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Anni Trenta, USA, Grande Depressione. John Clark è un giovane fotografo ventiduenne a cui viene proposto un lavoro complicato: andare a fotografare la situazione in Oklahoma, nel sud, dove moltissime famiglie vivono in condizioni di estrema povertà in un deserto chiamato Dust bowl (letteralmente la “Ciotola di polvere”).
Obiettivo del governo è convincere i cittadini della nazione ad aiutare economicamente gli stati del sud. Le fotografie potrebbero mostrare a tutti le terribili condizioni in cui vivono. É quindi molto importante che John trovi immagini di impatto. Gli viene data una lista di cose da cercare e gli viene chiesto anche di modificare un po' le cose se deve, magari usando un'inquadratura particolare o cambiando un po' la realtà, pur di portare a casa dei risultati efficaci.
Ma una volta arrivato John si renderà conto che gli obiettivi del governo, apparentemente positivi, non sono così facili da realizzare. Le persone sono restie a farsi fotografare. Nonostante la loro povertà, tengono molto alla loro dignità e non accettano di fingere di essere qualcosa di diverso da ciò che sono. Lentamente John inizia a interrogarsi sempre di più sul suo compito, rendendosi conto che togliendo lo sguardo dall'obiettivo dalla macchina fotografica e osservando le persone senza quel filtro tutto cambia. Anche se il governo vuole aiutare queste persone, sembra volerlo fare rappresentandole a modo suo, senza parlare con i diretti interessati.
Cosa può fare davvero John?

Se questo fumetto ti ha interessato puoi vedere il lavoro di Dorothea Lange, fotografa americana, che nel suo lavoro American exodus, ha documentato l'esodo di più di 300mila immigrati arrivati in California alla ricerca di lavori agricoli. 

Commenti

Avatar BeIIa
23/01/2024 22:30
1E - Liceo Laura Bassi, Bologna
Ho scelto questo libro perché ho trovato interessante e avvincente la trama e perché mi piace molto leggere i fumetti. Mi sono piaciuti molto i disegni, dallo stile al dettaglio, le colorazioni e le espressioni facciali che i personaggi esprimevano: davano un segno ben evidente di quello che provavano. Appena iniziato il libro non avevo capito bene che si trattasse di una storia vera così poi, una volta scoperto tramite delle immagini reali presenti all''inizio dei vari capitoli del libro, mi sono incuriosita e ho incominciato a leggerlo più scorrevolmente. Il compito del protagonista (John), consisteva nell'andare a scattare fotografie nella dast bowl: una regione in cui avvengono le tempeste di sabbia. Quando John aveva ormai finito il suo lavoro decise di sotterrare le fotografie perché delle semplici foto non potevano rispecchiare la critica situazione che la dast bowl stava subendo: famiglie che volevano andarsene ma non ne avevano la possibilità, bambini che continuavano a morire perché c'era troppa polvere e sabbia, mancanza di cibo… In conclusione ho apprezzato molto la lettura di questo libro e perciò merita un bel 9.
Avatar Katy
23/01/2024 21:15
1E - Liceo Laura Bassi, Bologna
All'inizio, leggendo la trama, questo fumetto non mi ispirava molto, però ho deciso di leggerlo e si è rivelato molto interessante. Mi è piaciuta soprattutto la fine perché John (il protagonista) aveva deciso di cambiare il suo obiettivo e di non mandare più le foto, perché aveva capito che delle semplici foto non potevano rispecchiare quello che succedeva nella dust bowl. Mi ha fatto ragionare sul fatto che la foto può scattare qualunque scena e situazione, ma la realtà può essere ben diversa da quello che possiamo vedere attraverso una fotografia.
Avatar dedeee
23/01/2024 20:18
1E - Liceo Laura Bassi, Bologna
Il fumetto l'ho letto molto volentieri e l'argomento che tratta (dust bowl) è particolare e interessante perché non se ne parla mai, infatti prima di leggere questo fumetto non ne ero a conoscenza. Mi sono messa nei panni delle persone che hanno vissuto questo periodo, che hanno lottato per la sopravvivenza sia fisicamente che psicologicamente. Il fumetto fa capire come ragiona e come può reagire l'umano di fronte a situazioni estreme. Il fatto di catturare la vita difficile di queste persone attraverso la fotografia mi è piaciuto, perché così, la persona che avrebbe poi osservato lo scatto avrebbe potuto capire le condizioni oppure immaginare una situazione precedente o successiva alla foto e creare così una suspense per il lettore.
Avatar MrDyve
22/01/2024 21:17
2C - I.I.S. Cesare Battisti, Bolzano
"Giorni di sabbia" di Aimée de Jongh è un viaggio avvincente e commovente nei drammatici Anni Trenta, durante la Grande Depressione negli Stati Uniti. La trama segue le vicissitudini di John Clark, un giovane fotografo ventiduenne incaricato dal governo di documentare la difficile realtà delle famiglie nella Dust Bowl dell'Oklahoma. Il contesto storico si manifesta vividamente attraverso le straordinarie illustrazioni di de Jongh, che catturano la desolazione e la sofferenza di un'intera comunità. John, incaricato di catturare immagini di impatto per sensibilizzare il resto del paese sulla povertà dilagante, si trova di fronte a una sfida morale. Il governo gli chiede di manipolare la realtà, di concentrarsi su una narrazione che può non riflettere completamente la verità delle persone coinvolte. Il conflitto etico di John emerge mentre si rende conto che dietro ogni immagine c'è una storia umana, fatta di dignità e resistenza. La narrazione di de Jongh si dipana con maestria, esplorando la complessità dell'essere umano in lotta per la sopravvivenza. La riluttanza delle persone a essere fotografate, nonostante la loro povertà, diventa un atto di ribellione contro l'idea di essere rappresentati in modo distorto. Il libro diventa un poderoso commento sull'importanza della verità, della dignità e della connessione umana in tempi di crisi. La prospettiva di John si trasforma, aprendo gli occhi sulla realtà di coloro che cerca di aiutare. La storia offre un'opportunità riflessiva, invitando i lettori a considerare le complesse implicazioni etiche dietro le immagini che vediamo e la necessità di ascoltare le voci dirette delle persone coinvolte. Un capolavoro di Aimée de Jongh che lascia un'impronta duratura nel cuore dei lettori.

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Avatar Abuturab
21/01/2024 19:21
1E - Liceo Laura Bassi, Bologna
Recentemente ho terminato la lettura di "Giorni di Sabbia" di Aimee De Jongh. Devo dire che non sono rimasto insoddisfatto. Il libro è molto piccolo, ma devo anche dire che la storia è vera, quindi ovviamente è un punto in più per me e anche il fatto che sia piccolo mi piace, perché quando una persona inventa parla all'infinito, invece quando dice la verità risulta molto semplice e corto. La trama è molto coinvolgente anche se il protagonista è il personaggio meglio tratteggiato, mentre gli altri sono dimenticabili tranne Cliff, il cui arco narrativo mi ha emozionato: è un piccolo bambino molto curioso e aiuta il protagonista. Nonostante il libro sia cosi corto, credo che "Giorni di Sabbia" sia un libro che consiglierei a chiunque ami i fumetti. Su una scala da 1 a 10, darei a questo libro un solido 8: la maggior parte va al disegno, il resto al fatto che è una storia vera.

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Avatar Banana_Volante
20/01/2024 17:28
2C - I.I.S. Cesare Battisti, Bolzano
Il libro racconta di un giovane fotografo, John Clark, che viene mandato nel territorio di Dust Bowl per fare le foto delle condizioni di vita e dell'ambiente delle persone del territorio. Sorgono sempre più domande e dubbi riguardo il suo lavoro al protagonista e alla fine del racconto trova le risposte. Non ho letto tantissimi fumetti, ma sicuramente questo è uno dei migliori che io abbia letto, sia per la storia che per i disegni. Con soli poche pagine l'autrice riproduce la situazione devastante dell'epoca, senza tralasciare nessun dettaglio, espresse principalmente nelle scene dei fumetti. Da fare veramente dei complimenti all'autrice per la storia, ma soprattutto alle riflessioni che ha fatto il protagonista, del tipo “Giudichiamo sempre la luce, la composizione, la storia, ma non dovremmo guardare anche cosa succede fuori dalla foto?” e “Solo durante quel viaggio mi sono reso conto che la fotografia è l'arte dell'inganno." Queste domande e affermazioni portano alla riflessione non solo alla situazione del Dust Bowl, anche all'altro tema principale del fumetto, la fotografia. Mi sono piaciute molto il confronto tra le cose che succedono all'interno delle foto e quello all'esterno delle foto, affermando ancora di più le conclusioni giunte del protagonista. Nelle prime pagine il racconto comincia dalla fine della storia, questo è un metodo molto utilizzato ma per me porta sempre delle sorprese. Quando finisci di leggere e ritorni nuovamente alla prima pagina, solo in quel momento capisci tutto e ti dà un nuovo punto di vista. Anche il cambiamento che ha fatto il protagonista è un punto di riflessione: ha lasciato la sua carriera, ha regalato la sua macchina e ha cambiato il suo nome che in realtà non gli piaceva. Trovo che sia veramente una sorpresa quando il protagonista ha preso il nome [...] Essendo la Dust Bowl un evento veramente accaduto, l'autrice mette all'inizio di ogni capitolo un'immagine reale, rafforzando la relazione con la realtà. Anche alla fine del fumetto c'è una spiegazione ben dettagliata della storia. Un libro veramente interessante e lo consiglio assolutamente a tutte le persone.

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Avatar Josh_Hutcherson
28/12/2023 18:53
1I - Liceo Galvani, Bologna
Uno dei migliori fumetti: sia per la scrittura che per il disegno. L' autore, oltre ad aver creato una storia toccante, ha saputo descrivere eventi di uomini, donne e bambini che hanno vissuto negli anni della Grande Depressione statunitense nella regione della Dust Bowl. I disegni hanno colori che richiamano il luogo dove si svolge la storia: sabbiosi e caldi. Consiglio questo libro, anche a chi non ama i fumetti.

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