, però, il “rispetto ricevuto” non cambia e redime i personaggi. Don Mariano Arena riuscirà, grazie alle collusioni e connivenze di alcuni politici corrotti, ad evitare le incriminazioni e risultare all'opinione pubblica come perseguitato. Mafioso era e mafioso rimane. Morgan continua nel suo percorso di sangue: “un serpente che striscia nella polvere e fra i sassi per strapparsi da dosso la vecchia pelle, ma non ha le mani per farlo, non si può rovesciare come guanto, e allora si infila tra i rovi per strapparla via, si graffia per lasciarla accartocciata da qualche parte, per rimanere nudo, per cambiare e ricominciare”. Morgan tenta di liberarsi dal passato facendo questo percorso con Maria, “… e per un po' di tempo anche il serpente si sente diverso, eppure è lo stesso serpente di prima, sempre pronto a conficcarti il veleno nel polpaccio per rispedirti all'inferno”. Morgan assassino era e assassino rimane: muore uccidendo e la sua anima tormentata vola nella musica del vento.

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Avatar Lavinia
25/01/2022 14:06
2L - Liceo Scientifico “A.Pacinotti” di Cagliari
“Nella musica del vento” è un libro che racconta le avventure di due giovani, i cambiamenti delle loro vite e il loro incontro. Morgan Jones è un uomo che sopporta e ha imparato a convivere con la natura, senza un luogo in cui andare e che sempre si affida al suo istinto. Maria Leibowitz è una prostituta, ha un passato che la tormenta e non ha più fiducia negli uomini, sui quali non ha mai potuto contare. Due storie diverse che li uniscono, due caratteri simili e affini; quello tra loro non è amore ma un legame; cercano una nuova vita, vogliono fuggire e conoscendo l'inferno sanno sopportare. La loro libertà la trovano insieme in un viaggio con tante difficoltà, paure e morti. Romanzo coinvolgente, originale e che fa riflettere.