Sì. L'errore fondamentale che avevo sempre fatto – e che lei mi aveva lasciato fare, a onor del vero – era questo: Margo non era un miracolo.
Non era un'avventura.
Non era una cosa incantevole e preziosa.
Era una ragazza.
 
A mezzanotte Quentin nota un viso completamente dipinto di nero che si staglia davanti alla sua finestra. A fargli segno di avvicinarsi è la sua vicina e amica d'infanzia Margo Roth Spiegelman, con cui non parla da anni, pur osservandola di nascosto tutti i giorni.
Sono passati esattamente nove anni da quando Margo si affacciò per la prima volta a quella finestra: voleva comunicargli che aveva fatto un'indagine, e aveva capito qualcosa sulla morte. Lei e Quentin infatti avevano scoperto proprio quel pomeriggio della loro infanzia un cadavere nel parco cittadino.
Nove anni dopo Margo è a quella finestra per altri motivi. Quella notte ha una missione da compiere e chiede, o meglio ordina, al suo amico d'infanzia, di aiutarla.
I due partono per la missione (in realtà le missioni che Margo si è promessa di portare a termine sono undici!): ha inizio una notte interminabile e piena di situazioni assurde e avventurose, che li avvicina molto.
Ma il giorno dopo Margo scompare. L'ha già fatto altre volte, e sempre ha lasciato indizi per essere ritrovata. Quentin è convinto che i messaggi questa volta siano per lui, e si mette a cercarla...

Commenti

Avatar larabolentini
06/01/2025 19:44
2C SAS - IIS Capirola, Ghedi (BS)
Il libro esplora temi come l'identità, la percezione degli altri e il passaggio dall'adolescenza all'età adulta. Utilizza un linguaggio semplice, ma pieno di significato, che rende la lettura coinvolgente e riflessiva. John Green riesce a bilanciare momenti di leggerezza e umorismo con quelli più profondi e toccanti, creando una storia che parla a tutti coloro che hanno vissuto l'incertezza e le domande tipiche di quel periodo della vita. Consiglio questo libro a chi cerca una storia emozionante e intelligente, che riesce a mescolare avventura, mistero e introspezione.
Avatar deathblow_dreams
12/12/2024 18:19
1L - IIS Venturi, Modena
città di carta di john green è una storia che parte come un mistero, ma si rivela essere una profonda riflessione sull'identità e sulle relazioni umane. attraverso il viaggio di quentin, il libro ci insegna quanto sia facile idealizzare le persone senza davvero conoscerle. il concetto delle "città di carta" è una metafora potente: tutto sembra solido, ma può essere fragile e illusorio. è una lettura che lascia qualcosa dentro, perfetta per chi ama storie che vanno oltre la superficie.
Avatar arix
02/05/2024 13:31
1ET - IPC Manfredi - ITC Tanari, Bologna
Questo libro è piacevole da leggere e, pur essendo una storia d'amore, è allo stesso tempo intrigante e piena di mistero. Tuttavia, il finale mi ha lasciato un po' delusa in quanto non è che mi aspettavo.
Avatar ricciolina
02/05/2024 13:40
1ET - IPC Manfredi - ITC Tanari, Bologna
“Città di carta” mi è piaciuto, in parte. È diversa dalle altre storie e infatti è più coinvolgente. Il finale mi ha lasciata sorpresa ma meglio così perché non è scontato e banale.
Avatar orli
12/12/2023 17:09
1CL - Liceo Luigi Stefanini, Venezia Mestre
Il libro mi è piaciuto, è la storia di Quentin un ragazzo timido che aiuterà Margò, la ragazza più popolare del liceo nel fare scherzi a tutti gli amici che l'hanno tradita. Una volta completata l'impresa però Margò scomparirà nel nulla senza lasciare traccia. Susseguentemente però inizieranno ad apparire delle tracce misteriose che sembrerebbero degli indizi. I colpo di scena alla fine (...) è la cosa che mi è piaciuta di più del libro.
Avatar orli
05/12/2023 16:41
1CL - Liceo Luigi Stefanini, Venezia Mestre
il mio libro mi è piaciuto, è la storia di Quentin un ragazzo timido timido che aiuterà margo la ragazza più popolare del liceo a nell' fare scherzi a tutti gli amici che l' anno tradita, una volta completata l' impresa però Margo scomparirà nel nulla senza lasciare traccia. Susseguente mente però inizieranno ad apparire delle tracce misteriose cosa che sembrerebbero degli indizi. il colpo di scena alla fine (...) è la cosa che mi è piaciuta di più del libro.