Ti è piaciuto?
Mio padre aveva il suo modo di andare in montagna. Poco incline alla meditazione, tutto caparbietà e spavalderia. Saliva senza dosare le forze, sempre in gara con qualcuno o qualcosa, e dove il sentiero gli pareva lungo tagliava per la linea di massima pendenza. Con lui era vietato fermarsi, vietato lamentarsi per la fame o la fatica o il freddo, ma si poteva cantare una bella canzone, specie sotto il temporale o nella nebbia fitta. E lanciare ululati buttandosi giù per i nevai.
I genitori di Pietro si sono conosciuti e sposati in montagna, quello è il luogo che ha generato e sigillato il loro amore. Purtroppo, per lavoro si sono dovuti trasferire a Milano, città che odiano con intensità diversa. In ogni momento libero dal dovere, la famiglia Giusti sale in montagna a sgambare e a godersi i paesaggi, ma quelle poche giornate non sono sufficienti a placare il loro desiderio. Quindi, un'estate, la madre di Pietro prende in affitto una piccola casa alle pendici del monte Rosa, trasformandola nella casa di montagna della famiglia. In quel piccolo paese Pietro passa tutte le estati della propria infanzia, e conosce Bruno, un vero ragazzo di montagna: mentre lui passa tutto il giorno al fiume, Bruno se ne sta a pascolare le vacche, e sembra conoscere ogni pietra. La loro è da subito un'amicizia totalizzante, che va al di là del tempo passato assieme, e delle esplorazioni avventurose del fiume e della montagna: è un'amicizia che percorre anche altri canali e che si radica in profondità, toccando corde molto segrete. Un'affinità e una stima tali che rimane solida anche con il passare degli anni, e persino quando ci si mette di mezzo l'amore per la stessa ragazza. Tutto cambia, ma l'amicizia resiste, anzi si fortifica ancora di più. Ma la prova più grande per la loro amicizia è prossima, pronta a presentare ad entrambi un conto molto salato. 
Meritatissimo Premio Strega e Strega Giovani 2017.

Commenti

Avatar Giù123
23/02/2023 19:33
1E - IIS Venturi, Modena
Il racconto si svolge principalmente a Grana un paesino ai piedi del Monte Rosa. Il protagonista/narratore di nome Pietro in questo villaggio conosce Bruno un amico che rimarrà con lui per molti anni. Loro due insieme al padre di Pietro intraprendono delle camminate nelle montagne, ma a 16 Pietro non vuole più andare insieme al padre a fare le loro avventure tra le montagne, e questa fu la prima delusione. La seconda fu quando lasciò l'università e a quel punto lui e suo padre non si parleranno più. Quando Pietro ebbe trentuno anni il padre morì. Dopo la sua morte lasciò in eredità alla moglie la casa a Milano e al figlio un luogo indicato da una mappa che in quello stesso ambiente Bruno e Pietro ci costruiranno una casa/alloggio. [...] Il personaggio che mi ha più colpito è il padre che si chiamava Giovanni Guasti il quale voleva stare fuori dalla città e dalla propria casa per stare sulla montagna a camminare, non per guardare i paesaggi ma per il senso di farle, l'emozione di dire sono arrivato in cima. Anche con le delusioni portate dal figlio si nota che gli ha sempre voluto bene. I messaggi che ho individuato sono: il messaggio fra padre e figlio dove Pietro si pente di quello che ha detto e fatto a suo padre rimpiangendoli amaramente, un altro messaggio che si ritrova anche sul testo del libro è di Lara, "certe volte per andare avanti bisogna fare un passo indietro, sempre se hai l'umiltà di riconoscerlo". Questa frase era stata fatta da Lara indirettamente per Bruno. Un altro messaggio potrebbe essere di Pietro che disse che quando si cresce molte volte devi cambiare luogo per andare a fare una nuova vita. Questo libro mi è piaciuto dai diversi stati psicologici dei diversi personaggi che mettono in risalto varie idee che ognuno può avere e immedesimarsi sulle varie azioni di essi.