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Se mi si chiedesse quando esattamente ho imparato a giocare a scacchi, non saprei rispondere. A me sembra di aver sempre saputo giocare, anzi di aver giocato in tempi e in luoghi assai remoti. Ciò che dovevo ancora apprendere semmai erano le regole imposte in questo secolo, e su questo pianeta. 
È un giallo molto particolare e intelligente, che mette in scena bambini prodigio, geniali duelli psicologici e tremendi avvenimenti storici. Sin dall'inizio un uomo ci confessa di essere il responsabile della morte di un anziano appassionato di scacchi, che noi sappiamo però essere morto suicida. L'uomo solitario si trova al centro di un duello a scacchi che va oltre la pura competizione: è lo scontro di due vite consumate dall'ossessione. L'arrivo di un avversario enigmatico riapre ferite antiche e riporta in superficie rancori e segreti sepolti, mentre battute laconiche e piccole tracce svelano indizi sul passato dei due sfidanti. 
La partita, fatta di mosse lente e ponderate, diventa il mezzo attraverso cui emergono segreti nascosti e vecchi conti in sospeso: ogni mossa scopre un pezzetto di storia, ogni sacrificio sul tavolo di gioco riflette scelte e tradimenti vissuti fuori dalla scacchiera, fino a trasformare il confronto in una resa dei conti totale. 

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