Il velo della paura
Samia Shariff
Sperling & Kupfer, 2009
famiglia
relazioni
amore
violenza
religione
«Mio marito iniziò a sferrarmi calci al volto e all'addome. Mi faceva male dappertutto e gridavo. Abdel era un pazzo furioso accecato dalla rabbia e mi ricopriva con una pioggia di colpi.»
Samia nasce in Francia, in una famiglia molto ricca e prestigiosa di origine algerina. La sua infanzia non è delle migliori, perché la stessa madre maledice il giorno in cui lei è venuta al mondo e il padre la considera come “la maledizione della famiglia”. Samia ha quattro fratelli, molto più fortunati di lei, in quanto nati uomini. Il passaggio dall'infanzia all'adolescenza è stato a dir poco traumatico caratterizzato da percosse ed umiliazioni. All'età di 15 anni è costretta a lasciare la Francia per ritornare in Algeria, perché data in sposa ad Abdel Adibe, un uomo anziano molto violento che abusa del suo piccolo corpo di bambina e la tormenta anche psicologicamente; Samia è costretta a sopportare sotto minaccia di essere ripudiata. Tra sofferenze e abusi, nascono tre stupendi bambini: un maschietto e due femminucce sempre in pericolo come lei, perché nate femmine. Deve proteggerle a tutti i costi: ma che fare? Ribellarsi al marito e chiedere aiuto alle autorità è impossibile, perché in Algeria la legge è completamente dalla parte dell'uomo. L'unica soluzione è riacquistare la libertà sua e dei suoi figli ma in che modo? Riuscirà a scappare dal marito violento e dalle continue minacce di morte?
Qualcosa sull'autore
Samia Shariff nasce a Parigi, da genitori algerini benestanti. A 7 anni la famiglia decide di tornare alle proprie radici, in quella Algeri sedotta dall'ideologia islamista. Samia, colpevole di essere nata femmina, cresce fra violenze fisiche e psicologiche, perpetrate tanto dal padre quanto dalla madre. A 16 anni è costretta a sposare un uomo più vecchio di lei, violento e crudele, da cui subisce abusi sessuali, minacce di morte, angherie di ogni tipo. Samia è una donna, e come tale non ha scelta: deve obbedire e sottomettersi. Il suo inferno durerà molti anni, fino a quando riuscirà a fuggire alla volta del Canada, insieme ai suoi figli. Verso una vita nuova.
Rilanci
Suad, Bruciata viva, Piemme, 2007;
L. Djitli, Lettera a mia figlia che vuole portare il velo, Piemme, 2005;
D. Al Nahi, Nessuno avrà i miei figli, Piemme, 2007;
S. Yalda, Il paese delle stelle nascoste, Piemme, 2009;
M. Yousaf, Io sono Malala, Garzanti, 2013;
M. Satrapi, Persepolis, Rizzoli Lizard, 2000
L. Djitli, Lettera a mia figlia che vuole portare il velo, Piemme, 2005;
D. Al Nahi, Nessuno avrà i miei figli, Piemme, 2007;
S. Yalda, Il paese delle stelle nascoste, Piemme, 2009;
M. Yousaf, Io sono Malala, Garzanti, 2013;
M. Satrapi, Persepolis, Rizzoli Lizard, 2000
Perché lo consigli
Il velo della paura è un romanzo autobiografico di Samia Shariff, una storia vera di cui l’autrice non tralascia i particolari drammatici. Nella prima pagina del libro ciò che ha attirato la mia attenzione è stata la dedica che riassume il suo pensiero e il messaggio che Samia vuol far giungere con il romanzo: Ai miei figli. A tutte le donne che, in silenzio, sognano un giorno di essere libere. Samia ci invita a conoscere il mondo islamico, in particolar modo la condizione della donna sia all’interno della propria abitazione, sia all’esterno. La discriminazione o violenza sulle donne è un problema ancor oggi. Questo è un libro drammatico che racchiude un potente messaggio per tutte le donne: SOLLEVARE IL VELO DELLA PAURA SI PUÒ.
Maryam Akbar, 1AL, Liceo Rosmini di Rovereto
Maryam Akbar, 1AL, Liceo Rosmini di Rovereto