Gli anni dello Sputnik

Oblomov, 2017
Traduzione di Ines Ibba
208 pagine
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Io di amici ne ho tanti, ci ritroviamo a giocare a calcio, a fare una guerra a palle di neve o a costruire un razzo da mandare nello spazio. Purtroppo ho anche un sacco di nemici. Ci sono i ragazzi della città di sotto (io e i miei siamo della città di sopra) e i bidelli, le femmine e i grandi e anche Jeannot, che anche se è il nostro capo, è un imbroglione e un codardo (Robert e Jacky dicono che il capo dovrei essere io, ma alla fine devo sempre sottostare alle regole della banda). Ci sono tanti modi per vincere i nemici, e io sono bravo in tutti: tiro con l'arco, spalle a terra, braccio di ferro, e se si finisce ad azzuffarci, non mi tiro indietro. Certo, se poi mi mettono in punizione o devo fare i compiti è un'altra storia, ma la mamma e i maestri non mi fanno paura. Ci sono sempre i miei amici a darmi una mano, e io la do a loro, a scuola, a calcio e in battaglia. Mi chiamo Igor, ho dieci anni e siamo nel 1957.

 

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