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La morte è di per sé un tabù della nostra società, in un momento storico in cui siamo tutti pervasi da un sentimento di onnipotenza e immortalità, dato dal progredire delle scienze mediche e delle condizioni di vita. La morte di un bambino allora è un trauma ancora più difficile da accettare: un potenziale di eventi ed esperienze che non potrà mai compiersi. Se poi questa morte non è “naturale”, ma causata da un efferato delitto, la società reagirà in maniera cruda ed estrema, lasciandosi trascinare dai propri peggiori istinti e pulsioni.
Tuono Pettinato parte dalla tragica morte del piccolo Marcellino Diotisalvi per raccontare, attraverso l'indagine del giornalista Martinelli, il circo di atti e reazioni della comunità locale in cui viveva Marcellino, dei mass-media, dei sedicenti criminologi… Ossia di tutto ciò che si scatena intorno a un omicidio, e che vediamo così spesso raccontare in televisione. Un teatrino grottesco, un insieme di personaggi il cui unico interesse è sfruttare gli eventi infausti per portare l'attenzione su di sé, il gusto della morbosità e del peccato: tutti gli ingredienti di una ricetta che l'autore cucina con maestria, e con uno sguardo che sa essere ironico e distaccato ma anche andare in profondità.

Leggere Corpicino di Tuono Pettinato è leggere l'attualità attraverso una lente deformante che però ci fa vedere le cose meglio, e quindi, in definitiva, rabbrividire dei nostri simili (ma forse anche un po' di noi stessi). 

Commenti

Avatar Nini
30/01/2024 22:21
1M - Liceo Attilio Bertolucci, Parma
La società in cui siamo cresciuti è un consorzio in cui vogliamo essere ricordati, imprescindibili. Questa volontà può spingerci a compiere atti orribili come un infanticidio, cosa di cui parla questo libro, ma senza renderci conto che così facendo verremmo ricordati per i nostri gesti, non per le proprie gesta. Nell'attualità sembra che solo queste notizie possano placare la sete di sangue di questa collettività perché, come dice "Tuono Pettinato" ovvero Andrea Paggiaro (autore del libro), fin dall'antichità la gente ha avuto bisogno di un capro espiatorio per far in modo di essere tutti d'accordo su un'unica idea: l'omicida è un mostro. Così facendo si passa da una "mandria" di persone ad una collettività. Questo libro mi è piaciuto per via del contrasto tra i gioiosi fumetti, disegnati con caratteristiche infantili e una tenebra realtà che ci viene sbattuta in faccia con uno schiaffo, reso più credibile e reale grazie ad attimi di riflessione che vi metteranno in discussione facendovi pensare: ma in che mondo e con quali ideali sono stato cresciuto? Come ho accennato, la storia parla della soppressione di un bambino, e di tutti gli effetti psicologici e di massa causati non solo il rango più vicino al fantolino (come i genitori), ma anche alla comitiva. Ma soprattutto di Martinelli, un giornalista voglioso e desideroso di verità, che però verrà sempre ostacolato e addentrato in situazioni con rivelazioni sempre più profonde e pesanti.

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Avatar Parete
29/01/2024 18:16
1CS - Liceo Luigi Stefanini, Venezia Mestre
É un libro che fa capire bene cosa succede durante una notizia di cronaca. Ci fa capire anche l'ipocrisia delle persone che, dopo un periodo, a nessuno importava piú della notizia. Un altro fatto molto interessante é differenza tra i pensieri dei personaggi e le loro parole. Una parte che mi é rimasta molto impressa? Certamente quando tutti si danno la colpa a vicenda.