Lucas
Piemme, 2019
Traduzione di Giorgio Salvi
336 pagine
Vidi Lucas per la prima volta in uno splendido pomeriggio di fine luglio. Ovviamente, ancora non sapevo chi fosse… anzi, a pensarci bene, non sapevo neanche cosa fosse. Tutto quello che riuscivo a vedere dal sedile posteriore della macchina era una creatura sfocata nel riverbero dell'asfalto rovente, una figura sottile ricoperta di stracci verdi, con una chioma di capelli biondi e una camminata – mi viene da sorridere al solo pensiero - una camminata che sussurrava segreti nell'aria.
Caitlin vive con il padre scrittore in un'isola collegata alla terraferma da un piccolo ponte che quotidianamente viene sepolto dall'alta marea; adora la propria casa e l'odore di salsedine che proviene dal mare spesso in burrasca. È nata in quella casa e non desidera vivere altrove, anche se è isolata dal mondo e a una ragazza di quindici anni quel posto non offre certo molte occasioni di svago. Ma il padre e il fedele Deefer, un cagnone pulcioso, sono tutto quello di cui ha bisogno per rimettersi in sesto dopo la perdita della madre morta in un incidente stradale. Ma la vita, anche quando sembra procedere senza troppi sussulti, non lascia tregua alla ragazza. Un giorno la famiglia incrocia sul ponte un ragazzo con uno zaino in spalla, solitario, un'andatura aggraziata e risoluta. Caitlin capisce subito che sta accadendo qualcosa di eccezionale, irripetibile, e ne ha la conferma quando la macchina sorpassa il ragazzo: «Lui girò la testa e ci guardò. No sbagliato. Girò la testa e guardò me. Dritto verso di me […] Un volto che non dimenticherò mai». Lucas è arrivato, e con sé porta un mistero e molti guai.
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