György Dragomán

Nato nel 1973 in Transilvani (Romania), all'età di 15 anni emigrò con tutta la famiglia in Ungheria. «Fu un'esperienza difficile» ricorda. Nonostante la sua biografia sia complicata quanto la storia della sua terra d'origine, György non ha dubbi sulla sua identità.
«Sono ungherese. In un certo senso, penso di essere stato fortunato. Come disse una volta Joyce…se vuoi essere un innovatore, devi perdere la tua famiglia, la tua patria, la tua religione. Proprio quello che è successo a me» conclude con un sorriso ironico.
Al suo attivo, oltre che a racconti, fiabe e testi per il teatro, ci sono due romanzi: Il libro della distruzione (2002), non ancora tradotto in italiano, e Il re bianco.
Con il primo volume ha ottenuto il Bordy Prize, con il secondo il premio alla memoria di due scrittori ungheresi: Tibor Déry e Sándor Márai. L'attività nel campo letterario, si completa con quella di traduttore d'autori importanti come Beckett, Joyce e Irvine Welsh. 

Bibliografia

Il re bianco, Einaudi, 2009
Fiamme, Einaudi, 2017