La storia segue Joanna Eberhart, una fotografa e femminista che si trasferisce con il marito Walter e i loro due figli nella tranquilla cittadina di Stepford, nel Connecticut. Subito, Joanna nota qualcosa di strano nelle donne del luogo: sono tutte estremamente docili, dedite esclusivamente alla cura della casa e ossessionate dal piacere i loro mariti. Questo comportamento contrasta nettamente con le donne emancipate e indipendenti che Joanna conosceva prima del trasferimento. Con l'aiuto della sua amica Bobbie, Joanna, inquietata dal comportamento distopico e paranormale delle donne, cerca di scoprire il motivo per il quale quella cittadina sia così esageratamente maschilista e misteriosa. Il romanzo è una critica feroce al patriarcato e alle aspettative tradizionali nei confronti delle donne. Levin esplora come la società possa spingere le donne a conformarsi a ruoli predefiniti, annullando la loro individualità e libertà. La narrativa dell'autore solleva domande importanti sulla perdita di identità e sul costo della perfezione, mettendo in discussione l'idea che una vita "perfetta" possa essere realmente desiderabile​. Nonostante questo libro sia stato scritto da un uomo è un grande esponente nella letteratura femminista, che evidenzia grandiosamente le diverse posizioni che possono assumere le donne in tutto il mondo.

"La donna perfetta" di Ira Levin narra la vicenda di Joanna, una giovane donna che, col marito e i due figli, decide di trasferirsi nel villaggio di Stepford. Lì la protagonista stringe amicizia con Bobby e Charmaine, le uniche due donne che in quella cittadina non si occupano unicamente delle faccende domestiche, come fossero sottomesse ai mariti, i quali si riuniscono tutti nel Circolo degli uomini. Dopo tre mesi dall'arrivo delle due amiche in città, però, Joanna si accorge del loro radicale cambiamento: le due donne si omologano alla massa di mogli di Stepford e la protagonista teme di essere la prossima vittima. Ho apprezzato molto il linguaggio utilizzato e trovo il libro coinvolgente e avvincente. Ho gradito il finale, completamente inaspettato, e mi sono rivista moltissimo nel carattere rivoluzionario di Joanna; oltre alla trama intrigante e originale, il tema trattato, l'emancipazione femminile, che a me personalmente sta molto a cuore, mi ha permesso un maggiore coinvolgimento e mi ha concesso di riflettere molto su questa tematica di fondamentale importanza. Leggendo questo libro, quando si parla di quelle donne impegnate solo alle faccende domestiche e a "farsi belle" mi è parso di parlare di bambole, Barbie, dalla vita apparentemente perfetta ma che, in fondo, cade a pezzi.

Questo libro parla di una famiglia che si trasferisce in una tranquilla cittadina per trovare un posto meno frenetico dove vivere. Joanna, la moglie, si trova inizialmente bene finchè non si rende conto di qualcosa che lega tutte le donne della città: sono tutte quasi ossessionate dal loro lavoro di casalinghe e vivono in funzione dei propri mariti. Anche i mariti hanno un'attività comune: tutte le sere si ritrovano al circolo degli uomini. Tutto appare perfetto, fin troppo perfetto. Joanna prova a mettersi in gioco ma le donne del villaggio non sembrano interessate a cambiare vita. Anche le uniche amiche di Joanna a un certo punto cambiano improvvisamente e questo la preoccupa, facendola sentire minacciata. Ho molto apprezzato questo romanzo surreale e distopico e le tematiche che tratta, anche se avrei preferito un finale più definito e una conclusione più netta e dettagliata.