Il delitto di Lord Savile

Oscar Wilde
Newton Compton, 1993
omicidio fato matrimonio
«Un omicidio, ecco che cosa vi aveva visto il chiromante. Un omicidio! La notte stessa pareva saperlo e il vento desolato sembrava soffiargli quella parola nell'orecchio.» «Egli riconobbe chiaramente quale fosse il suo dovere, e vide che non aveva alcun diritto di sposarla, finché non avesse commesso il delitto. Solo allora egli avrebbe potuto recarsi all'altare con Sybil Merton e riporre la propria vita nelle sue mani, senza temere d'aver agito male. […] Ma prima occorreva consumare il delitto, il più presto possibile e per il bene di entrambi».
Lord Savile deve sposarsi, ma ad una festa a casa di Lady Windermare un chiromante, leggendogli la mano, gli predice che compirà un assassinio. Preoccupato per le possibili future conseguenze di un delitto sulla sua vita matrimoniale, decide di giocare d'anticipo. Rimanda con una scusa il matrimonio e stila una lista di possibili candidati: la scelta cade sulla vecchia zia Lady Clementine. Quindi va in farmacia e si fa confezionare un confetto con veleno sicuro e indolore; lo porta alla zia spacciandolo per farmaco, e si crea un alibi, andando in viaggio a Venezia. Quando legge della morte della zia, fa ritorno a Londra, ma scopre che lei è morta per cause naturali. Decide allora di uccidere uno zio, reverendo decano di Chichester, con un orologio esplosivo, ma l'esplosivo fa cilecca. Una sera, mentre passeggia disperato, non trovando una via d'uscita, incontra sulle rive del Tamigi il chiromante… ed il finale sarà irresistibile. Il racconto si chiude con Lady Windermare che anni dopo va a trovare Lord Savile e sua moglie e si scambiano le solite vuote chiacchiere sulla vita, l'amore, la chiromanzia e sembra che nulla di particolare e diverso sia mai successo.

Qualcosa sull'autore

Oscar Wilde nasce a Dublino nel 1854 da famiglia molto agiata. Frequenta gli studi classici e quindi l’università di Oxford. Fu poeta, drammaturgo, giornalista dell’epoca vittoriana; va ricordato per il suo stile sferzante e impertinente, che invita i lettori a riflettere sulla morale del tempo. Prima ricercato negli ambienti della Londra che conta e ammirato per le sue opere, ma, dopo aver scontato una condanna a due anni di carcere duro a causa della sua omosessualità, vive un periodo a Napoli e poi a Parigi, dove muore in misera nel 1900.

Rilanci

Honoré de Balzac, La pelle di zigrino, Garzanti, 2006; 
Oscar Wilde, Il ritratto di Dorian Grey, Feltrinelli, 2013; 
Dino Buzzati, La giacca stregata, in La boutique del mistero, 1968

Perché lo consigli

Il racconto, anche se breve, è ricco di avvenimenti, riflessioni e dialoghi arguti nello stile di Wilde; è scritto con ironia e non mancano le critiche sulla vacuità della società aristocratica. Molto divertente. Il sottotitolo del racconto è ironicamente “uno studio sul dovere”. 

Milo Dordi, 1DM, Liceo Rosmini di Rovereto