Io sono Malala

Malala Yousafzai
Garzanti, 2013
coraggio ingiustizia lotta istruzione
«In Pakistan, se una donna dice di volere la propria indipendenza, la gente pensa che non voglia più obbedire al padre, ai fratelli o al marito. Ma non è questo il significato della parola. Significa che vogliamo prendere da sole le decisioni che ci riguardano, che vogliamo essere libere di andare a scuola o al lavoro.»
Io sono Malala è un libro scritto da Malala Yousafzai con la collaborazione della giornalista Christina Lamb. Malala è nata a Mingora, in Pakistan, nel 1997. Nel libro racconta la sua storia, la storia di una ragazza molto coraggiosa, pronta a morire pur di realizzare il suo sogno. A Malala è sempre piaciuto leggere, scrivere, studiare e amava stare lì, in quella scuola fondata da suo padre, quella in cui i talebani le avevano vietato di andare, perché era una ragazza e lì non poteva più starci. Ad appena undici anni inizia a scrivere un diario pubblico, in collaborazione con la BBC, dove racconta com'era la vita in Pakistan, con i talebani che, nel frattempo, avevano chiuso tutte le scuole femminili e ne avevano fatte saltare in aria centinaia. Da qui comincia la lotta di Malala per i diritti dei bambini che non possono andare a scuola e delle donne che hanno paura di parlare. Interviste, partecipazioni a programmi televisivi e discorsi, fino a quel giorno dove tutto si è fermato, con quel proiettile, in quello scuolabus. Dove tutto si è fermato ma nulla è finito.

Qualcosa sull'autore

Nel 2014 Malala ha vinto il premio Nobel per la pace diventando la più giovane vincitrice di questo premio. In Pakistan di tanto in tanto viene ancora accusata di essere una portatrice di idee contrarie all’Islam. Christina Lamb è una giornalista inglese che da tempo segue le vicende di Pakistan e Afghanistan. È laureata a Oxford e ha ricevuto diversi premi. Vive con la famiglia tra Londra e Portogallo.

Rilanci

Perché lo consigli

Questo libro ha fatto aprire gli occhi. Mi ha fatto capire che in questo mondo, lo stesso mondo in cui io mi lamento di dover andare a scuola tutti i giorni, ci sono persone, ragazze, che rischiano la vita perché vogliono tenere un libro in mano, perché vogliono saper scrivere. Penso che nessuno, nemmeno i talebani, fermerà Malala; è determinata a raggiungere il suo obiettivo, il suo sogno. 

Potrich, 1AL, Liceo Rosmini di Rovereto