Nel ducato in fiamme

San Paolo Edizioni, 2025
Traduzione di Anna Patrucco Becchi
240 pagine
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C'era la guerra già da tanto. Non riuscivo neanche più a ricordare che un tempo non ci fosse stata. Ci ero abituata e anche alle bombe. E di quelle ne arrivavano giù tante. Una volta le vidi. Ero da mia nonna, che viveva anche lei nel nostro caseggiato al pianterreno, la prima porta. La nonna era sorda. Ero seduta con lei in cucina e stava pelando le patate imprecando contro di esse e contro la guerra. Diceva che prima della guerra avrebbe tirato in testa alla verduraia delle patate così sporche e macchiate. La nonna tremava dalla rabbia per quelle patate nere e macchiate. Tremava spesso dalla rabbia. Era una donna irascibile.
Nell'aprile del 1945, a Vienna, l'Armata Rossa è alle porte e il regime di Hitler si sta sgretolando, come i palazzi della città quotidianamente bombardata dall'aviazione alleata.
Christel, otto anni, ci racconta la vita quotidiana dall'inferno; il terrore di restare intrappolati sotto alle macerie; la follia che ormai ha preso molte persone, tra cui la zia Hanni che si aggira tra le macerie con un battipanni sotto a un braccio e sotto l'altro una coperta a quadri arrotolata, gridando “Canta il cucù! Gente, canta il cucù!”; l'odio ormai diffuso tra le persone nei confronti di Hitler, colui che ha reso possibile tutto ciò: morte e distruzione. 
Ma poi la casa di Christel viene colpita e la sua famiglia si trasferisce in una villa alla periferia di Vienna, che diventerà ben presto il quartier generale dell'Armata Rossa finalmente entrata in città. Le dicerie sui militari sovietici sono le più disparate, si dice anche che mangino in bambini, ma quelli che conosce Christel non corrispondono a quelle voci, anzi proprio il cuoco della brigata diventerà per Christel una persona molto importante. 

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