
Musica rock da Vittula
Iperborea, 2010
Poi aprì la porta dell'aula. Entrò un ragazzo timido con un viso delicato e un lungo ciuffo che gli pendeva sulla fronte. [...] Con le sue dita bianche e sottili si mise a suonare sulla nostra base un assolo da strapparti il cuore, un urlo lancinante di dolore. [...] Poi il ragazzo sorrise. Un sorriso dolce, quasi come quello di una ragazza. Si cacciò indietro il ciuffo biondo e spense l'amplificatore. Aveva un viso tipicamente finlandese, con due occhi azzurro ghiaccio. «Jimi Hendrix», disse soltanto.
Un posto così a nord, e così sperduto, da non essere nemmeno segnato sulle cartine. Meglio così del resto, perché Vittula, o meglio Vittuljankka significa “palude della passera”, ed è un posto in cui davvero non c'è nulla, da cui si può, anzi si deve, solo scappare, se non si vuole ammuffire. Chi scappa non torna mai (oppure se torna, è in orizzontale, dentro una cassa di legno..).Matti trascina le sue giornate, prova a schivare il tremendo conformismo di un paese chiuso verso tutto, ma sa che il destino è altrove, bisogna solo trovare il modo per andarsene. E forse quella tavola con cui finge di suonare la chitarra con Nilla e altri due amici è la chiave: il rock sta arrivando anche lì, ha già cambiato il mondo e sta aprendo strade nuove. Se ti piacciono le storie strambe, e se vuoi ridere, fidati di uno dei massimi successi editoriali scandinavi!
Commenti
Ancora nessun commento