Essere Senza Destino

Imre Kertész
Feltrinelli, 2014 (versione originale: 1975)
adolescenza guerra nazismo autobiografia storia sopravvivenza
16/05/2024 19:26
Avatar kriskozgy
"... non avrei mai creduto di potermi trasformare tanto in fretta in un vecchio raggrinzito. A casa ci vuole del tempo, almeno cinquanta, sessant'anni: qui tre mesi erano bastati perché il mio corpo mi piantasse in asso."
"Essere senza destino" di Kertész Imre è un romanzo semi-autobiografico che narra la storia di un giovane ebreo ungherese di nome György Köves durante l'Olocausto. György viene deportato in un campo di concentramento nazista, dove affronta le atrocità della guerra e la disumanizzazione dell'essere umano. Attraverso le sue esperienze, il romanzo esplora temi come la sopravvivenza, la memoria e l'identità in un contesto estremo. La narrazione di Kertész Imre offre uno sguardo profondo e toccante sulla condizione umana durante uno dei periodi più bui della storia.

Qualcosa sull'autore

Imre Kertész (Budapest, 9 novembre 1929 – Budapest, 31 marzo 2016) è stato uno scrittore ungherese, sopravvissuto ai campi di sterminio nazisti e Premio Nobel per la letteratura nel 2002. Nato in una famiglia di origine ebraica, fu deportato quindicenne ad Auschwitz, nel 1944. Tornato in Ungheria, nel 1948 cominciò a lavorare come giornalista per un quotidiano di Budapest. Quando nel 1951 il giornale divenne organo del partito comunista Kertész fu licenziato. Dopo due anni di servizio militare, per mantenersi iniziò a scrivere romanzi e a tradurre opere di Freud, Nietzsche, Canetti, Wittgenstein e altri. "Essere senza destino" ("Sorstalanság"), il suo primo e più famoso romanzo, descrive l'esperienza di un ragazzo ungherese di quindici anni nei campi di sterminio nazisti di Auschwitz, Buchenwald e Zeitz. Il romanzo, scritto in dieci anni, è basato sull'esperienza diretta dell'autore.

Rilanci

Perché lo consigli

"Essere senza destino" non è l'ennesimo libro che parla dell'Olocausto... è qualcosa di più, qualcosa di molto profondo, che ognuno può rendere proprio. Lo consiglio a CHIUNQUE, senza limiti d'età o d'interesse.